1001 grammi, di Bent Hamer

Con 1001 grammi il cineasta norvegese stila un incipit di un piccolo catalogo delle cose che contano e di quelle che non contano nella vita.

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C’è, come nei ritratti di famiglia, una evidente linea comune che lega la ancora breve filmografia di Bent Hamer già autore di Kitchen stories che resta forse il suo film più famoso, seguito ad Eggs che fu il film con il quale il regista norvegese ha esordito sulla scena internazionale. La linea comune che ritroviamo anche in questa ultima produzione, 1001 grammi – film di due anni fa, ma ora in uscita – è quella di un intimismo sospinto da una perenne crisi esistenziale che questa volta coinvolge Marie la protagonista della vicenda.
Marie lavora con il padre allo Justervesenet, l’istituto metrico norvegese che detiene il 1001 grammi, Hamercontrollo sui pesi e le misure. L’improvvisa scomparsa del genitore la obbliga a partecipare ad un convegno a Parigi. Mentre la sua vita perde punti di riferimento anche a causa della separazione coniugale, ritroverà l’occasione per ricostruire la sua esistenza e ricominciare.
L’elemento sul quale Hamer sembra insistere è quello di una eloquente spazialità degli ambienti che traducono, con la loro ampia misura, la solitudine dei personaggi, il loro essere dispersi e la difficoltà di comunicazione. Non è un caso che i dialoghi all’inizio del film tra Marie e il padre avvengano dentro spazi ristretti, perfino esageratamente ridotti. I personaggi si smarriscono in queste ambientazioni e divengono incapaci a ritrovare una propria identità. Almeno così succede a Marie.
Hamer, disegna un percorso per il suo personaggio che prevede un insistito isolamento all’interno di spazi domestici o esterni, che accentuano la prospettiva di solitudine che ricorda le atmosfere di Edward Hopper. La linearità delle architetture scandinave e la loro glaciale geometria, nello scenario di freddezza cromatica costante, contribuiscono a rafforzare la distanza che Marie prende progressivamente dal mondo, che si annulla poi progressivamente quando nasce il sentimento d’amore. Ancora una volta Parigi si trasforma in città galeotta ed è sicuramente questa insistenza che diviene facile soluzione (perfino non necessaria) a spingere il film su derive tradizionali facendolo rientrare nei ranghi di uno dei tanti a sfondo romantico con il solito climax di affiatamento tra i due amanti, con un adeguamento alla consuetudine. Non è negabile l’intenzionalità della scelta che anche visivamente e cromaticamente, in questa parte, si oppone agli scenari norvegesi.
Ma il migliore risultato del film corre sul versante di vicinanza a quello che potrebbe riassumersi con il fare un bilancio della propria vita ad un certo punto del suo scorrere. Tutto nel mondo di Marie è misurabile, se non lo fosse si potrebbero scatenare delle guerre dice un personaggio, ed è possibile pesare anche l’anima e la vita, senza pretenderne però la perfezione. Come recita la frase di Einstein che fa da guida al film: Ciò che conta non può sempre essere contato e ciò che può essere contato non necessariamente conta.

1001 grammi1001 grammi riesce per buona parte della sua breve durata a mantenere le promesse di leggerezza, nonostante non sia una commedia e di originalità, rivelando la sua anima segreta che lo porta a divenire un incipit di un piccolo catalogo delle cose che contano e di quelle che non contano nella vita. Bent Hamer, nella prima parte costruisce il film senza mai dire troppo, lasciando parlare le immagini – composte in quel rigore di forme che gli è consueto – e la sua impenetrabile Ane Dahl Torp che da il volto a Marie. In questo modo, in un gioco di mancato svelamento, sembra naturale classificare le cose per le quali vale la pena di vivere e quelle che invece non hanno peso e valore. Si lascia poi affascinare dal già visto e dal già vissuto, quale epilogo confortante per la vita futura del personaggio. In questo senso va letta la metafora esplicita della ricerca di Pi sul canto degli uccelli che si avvicinano alla città. L’adattamento e la comunicazione come melodia del vivere.
Resta il senso di una originale intuizione che ci ricorda di quanto pesi la vita con le sue imperfezioni che sono solo il segno di quella umanità che non sempre risponde alle leggi della scienza.

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Titolo originale: 1001 grams
Regia: Bent Hamer
Interpreti: Ane Dahl Torp, Laurent Stocker, Magne Hǻvard Brekke, Stein Winge.
Distribuzione: Movies Inspired
Durata: 93’

Origine:

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