"Tuck Everlasting" – Vivere per sempre", di Jay Russell

Adattamento del sovrannaturale al naturale, invece di alienare quest'ultimo. Gli elementi fantastici sembrano pressoché inesistenti sull'indefinita retta della vita materiale. Lenta e inesorabile non (s)corre l'esistenza scorporata dalle difformità e dalle improvvise accelerazioni evolutive.

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Una moto nera giunge dinanzi ad una villa. La moto per il ragazzo (Jesse Tuck) potrebbe essere anche un sauro: non farebbe differenza. Immobile, Jesse resta a fissare la casa, che un tempo fu, e probabilmente è ancora, quella di Winnie Foster (Alexis Bleder). Intanto l'intreccio fa un salto nel passato per ricucire lo strappo temporale. D'incanto si aziona il flashback. Sembrano esserci tutti gli ingredienti per la rappresentazione di un mondo magico. Un'adolescente, Winnie, ingabbiata dalla rigidità materna (Amy Irving), una famiglia d'immortali (i Tuck), il bosco che nasconde il mistero e un uomo in giallo (Ben Kingsley) che ha fiutato l'arcano. La fonte d'acqua tra gli arbusti ha reso immuni dalla morte gli unici abitanti di quell'universo incontaminato. Non soffrono, non (s)corrono, non vivono. Ultracentenari in continua staticità e il desiderio di un cambiamento discontinuo. Nessun processo di trasformazione fisica in risposta alle condizioni naturali e sociali che mutano. Lenta e inesorabile non (s)corre l'esistenza scorporata dalle difformità e dalle improvvise accelerazioni evolutive. All'uomo in giallo l'acqua(vite) brucia l'anima e alimenta desideri catastrofici. Il segreto è in pericolo, e l'incontro sentimentale tra Winnie e il giovane Jesse (Jonathan Jackson), complicherà ulteriormente l'equilibrio. Tratto dall'omonimo romanzo di Natalie Babbitt, la "fantasia" del film è certamente incastonata tra quelle esperienze visive che esplicitamente s'immaginano o si credono fedeli ai fatti, appartenenti ai mondi al di là della vera e propria realtà quotidiana. Jay Russell (regista di Il mio cane Skip) adatta il sovrannaturale al naturale, non riuscendo ad alienare quest'ultimo. Gli elementi fantastici sembrano pressoché inesistenti sull'indefinita retta della vita materiale. Non solo il tempo si è fermato, ma ogni meccanismo creativo procede a basso regime, come il malinconico "addomesticamento" di una parte del cast potenzialmente "magico". Se il ciclo naturale non può essere ristabilito, quello in celluloide ritorna dal flashback, sulla stessa moto, e ripercorre lo stesso viale, nell'attesa di svelare se è più giusto morire dopo aver vissuto o vivere per sempre con la morte dentro. La scelta finale, quella sì che è veramente "fantasiosa"…           

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Titolo originale: Tuck Everlasting


Regia: Jay Russell


Sceneggiatura: Jeffrey Lieber, James V. Hurt


Fotografia: James L. Carter


Montaggio: Jay Cassidy


Musiche: William Ross


Scenografia: Tony Burrough


Costumi: Carol Ramsey


Interpreti: Alexis Bledel (Winnie Foster), Jonathan Jackson (Jesse Tuck), William Hurt (Angus Tuck), Sissy Spacek (Mae Tuck), Scott Bairstow (Miles Tuck), Ben Kingsley (Uomo in giallo), Amy Irving (Madre di Winnie)


Produzione: Scholastic Productions, Walt Disney Pictures


Distribuzione: Buena Vista International Italia


Durata: 88'


Origine: USA, 2002


 

 


 


 

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