"Together with you", di Chen Kaige

Chaige torna continuamente sui luoghi di una Cina in mutazione, filmando però la trasformazione con uno sguardo mai oggettivo e distante, ma sempre soggettivo, umorale, proprio perché affiorante da momenti quasi astratti.

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Di fronte all'ultima opera di Chaige, buona parte della critica ha storto il naso, rimproverando il regista cinese di non aver privilegiato l'aspetto più immediatamente sociale dell'opera, finendo così per sminuirne la carica politica. In realtà, diciamo noi, Chaige il suo senso della "politica" l'aveva già filmato due anni fa con Killing me softly in cui l'unica forma di sociale possibile era appunto quella data dall'incontro di due corpi pronti a replicare l'enfasi passionale come in Bertolucci (appunto quella dell'ultimo tango magari immaginato dai suoi ultimi sognatori) con improvvise accensioni epidermiche sbilanciate, improvvise, furenti, affogate in un decor in cui il nudo si trasformava in puro (s)oggetto all'interno di uno spazio come dilatato nella sua claustrofobia. In Together With You l'oggetto d'amore dello sguardo di Chaige è pur sempre il corpo, qui visto come corollario diffuso di un forte attaccamento alla patria natia (la fisicità controllata del padre del protagonista, quella del protagonista stesso, con i suoi slanci attraverso il sogno di diventare un affermato suonatore di violino), filtrata come attraverso le lenti di una memoria assolutamente personale che viaggia parallela al racconto principale, punteggiandone lo svolgimento. In questo senso allora Chaige, pur non rischiando di nuovo l'azzardo visivo dell'opera precedente, torna continuamente sui luoghi di una Cina in mutazione (il film pullula di cellulari che squillano in continuazione e di un movimento di uomini e merci che quasi rimanda all'isterismo pur sempre controllato dell'Yimou di Keep Cool), filmando però la trasformazione con uno sguardo mai oggettivo e distante, ma sempre soggettivo, umorale, proprio perché affiorante da momenti quasi astratti (il primo incontro tra il protagonista Xiao Chun e Lili, la donna di cui si innamora, alla stazione, ma anche l'arrivo in città di padre e figlio provenienti dalla campagna) che isolano volutamente i corpi da una qualsivoglia ricostruzione storica, per immergerli in un vortice emozionale vissuto sempre in prima persona. Il cinema di Chaige si stringe proprio intorno alla fisicità di un incontro, di un rapporto (padre/figlio), ma anche al senso tattile prodotto da un violino filmato come luogo di pulsioni legate alla speranza e in fondo legate al ricordo di uno spettro dolce sfuggente che accompagna il giovane (quello della madre che non ha mai conosciuto e da cui ha probabilmente ereditato la passione per la musica), fantasma di una melodia visiva raccontata da uno sguardo che trasforma la politica in intimità.

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Titolo originale: He ni zai yi qi


Regia: Chen Kaige


Sceneggiatura: Chen Kaige, Wang XiaoLu


Fotografia: Kim Hyeng-Kwu


Montaggio: Ying Zhou


Musiche: Ling Zhao


Scenografia: Cao Juiping


Costumi: Ha-Long-Swu


Interpreti: Tang Yun (Xiao Chun), Chen Hong (Li Li), Liu Peiqi (Liu Cheng, padre), Wang Zhwen (Jiang, insegnante di violino), Cheng Qian (Fidanzato di Li Li), Chen Kaige (professor Yu), Kim Hyey-Li (Moglie del professore), Tang Rong ( Li Chuanyun)


Produzione: Century Hero Films, 21 St Century, Shengkai Films, China Film Group


Distribuzione: IIF


Durata: 116'


Origine: Cina/Corea del Sud, 2002

 

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