"Mariti in affitto", di Ilaria Borrelli

ll film di esordio di Ilaria Borrelli mostra come la scarsità di inventiva e di scrittura è sorprendente ogni volta di più in un certo cinema italiano, incapace di produrre storie dotate di una minima emozione, sia essa di allegria o di più seriosa riflessione

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Dividere in due trance la propria famiglia, con l'intero Atlantico a fare da muro del silenzio e della bugia, rifarsi una vita senza costringersi, come Mattia Pascal, a doversi dare per morto. Più o meno questa dev'esser stata la sfigata idea di Vincenzo, scultore di poco successo nella propria terra d'origine, la solita Procida da cartolina, e ancor meno negli Stati Uniti, non fosse per qualche ottuagenaria irlandese irretita dallo sperpero di ormoni dell'uomo latino. Nel mezzo due mogli, interpretate dalla Cucinotta e dalla Shields, con rispettivi marmocchi al seguito dello sciagurato sciupafemmine. L'una, casalinga-artigiana di sandali, l'altra mezzo busto poco coperto in una ciclo di televendite giornaliere.

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Donne sull'orlo di una crisi di nervi per un maschio assente, inutile, sfortunato e perdipiù bugiardo. Questa commedia dell'esordiente Ilaria Borrelli, anche sceneggiatrice, tenta di ingabbiare l'intreccio nel turbinio ululante di voci quasi esclusivamente femminee, senza riuscire però ad agganciare il treno della causticità e nemmeno quello dell'inventiva, costruendo intorno ai soliti clichè l'incontro- scontro della Cucinotta con la realtà americana.


Questa scarsità di inventiva e di scrittura è sorprendente ogni volta di più in un certo cinema italiano, incapace di produrre storie dotate di una minima emozione, sia essa di allegria o di più seriosa riflessione. Si capisce fin da subito l'amaro destino dell'uomo sfibrato e sconfitto dal suo sogno artistico, così come dell'alleanza fra le due donne- mamme, miracolate grazie agli zoccoletti magici, rinnovando così l'eterno adagio sull'italico genio in grado si sbarcare il lunario americano pur partendo da condizioni disagiate. Non una situazione in grado di rompere le righe del già trito, nonostante un cast interessante, messo insospettabilmente al servizio di una simile aridità di idee, mai in grado di sollevarsi dal rango di spenta ed inutile calcografia almodovariana. 


 


Regia e sceneggiatura: Ilaria Borrelli


Fotografia: Paolo Ferrari


Montaggio: Colleen Sharp


Musiche: Guido Freddi


Scenografia: Betsy  McDonald, Marta Zani


Costumi: Marie Abma, Bettina Bimbi


Interpreti: Maria Grazia Cucinotta (Maria Scocozza), Pierfrancesco Favino, (Vincenzo Scocozza) Brooke Shields (Charlene Taylor), Chevy Chase (Paul Parmesan), Diego Serrano (Raul), Francesco Javarone (don Peppino), James Falzone (Ciro Scocozza), Lauren Martin (Lucetta Scocozza)


Produzione: Massimo Cristaldi per Cristaldi Pictures/Medusa Film


Distribuzione: Medusa


Durata: 90'


Origine: Italia, 2002


 

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    Un commento

    • Terribile.Mai visto un film piu' brutto. La Cucinotta come al solito,e' pessima. Ma questa continua a fare l'attrice(ci uol coraggio a definirla cosi'…)! Mamma mia…….
      Insomma, una vera schifezza!!!