Linda Lovelace, un gioioso freak "oltre" il corpo

Come il monolito di 2001 gioiosamente abbatteva idoli e paure. Per un breve istante ha rappresentato l'avvento dell'osceno. La renitenza del corpo alla norma. C'è affronto maggiore che ricordarla come icona pop del XX secolo? Come immagine archeologica di un divieto infranto e conservato artificialmente in vita per essere venduto all'infinito?

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Mi dicono che sia morta Linda Lovelace. Mi ricordo di una vecchia intervista di Jerry Lewis nella quale il geniale picchiatello affermava che sarebbe tornato al cinema non appena i film della signora Lovelace gli avrebbero restituito un po' di spazio nelle sale. Mi ricordo delle abiure di Linda, di scene di cui affermava che sarebbero state girate con una pistola puntata alla testa, mi ricordo Linda.
Però mi dicono che sia morta. Pasoliniamente invocò la messa al bando del porno. Rivoglio i miei tabù, i miei interdetti, i miei divieti e da criptocattolico rivoglio anche il mio peccato. Linda, come il monolito di 2001, gioiosamente, almeno così mi sembrava, abbatteva idoli e paure. D'altronde all'epoca, in provincia, era possibile infilarsi nei cinema dove si proiettavano gli hard grazie alla complicità delle maschere che fingevano di non sapere, di non vedere. E il porno si offriva come terreno di scoperta. Vedere certe cose (oggi si chiamano performance) significava che certe cose esistevano. Ah, potere dell'immagine, dell'immagine pornografica.

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C'era (c'è) vita oltre il corpo cattolico. Ve lo ricordate il giochino con la Coca Cola? Oggi la scena in questione la si studia inquadratura per inquadratura e tanti saluti alla hybris. All'epoca si riusciva invece idealisticamente a guardare oltre la linea delle colline che all'uscita del cinema delimitava l'orizzonte. A 53 anni ci dicono che Linda sia morta. Ho l'impressione, polemica, banale che fosse già morta da un pezzo (proprio come Marina Lotar). Ciò che l'ha uccisa è stata la normativizzazione del porno. L'ha ucciso uno sguardo incapace di scandalizzarsi, uno sguardo in grado solo di instaurare impotenti equivalenze tra immagini e che è reo di aver abolito il cinema in nome del (tele)visivo. Il porno è l'immagine dell'oltraggio. La possibilità di un'ulteriorità. Linda per un breve istante ha rappresentato l'ipostatizzazione di questo oltre. L'avvento dell'osceno. Oltre la norma lo scandalo. La renitenza del corpo alla norma. E poi Linda era un freak: la clitoride ce l'aveva in gola. Linda, come un mostro di Cronenberg, era oltre il corpo. Sola? Il porno quindi come possibilità di esistenze altre. C'è affronto maggiore che ricordare Linda come icona pop del ventesimo secolo? Come immagine archeologica di un divieto infranto e poi conservato artificialmente in vita per essere venduto all'infinito?. E c'è scandalo maggiore che usare la commemorazione e il lutto come la categoria merceologica per eccellenza? C'è crimine peggiore? Se non c'è più scandalo, come può esserci lutto?
Da qualche parte nella memoria si agitano le immagini di un trailer: enormi labbra rosse e in sovrimpressione un razzo lanciato nel cielo. Una voce fuoricampo magnifica cose mai viste. L'unicità di ciò che avremmo visto poi. E mi ricordo il silenzio della sala. Già presago di buie rielaborazione onaniste dei turbamenti promessi.
Fa un po' male pensare che Linda possa essere morta. Ma probabilmente non è lei a essere morta. Ma la cosa non mi riguarda: non conosco nessuna Linda Lovelace. E non ho mai visto "Gola profonda".

La_stagione_2005/2006

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