EDITORIALE – Quentin Bondi

quentin bondi

Siccome quest'anno i milioni per Venezia non erano più 12 bensì 7, siccome le cifre di quest'anno, nonostante gli evidenti e pesanti limiti logistici che mortificano la Mostra, sono tutt'altro che negative (biglietti venduti, numeri di accreditati), come va sventolando il “supposto”, allora ci si chiede se questa mostruosa ingerenza sia proprio inevitabile. Ma come potrebbero andare d'accordo Quentin (e) Bondi: il primo è sempre in preda alla fantasia dei contrasti. Ciò che è “comico” in lui è “spaventoso”, ciò che è “satira” è “spavento”, ciò che è “lato bestiale” è umanità per eccellenza

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Sandro BondiIl supposto Ministro dei Beni e delle Attività Culturali nel Governo Berlusconi IV, Sandro Bondi ha deciso cosa farà da grande: sarà Quentin Bondi. “Siccome i finanziamenti sono dello Stato d'ora in poi intendo mettere il becco anche nella scelta dei membri della giuria del Festival del cinema di Venezia". “Tarantino è espressione di una cultura elitaria, relativista e snobistica e la sua visione influenza anche i suoi giudizi critici, pure quelli verso film stranieri". “Marco Müller è come un allenatore di calcio innamorato dei propri schemi fino al punto di non privilegiare i talenti e le novità che sono sotto gli occhi di tutti". Siccome quest'anno i milioni per Venezia non erano più 12 bensì 7, siccome le cifre di quest'anno, nonostante gli evidenti e pesanti limiti logistici che mortificano la Mostra, sono tutt'altro che negative (biglietti venduti, numeri di accreditati), come va sventolando il “supposto”, allora ci si chiede se questa mostruosa ingerenza sia proprio inevitabile. Ma come potrebbero andare d'accordo Quentin (e) Bondi: il primo è sempre in preda alla fantasia dei contrasti. Ciò che è “comico” in lui è “spaventoso”, ciò che è “satira” è “spavento”, ciò che è “lato bestiale” è umanità per eccellenza. Ma tali paradossi non sarebbero niente senza la necessità fondamentale che li sostiene e che può essere capita solo attraverso un'autentica conoscenza delle leggi della storia naturale, quando Quentin si rivela capace di farci vedere mostri “vitali” o “verosimili”. Se osserviamo attentamente, ci accorgiamo che in un'inquadratura del celebre "La passione di Sandro Bondi d'Arco(re)", una mosca si posa e zampetta per qualche secondo sul volto del protagonista (come nel capolavoro di Dreyer). Inesplicabile e imprevisto, un frammento di reale, in tutta la sua immediatezza e singolarità, fa ingresso permanente nell'immagine. Sandro Bondi vorrebbe schiacciarla, ma ovviamente si trattiene, come fece Norman Bates ormai non più ostaggio di un potere oppressivo e autoritario. Se solo li avesse visti questi due capolavori Quentin Bondi e avesse visto magari anche quelli premiati a Venezia (discutibili alcuni…). Ma è ovvio che l'intenzione è quella di fomentare polemiche e disprezzo verso istituzioni apparentemente ancora indipendenti, al di la del cinema. Allora la mosca tarantiniana si posa sulla sottile lingua di quella terra di nessuno, su quel solco di nulla che divide il visibile intenzionale dal visibile involontario, il mondo reso opera dal mondo non cercato. Se proprio non si può schiacciare, il protagonista immagina di scacciarla, per tutto il tempo che ci mette una Ferrari nera depressa ad attraversare il deserto alienante del successo mediatico. "Lost in depression" avrebbe vinto e il regista Quentin Tarantino, fregandosene dell'oppressore, non taglia niente e lascia che questo minuscolo, insignificante incidente resti per sempre integrato nella sua opera. L'episodio semmai indica come l'opera "coppoliana/hellmaniana/galliana", opera moderno-contemporanea, sia qualcosa che, nel suo stesso farsi, appare radicalmente esposta all'evento fortuito che si dona, alla nuda e fortunosa contingenza ove domina incontrastata l'equiprobabilità dell'accadere. Ma Sandro Bondi, elitario, relativista, snobista, schematico, ex-comunista, e tanto altro ancora, proprio non ci sta e chiuderebbe le frontiere pur di perdere per sempre il tempo fugace ma pieno della grazia improvvisa, il momento dileguante eppure proprio del loro passaggio.

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    Un commento

    • geniale! di fronte alla sovrapposizione del volto di quentinBondi (non dimentichiamo: Poeta) su quello di renee falconetti ho avuto un genuino brivido d'orrore.