SPECIALE "Le regole dell'attrazione", di Roger Avary – Implosioni

L'implosione personale e relazionale del college di Camden è ben rappresentata da Roger Avary, che riesce a rendere le sensazioni del libro di Ellis attraverso un uso intelligente del linguaggio e della narrazione

--------------------------------------------------------------
CORSO COMUNICAZIONE DIGITALE PER IL CINEMA DALL'11 APRILE

--------------------------------------------------------------

Punto di partenza non può che essere il libro. In quanto presenza ingombrante, da cui il film di Roger Avary deve partire forzando delle scelte per diventare un testo autonomo. Ingombrante anche perché viene naturale usarlo come verifica dell'operazione di adattamento che stata fatta.

--------------------------------------------------------------
#SENTIERISELVAGGI21ST N.17: Cover Story THE BEAR

--------------------------------------------------------------

Come American Psycho, portato sullo schermo in modo insoddisfacente da Mary Harron, Le regole dell'attrazione di Bret Easton Ellis si fonda sulle figure dell'enumerazione e dell'iterazione dello stesso elemento con piccole variazioni, da omicidi, cene in locali esclusivi e biglietti da visita a droghe, sesso e relazioni tra universitari. Il risultato è quello di portare alla luce un effetto di senso che consiste in una deformazione della realtà, che viene svuotata di qualsiasi significato, nella sua globalità e nei punti di vista dei personaggi, che non riescono a distinguere mai cosa è accaduto e cosa solo loro hanno percepito, sognato nei deliri di onnipotenza e nei fumi di droga e sesso. Il gioco è quello della contraddizione dei saperi, per cui vengono presentate versioni e visioni differenti dello stesso evento, che alla fine non è che la ripetizione uguale a se stessa dello stesso tipo.


Questa era la sfida: le strade da percorrere potevano essere diverse. In American Psycho si erano accentuati i legami narrativi, perdendo in forza evocativa. Avary, invece, sembra mettere a posto il tutto secondo la figura dell'"implosione". Come se avesse voluto tradurre la sentenza che incornicia la perdita della verginità, e della presunta innocenza, di Lauren (la meravigliosa Shannyn Sossamon): "Sapevo che sarebbe andata così". Allora l'incipit mette in scena l'implosione, resa attraverso tre lunghe inversioni temporali, delle attrazioni dei tre protagonisti. Il sogno di Sean sull'amore puro di Lauren, il sogno di Lauren di perdere la verginità con qualcuno di speciale, il sogno di Paul di avere una relazione con Sean implodono e mostrano la loro natura onirica non attraverso un disvelamento, con la realtà, fatta di carne e umori, che prende il sopravvento, ma con l'implosione del tempo, il suo avvolgimento su se stesso che nega la possibilità di qualsiasi sviluppo narrativo: tutto è come si sapeva.


Allora implode anche l'amore adolescenziale dell'ammiratrice segreta di Sean, unico personaggio che ha uno scopo e lo persegue attraverso lettere su carta violetta e cosparse di brillantini, in cui dichiara ingenuamente la propria passione per Sean. È l'unica narrazione canonica che si dissolve nel suicidio, sequenza agghiacciante in cui il sentimento fallito, attraverso l'uso stridente della colonna sonora (Can't live, if living is without you, come stereotipo delle canzoni d'amore), grida i suo essere un cliché, essere inutile e non accettato, in quanto vivo e allo stesso tempo kitsch, nelle regole dell'attrazione, cool e distaccate, dell'esclusivo college di Camden.


"Nessuno conosce mai nessuno. Non puoi conoscere nessuno, puoi solo avere a che fare con qualcuno" è la regola andava messa in scena, l'implosione degli universi dei protagonisti, e quindi diventa non peregrino l'uso dello split screen e di altre tecniche che in altri film vengono usati per acquisire il patentino di modernismo, e tutto riesce a diventare compatto ed efficace.


Anche la prova degli attori, come James Van der Beek che nega continuamente la propria immagine di Dawson, solo accennata nella sequenza in cui il fiocco di neve diventa lacrima, è efficace a rendere il mondo di Camden, di belli e senza speranza. Mondo che dagli anni Ottanta è spostato al giorno d'oggi (solo la colonna sonora si permette echi al decennio), per evitare di banalizzare il film inscrivendolo nel genere degli anti college movies. In realtà è molto di più, nonostante i tagli alla versione italiana e alla cocente delusione dei fan di Dawson, che si aspettavano delle attrazioni più televisive.

--------------------------------------------------------------
CORSO ONLINE SCRIVERE E PRESENTARE UN DOCUMENTARIO, DAL 22 APRILE

--------------------------------------------------------------

    ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI SENTIERI SELVAGGI

    Le news, le recensioni, i corsi di cinema, la riviste, i libri, gli eventi e tutte le nostre iniziative