"Saw V", di David Hackl

Come nella serialità televisiva, Saw V diventa episodio e perde la sua autonomia per rivolgersi unicamente  al fan conoscitore della saga. Ma il film gira a vuoto, tra eccessi di violenza gratuita e ritmo catatonico: perfetto per chi dal cinema non vuole più essere sorpreso, bensì assecondato.

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Mai avremmo pensato, mettendo da parte i fanatismi adolescenziali, di arrivare a rimpiangere Jason Voorhees e gli allegri massacri di Crystal Lake: giunta al quinto episodio la saga di Jigsaw continua a riciclarsi e a reinterpretare sé stessa, scavando nel passato e mostrando gli eventi dei capitoli precedenti sotto una luce diversa; come nelle regole della serialità televisiva, il film diventa episodio e perde qualsiasi forma di autonomia, al punto da rivolgersi esclusivamente al profondo conoscitore della serie. Per tutti gli altri, questo ennesimo sequel si rivela un film incomprensibile. Ma non si parli di metacinema, non si scomodino modelli alti: in Saw V l’inventiva è pari a zero, e si continua a raschiare il fondo del barile prendendo in giro lo spettatore consenziente, che dai film dell’Enigmista ormai si aspetta solo torture e massacri a buon mercato; e infatti, il film non offre altro, come se dal cinema non dovessimo più pretendere di essere sorpresi, bensì assecondati, accontentati. La violenza è gratuita, il ritmo assente, mentre il susseguirsi dei colpi di scena sancisce di fatto la loro oggettiva inconsistenza: quindi davvero ci si ritrova costretti a ritornare sull’infinita serie di Venerdì 13, che nella propria mediocrità almeno un paio di titoli azzeccati li aveva – il sesto, Jason vive, e il decimo, Jason X, gli unici a possedere quell’autoironia che in Saw invece è completamente nulla. Gli sceneggiatori Patrick Melton e Marcus Dunston abbandonano le tortuose vie di uno script fantasioso e in continuo rimescolamento (quello di Saw IV, il meno apprezzato dai fan ma a parere di chi scrive il migliore), e scelgono di tornare sui propri passi costruendo metà film sulla falsariga del secondo episodio – le trappole nella casa – finendo così per rafforzare quella sensazione di déjà vu che sembra ormai la cifra stilistica di tutta la serie. Ciliegina sulla torta, i discorsi di Jigsaw sulla giustificazione delle sue gesta e sul Male insito nell’uomo: ottimi per un bignami di filosofia da scuola media. Continua…

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Titolo originale: id.

Regia: David Hackl

Interpreti: Tobin Bell, Costas Mandylor, Scott Patterson, Betsy Russell, Carlo Rota

Distribuzione: 01 Distribution

Durata: 92’

Origine: USA, 2008

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