Chris Marker, più vivo che mai. Due omaggi tra Francia e USA

Chris Marker, più vivo che mai. Due omaggi tra Francia e USA

Due tributi al regista, poeta, fotografo, attivista, pioniere Chris Marker: Planète Marker – Cinéastes en correspondances al Centre Pompidou e Chris Marker: Guillaume-en-Égypte al MIT

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Chris Marker, più vivo che mai. Due omaggi tra Francia e USA

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A più di un anno dalla sua scomparsa Chris Marker viene omaggiato quasi contemporaneamente con due tributi, in Francia e negli Stati Uniti: con Planète Marker – Cinéastes en correspondances (16 ottobre-16 dicembre) presso il Centre Pompidou, e Chris Marker: Guillaume-en-Égypte, presso il MIT List Visual Arts Center.

Planète Marker, Centre PompidouLa maestosa retrospettiva francese – che nel titolo ricorda la serie Petite Planète, le guide di viaggio pubblicate da Éditions du Seuil  tra il tra il 1954 e il 1958, con foto dello stesso Marker e di Agnès Varda – comprende la proiezione di tutti i film, tra cui alcune pellicole restaurate, rarità e inediti, i documentari dedicati a figure quali Kurosawa, Tarkovskij e Medvedkin (i meravigliosi A.K., Une journée d'Andrei Arsenevitch e Le tombeau d'Alexandre) e video, accanto a una mostra di installazioni e video (Quand le siècle a pris formes (Guerre et Révolution), Zapping Zone (Proposals for an Imaginary Television), Immemory, Ouvroir The Movie, Gorgomancy) e a conferenze e incontri, contributi di musicisti elettronici, artisti e performer.

Nella presentazione il critico Raymond Bellour spiega che la mostra è un percorso che si snoda attraverso le opere di Marker, ma anche sulle tracce delle sue ispirazioni, delle sue amicizie, dei suoi incontri: insomma, delle sue affinità elettive. Durante la sua vita, sotto vari pseudonimi, e in modo più o meno anonimo, Marker contribuito a molte opere di amici e colleghi (Walerian Borowczyk, François Reichenbach, Joris Ivens) e influenzato tanti altri artisti e pensatori. E continua a farlo.

Filmmaker, poeta, cineasta, fotografo, romanziere, critico letterario e cinematografico, artista visivo e multimediale straordinariamente in anticipo sui tempi; e altro ancora. Impossibile esaurire Marker in una definizione, dice Bellour: forse le più calzanti appartengono l'una al visionario scrittore Henri Michaux (la celebre frase: “Bisogna abbattere la Sorbona e mettere al suo posto Chris Marker”), l'altra ad Alain Resnais (con il quale Marker nel '53 girò Les statues meurent aussi): di quell'"uomo libero, che vuol fare solo quello che gli piace" forse si parlerà come di Leonardo da Vinci, del metodo Marker come del metodo Leonardo.

L'evento del MIT sceglie il nome del gatto di Marker, che lo rappresenta (dal gatto a fumetti dalla voce robotica di Les plages d'Agnès di Agnès Varda, all'avatar felino in Second Life nel già citato L'Ouvroir). Sempre Marker si identificò nei gatti, creature libere e non asservite al potere (è del 2003 Chats perchés, dove il sorriso ammiccante di Monsieur Chat ci accompagna in una straordinaria cronaca della contemporaneità).

Chris Marker, The Case of the Grinning Cat, 2004La rassegna, curata da João Ribas, si svolge tra il MIT, il Carpenter Center for the Visual Arts presso l'Università di Harvard e l'Harvard Film Archive, e dura fino al 5 gennaio 2014.

Attraverso testi, foto, film e video, si propone di mostrare Marker nel suo ruolo di cronista della seconda metà del 20° secolo.

Saranno esposte le serie fotografiche: Coréennes, immagini scattate nella Corea del Nord nel 1950; Staring Back, ritratti catturati durante viaggi in Asia, Sudamerica, Scandinavia, Africa, Russia e altri paesi, tra il '52 a il 2006; Passengers, immagini rubate tra il 2008 e il 2010 ai viandanti moderni della metropolitana di Parigi; e le tante immagini provenienti da manifestazioni di protesta. La mostra, arricchita dai contributi di Agnès Varda, Duncan Campbell e Jason Simon, si concentra poi sull'impegno e l'attivismo politico e sull'uso pioneristico delle tecnologie digitali da parte di Marker. Non manca Owls at Noon Prelude: The Hollow Men, videoinstallazione creata per il MoMA nel 2005, presentata in anteprima europea al 26° Bergamo Film Meeting.

Poco prima della sua morte, Chris Marker ha fatto in tempo a regalare un corto alla Viennale, che toccava i 50 anni: una dichiarazione di poetica alla ricerca dello spettatore perfetto. Kino.

 

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