VIDEOCLIP – Roman Coppola: cortocircuiti d'immagini

Il percorso creativo del figlio d'arte Roman svela l'affermazione di un'autocoscienza legata alla produzione dell'immagine, dove gli strumenti finzionali della narrazione testimoniano sempre un tessuto visivo artefatto, comunque consapevole della propria mistificazione.

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Forse si tratta semplicemente di una memoria genetica, l'eredità più manifesta della straordinaria padronanza tecnica già esibita dal padre Francis Ford sul grande schermo. Il percorso creativo del figlio d'arte Roman svela infatti l'affermazione di un'autocoscienza legata alla produzione dell'immagine, dove gli strumenti finzionali della narrazione testimoniano sempre un tessuto visivo artefatto, comunque consapevole della propria mistificazione. Le esibizioni dissacranti degli Strokes per esempio hanno luogo in un panorama autenticamente mediatico, collocato magari negli studi di un vecchio quiz show (Someday) o inscritto per Last Nite entro un tipico contesto scenografico anni '70.
Come un trailer per "Il Giardino Delle Vergini Suicide" (lungometraggio diretto in famiglia guarda caso da Sofia Coppola), il video di Playground Love rappresenta invece un'esplicita dichiarazione d'intenti sul piano dell'autoreferenzialità: le vicende sfortunate di un chewing-gum offrono la scusa per rimontare alcuni fotogrammi del film e raccontare una storia diversa con le medesime sequenze. Sino a snaturare totalmente il corso della pellicola originaria, resa duttile e malleabile proprio come una qualsiasi gomma da masticare. Un'analoga manipolazione registica pervade anche i ritmi sincopati dell'epocale Revolution 909, operazione artificiosamente circolare con un flashback lambiccato quanto pretestuoso.
L'approccio metalinguistico torna in Praise You di Fatboy Slim con il ricorso alla candid camera e all'improvvisazione. Una malferma super-8 (peraltro visibile nel gioco di riflessi innescato da un'ampia vetrata) sembrerebbe ritrarre le prove generali di un ipotetico clip ambientato in città; eppure la buffa coreografia "casual" illustrata dal duo Jonze-Coppola intende solo cogliere le reazioni dei passanti incuriositi o ammirati, secondo una volontà ribadita successivamente nelle interviste finali agli attori. Pura fiction o ennesimo esperimento in stile "reality show"? Il progressivo smascheramento delle strategie televisive appare dopotutto incarnato dall'esplosione quella misteriosa "scatola moltiplicatrice di icone" in Honey di Moby.
Roman Coppola è pronto per il grande schermo (guardare "CQ" per credere), malgrado negli ambienti hollywoodiani resti ancora un figlio di papà. Ovvero, il simbolo di un mondo che cambia.

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