"Triple Agent – Agente speciale", di Eric Rohmer

Dopo "La nobildonna e il duca" un altro film in costume per il maestro francese, alle prese con quella che potrebbe essere una nuova serie. Ispirato a un fatto realmente accaduto nella Parigi del 1936, un giallo spionistico su un ex ufficiale dell'armata bianca russa che fa il triplo gioco tra sovietici, nazisti e i suoi ex commilitoni in esilio…

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"In Triple agent vi è un'unica istanza non plausibile, ed è la realtà stessa, questa improbabile storia di spie e rapimenti", dice Eric Rohmer a proposito del suo nuovo film, presentato ben due anni fa alla Berlinale e solo ora in uscita sui nostri schermi. Eppure lo spunto viene al maestro francese proprio da un fatto di cronaca, accaduto in Francia nel 1936, mentre l'Europa si dimenava tra il sangue della Guerra Civile spagnola, l'emergere del Fronte Popolare francese e le ombre e i misteri che avrebbero portato la Russia a collidere con la Germania nazista, aprendo le porte a una nuova guerra. Siamo a Parigi e i protagonisti sono Fiodor, un ex ufficiale delle truppe zariste rifugiatosi in Francia, assieme a tanti altri russi, dopo la sconfitta subita ad opera dell'Armata rossa, e la sua amatissima moglie, Arsinoé, greca, di salute cagionevole, donna dedita all'arte della pittura e al piacere della convivialità. In realtà Fiodor è una spia, un agente neanche tanto segreto, al servizio un po' dei sovietici, un po' dei nazisti, un po', forse, dei russi bianchi anticomunisti… Probabilmente non sa neanche lui per chi lavora davvero. Quello che è certo è che lo scopo di Fiodor è racimolare un po' di soldi per tornare in Russia, sulle sponde del Mar Nero, per offrire alla moglie malata il clima salubre della sua terra. In realtà, questo "triplo agente" è destinato a sparire nel nulla, dando alle cronache parigine un caso all'epoca clamoroso e lasciando sulle spalle della moglie il peso di un processo che la vedrà infine unica condannata. Rohmer, ovviamente, ne fa un giallo da camera, sviluppato come fosse "un esperimento di dialettica, con le parole", come dice lui stesso, lavorando sul versante della menzogna che s'intreccia alla verità, in sospensione su ciò che si sa, ciò che appare, ciò che si crede di sapere e ciò che in realtà si ignora…

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Lo spunto serve a un ennesimo racconto morale, che pone a confronto i personaggi con la loro natura interiore e con il peso delle loro azioni, in un intrigo di luce ed ombra, fiducia e sospetto: "Il mio protagonista – dice Rohmer – continua a domandarsi se si trova al cospetto di una verità, oppure se è vittima di una manipolazione, se quelli che va scoprendo sono segreti, oppure se si tratta di una trappola nella quale sta per cadere". Ed è straordinario come, dopo La nobildonna e il duca, Rohmer continui con Triple Agent a utilizzare la storia europea come un quadro nel quale inserire le sue figure: qui l'idea di partenza era addirittura quella di utilizzare i cinegiornali d'epoca alla stregua dei dipinti nel suo film precedente, ovvero come fondali su cui far recitare in trasparenza digitale gli attori. Ma, di fronte alle difficoltà tecniche incontrate, Rohmer ha finito col sospingere la realtà del mondo nella passione per la pittura della protagonista, che cerca nella naturalezza dei suoi quadri uno statuto di verità che evidentemente non può appartenerle e non può conoscere. Come in un film di Straub-Huillet, la vita in Triple Agent sta dentro/fuori lo schermo, immobilizzata eppure vitalizzata nella scontornatura di una cornice che ne delimita l'altrove. Mentre il gioco sublime del suo cinema, porta Rohmer a definire una nuova stagione, legata alla Storia e alle sue relazioni. Lui prima abbozza: "In effetti, si potrebbe dire che ho aperto una nuova serie costituita da tragedie a sfondo storico". Poi approfondisce: "Dal punto di vista ideologico sono tragedie: i personaggi hanno convincimenti politici che li portano a discutere e per i quali mettono a rischio le proprie vite. Si tratta di film ambientati in epoche passate proprio perché mi sarebbe impossibile ottenere lo stesso risultato con film di ambientazione contemporanea. Per poter realizzare questi film ho bisogno della distanza data dalla Storia". A noi non resta che attendere altre distanze…


Titolo originale: Triple Agent


Regia: Eric Rohmer
Interpreti: Katerina Didaskalou, Serge Renko, Cyrielle Lair, Grigori Manoukov
Distribuzione: Bim
Durata: 115'
Origine: Francia, 2004


 


 

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