"Buffalo Soldiers", di Gregor Jordan

Il film mette in scena una condizione esistenziale decisamente atipica rispetto a tanti film sullo stesso argomento: non riguarda l'orrore, la paura, l'atrocità di ogni conflitto, bensì l'assoluta perdita di significato dell'essere militari in tempo di pace.

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Germania Ovest, ottobre 1989. A poche settimane dalla caduta del muro di Berlino, in una base militare americana c'è ben poco da fare. Allora i soldati si impegnano come possono: spacciano eroina, contrabbandano armi e detersivi e, strafatti, se ne vanno in giro coi carri armati schiacciando tutto quello che si trovano davanti. Ma l'arrivo di un nuovo comandante (e di sua figlia) cambierà le abitudini del posto.

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La distribuzione cinematografica italiana nei mesi di luglio e agosto è sempre un indecifrabile mistero, ma ogni tanto si possono anche trovare belle sorprese, come appunto questo Buffalo Soldiers. Un film questo che a dire il vero ha riscontrato problemi ovunque: pronto nel 2001, dopo l'11 Settembre si è visto sbattere le porte in faccia da tutte le parti; l'uscita americana è stata così rimandata alla primavera 2003, ma a causa della guerra in Iraq è stato distribuito in Usa e Inghilterra solo nell' agosto successivo, in poche sale e praticamente senza campagna pubblicitaria. Ora che possiamo vederlo anche noi, possiamo capire benissimo il perché di tanti ostracismi: in tempi in cui la visione del mondo che ci circonda vuole spesso essere unilaterale, il film ci ricorda quanto sia importante assumere un punto di vista che sia altro. E difatti le accuse di antiamericanismo sono piovute un  po' da tutte le parti, al punto che in sede di conferenza stampa il cast si è trovato oggetto di attacchi tanto verbali quanto fisici (nello specifico, bottigliate d'acqua).


Buffalo Soldiers mette in scena una condizione esistenziale decisamente atipica rispetto a tanti film sullo stesso argomento: non riguarda l'orrore, la paura, l'atrocità di ogni conflitto, bensì l'assoluta perdita di significato dell'essere militari in tempo di pace. I protagonisti non sono i classici eroi a stelle e strisce (nella sequenza iniziale la bandiera americana viene mostrata quasi come uno zerbino), bensì ragazzi che hanno scelto l'esercito per non finire in galera, o per mancanza di alternative: non sanno cosa sia la guerra e non sanno nemmeno in quale parte della Germania si trovino; fuori dalla loro base il muro di Berlino sta crollando, ma non possono accorgersene perché troppo impegnati a giocare al massacro. Con ironia, surrealismo e, perché no, anche con qualche furbizia, Jordan ci racconta la guerra che ogni soldato combatte con sé stesso, perché se la pace non esiste è perché noi abbiamo voluto che fosse così. E' un film che sembra fermarsi alla farsa, all'aspetto più grottesco delle cose ma che invece riesce ad andare a fondo e a dimostrarsi più complesso di quanto non sembri: naturale, quindi, che un prodotto simile oggi faccia paura a molti.


 

Titolo originale: Buffalo Soldiers


Regia: Gregor Jordan


Interpreti: Joaquin Phoenix, Scott Glenn, Ed Harris, Elizabeth McGovern, Anna Paquin


Distribuzione: Buena Vista International Italia


Durata: 98'


Origine: UK, Germania, 2001

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