"Volevo solo dormirle addosso", di Eugenio Cappuccio

Dentro "Volevo solo dormirle addosso" c'è un racconto corretto, scolasticamente ineccepibile, come se Cappuccio volesse mostrare di essere maturato come regista e avesse cose di interessanti da raccontare. Magari è interessante l'argomento, ma non è minimamente interessante il modo in cui lo racconta.

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Presentato per la sezione Orizzonti all'ultimo festival di Venezia, Volevo solo dormirle addosso segna la prima regia in solitudine di Eugenio Cappuccio; questi infatti aveva già diretto assieme a Nunziata e Gaudioso, Il caricatore (1996) e La vita è una sola (1999). L'opera vede protagonista Matteo Pressi (Giorgio Pasotti), un manager trentenne che lavora in una grande multinazionale, la MTI, che vende microchip. Da addetto alla formazione del personale viene trasformato dagli alti dirigenti francese in un killer; visto che la società è in crisi, dovrà licenziare 25 dipendenti in poco più di 2 mesi. Ambientato in una Milano gelida, vista solo attraverso gli scorci, frammenti di serate mondane o freddi interni d'uffici, Volevo solo dormirle addosso rappresenta un'altra analisi sul mondo del lavoro dopo Mobbing – Mi piace lavorare. Ma se il film di Francesca Comencini era denso d'umanità, nell'opera di Cappuccio invece tutto sembra essere rigidamente calcolato, dai movimenti geometrici della macchina da presa dentro l'ufficio, con tanto di inquadratura dietro la testa del protagonista, alla trasformazione dei personaggi in macchiette da post-commedia all'italiana come il dipendente che insiste di firmare l'ultimo giorno di dicembre per andarsene alla cameriera che va a fare i lavori domestici a casa di Matteo. Come Mobbing anche Volevo solo dormirle addosso altera la sfera professionale a quella privata del protagonista, legato a una ragazza (Cristiana Capotondi) con la quale non si vuole legare ma solo dormirle addosso e che invece s'invaghisce di un'affascinante e più vera ragazza camerunense, Angelique. Ma la pellicola, scritta da Massimo Lolli e Alessandro Spinaci, si riduce a mostrare, con esiti vani, l'isolamento emotivo e professionale di Matteo mettendo solo pallidamente in luce il suo malessere, come negli incontri mondani con gli amici della fidanzata e da un punto di vista narrativo finisce per essere prevedibile visto che poi la 25° persona ad essere fatta fuori sarà proprio Matteo. Dentro Volevo solo dormirle addosso c'è un racconto corretto, scolasticamente ineccepibile, come se Cappuccio volesse mostrare di essere maturato come regista e avesse cose di interessanti da raccontare. Magari è interessante l'argomento, ma non è minimamente interessante il modo in cui lo racconta.

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Regia: Eugenio Cappuccio


Interpreti: Giorgio Pasotti, Cristiana Capotondi, Faju, Ennio Sassi, Ninni Bruschetta, Sabrina Corabi, Carlo Freccero


Distribuzione: Mikado


Durata: 97'


Origine: Italia, 2004

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