"Tutte le ex del mio ragazzo", di Nick Hurran

Dai morti apparenti di "Bara con vista" all'eccitante consapevolezza sulla virtualità (ri)creativa che la "cattiva maestra" mette a disposizione. Nick Hurran si dimena tra la "british comedy" contemporanea e la classicità americana anni cinquanta partorendo una sit-com per effetto e difetto.

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La naturale vulnerabilità di Brittany Murphy è la qualità permeabile di un'interprete, immedesimazione giusta e pressoché perfetta di una "creatura" che si dimena tra la "british comedy" contemporanea e la classicità americana anni cinquanta. Doris Day è ancora un miraggio ma quel fisico asciutto, lo sguardo sbarazzino e malizioso, la romantica ingenuità sono i segni evidenti non solo della giovane attrice ma probabilmente del cinema di Nick Hurran a metà del guado. Inglese di nascita e di formazione, prova ad allargare i propri confini e la commedia degli equivoci perde il filo tra realtà e rappresentazione, fiducia e tradimento. Stacy sogna una vita da donna in carriera alla Melanie Griffith; è in televisione che vuole sfondare ma come mastro burattinaio dei talk-show (costanzian/defilippiniani, per intenderci). È assunta da un ente per coprire il ruolo di produttrice associata e lega con una collega alquanto ambigua (Holly Hunter). Per caso scopre il palmare del suo ragazzo che si rivelerà essere una sorta di libro nero tecnologico in cui sono ancora custoditi numeri, messaggi e foto compromettenti. La televisione sarà il pretesto per avvicinare le ex del suo ragazzo perché è troppo forte la tentazione di saperne di più. Il piccolo schermo è il più efficiente dei terapeuti, il più comodo dei confessionali, il più sacro degli altari(ni), ma anche il più temibile dei manipolatori. Succhiare per essere risucchiati è il destino di chi si spinge troppo in là, sfornando freschezza, umorismo, idee balorde e verità: è come pietrificarsi al volante e bloccare il traffico, facendo scorrere l'inizio della fine di una storia da sit-com, con gli studi/set televisivi aperti/chiusi permanentemente ai "best of" delle dementi stramberie, degli isterici viavai, delle fittizie (in)comprensioni. In Bara con Vista, Nick Hurran le sparava di getto, ma sembrava più a suo agio con quei "morti apparenti".

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Sovvengono misteriosi ralenti, assopimenti ritmici, inconsulte reazioni attorali, contraddizioni in un presunto e banale assetto ordinato: le sole "incompletezze" che sfuggono al format scontatamente dominante. Ma l'epilogo ripaga gli irriducibili dell'happy end tradizionale. Tutto in coda: la realizzazione di un sogno, lo svenimento e l'eccitante consapevolezza  sulla virtualità (ri)creativa che la "cattiva maestra" mette a disposizione. Il palmare è al centro dell'intreccio, al centro dei pensieri, come una "suadente maestrina": fa trepidare, ma bisogna avere polso ed abilità perché possa trasformarsi in un'arma bianca e purificatrice.


 


Titolo originale: Little Black Book


Regia: Nick Hurran


Interpreti: Brittany Murphy, Holly Hunter, Kathy Bates, Ron Livingston, Julianne Nicholson, Stephen Tobolowsky, Kevin Sussman


Distribuzione: Columbia TriStar Films Italia


Durata: 97'


Origine: USA, 2004


 

 

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