I FILM IN TV – Film della settimana: LA CONGIURA DEGLI INNOCENTI di Alfred Hitchcock

Ci sono film inclonabili più di altri. L'unica commedia nera di Hitch ne è uno degli esempi più limpidi per crogiuolo di umori, odori irripetibili, figure inimitabili. Autentico e sottovalutato gioiello macabro-grottesco e suo film più superficialmente personale con una già splendida Shirley MacLaine all'esordio. Giovedì 28 aprile,16.30 Rete 4

--------------------------------------------------------------
CORSO COMUNICAZIONE DIGITALE PER IL CINEMA DALL'11 APRILE

--------------------------------------------------------------

Ci sono film inclonabili più di altri. L'unica commedia nera di Hitch ne è uno degli esempi più cristallini per crogiulo di umori, odori irripetibili, figure inimitabili. Autentico e sottovalutato (a parte i 6 mesi d'incantamento-permanenza nelle sale parigine alla sua uscita in qualità di film che più gli procurò fama in Francia) gioiello macabro-grottesco (con impagabili accensioni surreali: il bambino per cui "oggi è domani perché ieri era oggi e domani sarà ieri") e suo film più "superficialmente personale" con una già splendida, esordiente, Shirley MacLaine 20enne ed un Gwenn delizioso (al quarto e ultimo film con il regista dopo Fiamma d'amore, Vienna di Strauss e Il prigioniero di Amsterdam). Apparente divertissement hitchcockiano in cui la morbosità è temperata/nascosta nei volutamente impressionisti oro e rosso (in Vistavision) dell'autunnale New England fotografato da Burks (suo direttore della fotografia per tutto il memorabile periodo '50 -'64, fatta eccezione per Psycho) e nelle focaccine delle signora Gravely. Prima delle otto straordinarie partiture composte da Herrmann per Hitchcock dove il compositore-direttore da prova del suo enorme potenziale (ma Quarto potere già ne dava "un'idea"…) nel dolcissimo motivo degli archi per le sequenze sentimentali, negli interventi dei corni e nel gioco contrappuntistico tra clarinetti e fagotti che sottolineano i momenti più macabri come nella finezza psicologica di smorzare la musica ad ogni tentativo di spostare Harry, quasi per permettere allo spettatore di udire il delicato e "rasserenante" fruscio delle foglie autunnali, sintetizzando mirabilmente con la suite Portrait of Hitch la personalità fisica del regista. Nella perturbante realtà hitchcockiana la battuta "è accaduto forse qualcosa?" rivolta dalla signorina (da tradurre zitella) Gravely al capitano di Gwenn che sta cercando di fare uscire di scena Harry teatralmente "con i piedi in avanti" è il baricentro, l'essenza, sia sonora che tematico-linguistica del film. Sonora poiché è pronunciata dalla Natwick con quel distacco e soprattutto con quella lentezza tipici del mondo inglese al quale ci si vuole richiamare e tematico-linguistica perché afferma l'understatement tanto caro e congeniale a Hitch.

--------------------------------------------------------------
#SENTIERISELVAGGI21ST N.17: Cover Story THE BEAR

--------------------------------------------------------------

Proprio la miscela perfetta dei due fulcri principali della pellicola, la lentezza e l'understatement, (sembrerebbe di parlare del cinema di Tati…) rendono unica nella storia del cinema questa pellicola e ne fanno un importante tassello del testamento mentale composto da Hitchcock attraverso la sua opera. Harry, protagonista/pretesto-elemento scatenante-falsa pista (il "Mac Guffin" direbbe Hitchcock) che dà avvio alla storia, possiede una fumettistica pregnanza simbolica: l'incognito (x), l'imprevisto ma anche, per la sua potenzialità sovvertitrice, il diavolo ("Harry" in inglese ha anche questo significato!) che tutti vogliono rimuovere (fisicamente e figurativamente) ma della cui morte, paradossalmente, si sentono, vogliono essere, al tempo stesso, responsabili in un buffo fenomeno di transfert comunitario. Ed Harry è lo stesso nome che la falsa veggente Madame Blanche (Barbara Harris) affibbia al suo "Caronte ultraterreno" nell'ultimo film hitchcockiano Complotto (leggi "congiura") di famiglia. La possibilità di girare televisivamente (curiosità: John Forsythe vedrà avviarsi con questo film una carriera televisiva che troverà il suo culmine in Dinasty) in forma di lungometraggio un soggetto così esile ed ottenerne gli effetti più affascinanti è la "molla" che Hitchcock sceglie per stimolare le proprie capacità in questa sorta di "prova tecnica" del masterpiece di matrice televisiva Psyco, erede del distintivo humour macabre che ricopre come una glassa questa Congiura. E la prima immagine che viene in mente pensando al film sono i piedi (progressivamente con scarpe, calze e nudi come a suggerire la progressiva spoliazione-putrefazione del corpo abbandonato dalla vita) di Harry, un modo (per un regista che "impressionando la vita sulla pellicola ha raccontato la morte più di qualsiasi altro", come chiosò splendidamente Truffaut) di mostrare, attraverso la parte meno nobile del corpo, l'ineluttabile volgarità, la bassezza della morte che ci colpisce quando meno ce l'aspettiamo.


 


La congiura degli innocenti di Alfred Hitchcock
con John Forsythe, Edmund Gwenn, Shirley MacLaine, Mildred Natwick, Jerry Mathers                                                                                                              


Usa, 1955 (99')


 


Giovedì 28 aprile, ore 16.30 Rete 4


 

--------------------------------------------------------------
CORSO ONLINE SCRIVERE E PRESENTARE UN DOCUMENTARIO, DAL 22 APRILE

--------------------------------------------------------------

    ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI SENTIERI SELVAGGI

    Le news, le recensioni, i corsi di cinema, la riviste, i libri, gli eventi e tutte le nostre iniziative