FILM IN TV: "Arianna" di Billy Wilder

Soffice come la panna montata. Il cinema di Wilder già pensa alla sublimità di "A qualcuno piace caldo" e centra un grande film preparatorio di soavità così aeree da surclassare l'evanescenza stessa. E' la scintillante magia del cinema al lavoro con implacabile e terrificante raffinatezza. Domenica 9 ottobre alle 09.55 su Raitre

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Stuzzicandovi con un gioco di parole filmografico "i giorni" del Lubitch-touch non sono ancora "perduti" per il vecchio Billy. Arianna, che inaugura lo straordinario sodalizio con lo sceneggiatore I.A.L. Diamond, è uno degli esempi più alti (e semplici) di cosa significhi lo stile nell'arte, quel dono che o ce l'hai o non te lo regala nessuno. E Wilder, come pochissimi nella storia del cinema, l'aveva insieme a quell'innumerevole turbinìo di cadeaux che i geni devono possedere per essere tali. Già la sonorità e semanticità del magnifico titolo originale Love in the afternoon ci calano immediatamente, per incanto, nella seta di un ambiente-bozzolo ovattato, lontano dagli squallori del mondo esterno, caldo e accogliente come un ventre materno, la stanza del Ritz che si affaccia sulla parigina place Vendôme nella quale una Audrey Hepburn post-Sabrina e pre-Colazione da Tiffany e un Gary Cooper in declino ma ancora con schegge in corpo di splendido sciupafemmine hollywoodiano, duettano in avvolgente souplesse mentre intorno a loro orbita la pariginità cinematografica per eccellenza di Maurice Chevalier. Parmion sui Cahiers du cinéma lamentava all'epoca il paradosso che pur essendo un "film sull'amore, e sul più fisico" fosse opera di un "cuore secco" come la silhouette della Hepburn, ma il cuore dell'immenso regista americano è semplicemente (come il suo cinema) "chirurgico" e con la freddezza del suo bisturi/penna-m.d.p. giunge fino alle calde viscere dell'umanità. Wilder, pur rinchiudendo due esseri umani così affascinanti per quasi tutto il film in un ambiente, attua la frustrazione di non permettergli di fare mai l'amore non tanto e non solo per suggerirci con l'assenza le difficoltà nei rapporti personali ma semplicemente perché egli stesso sta già "compensando" questa castrazione facendo l'amore col cinema dell'adorato maestro Lubitch in mezzo a travestimenti, raddoppiamenti, equivoci, trompe-l'oeil, carrelli portavivande che sfondano gli ambienti passando continuamente da una camera all'altra della suite e divi ubriachi che ondeggiano al ritmo di una Fascination eseguita da un'orchestrina di quattro zingari. Per chi non l'avesse ancora visto è, quindi, d'obbligo scardinare l'abitudinario risveglio tardo della domenica mattina e fare una "levataccia"… oppure programmare il timer del videoregistratore o (ancora meglio) del dvd recorder.

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ARIANNA di Billy Wilder con Audreay Hepburn, Gary Cooper, Maurice Chevalier, John McGiver, Lise Bourdin, Bonifas, Claude Ariel
Usa, 1957 (126')                                                                     Domenica 9 ottobre, ore 09.55 Raitre

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