Nel cinema degli anni '80 assistiamo ad uno strano fenomeno visivo. Si possono rintracciare i segni di un'estetica cinematografica alla ricerca di un nuova forma d'espressione. L'alba degli effetti visivi prorompeva nel panorama americano con una forza devastante ed alcuni registi seppero approfittarne in maniera decisiva ristabilendo i confini tra fantasia, sogno e realtà. Scorrendo, a memoria, alcune produzioni dell'epoca si trovano interessanti esperimenti trans-genere di indubbio fascino: Zemeckis: All'Inseguimento della Pietra Verde, Ritorno al Futuro; Dante: Gremlins, Explorers; Reitman-Ramis: Ghostbusters; Howard: Splash; Landis: Tutto in una Notte, Una Poltrona per Due. Badham: War Games; Lynch: Dune; Carpenter: Grosso Guaio a Chinatown, Starman; Scott: Legend; Levinson: Piramide di Paura; Coppola: Peggy Sue si è Sposata. Ladyhawke appartiene a questo insieme di opere, sin dai primi fotogrammi il film ci restituisce in filigrana una sinestetica visione del mondo medioevale. Cavalieri, dame, maghi, incantesimi. Per Richard Donner la parte più difficile, ma sapientemente portata a termine, di amalgamare un cast eccellente: Broderick, Hauer, Pfeiffer, Wood e McKern, location naturali perfette (tutto made in Italy tra Abbruzzo e le provincie di Cremona e Piacenza), musiche sinfoniche contaminate con un filo di rock e adattate da un ex componente della band degli Alan Parson Project, e la fotografia di Vittorio Storaro. La trama: Phillipe Gaston detto il Topo (Broderick) fuggito dalle tremende prigioni di Avignone e braccato dai soldati al soldo del malefico, e in odore di stregoneria, Vescovo di Avignone (Wood) viene salvato dal capitano Navarre (Hauer). Presto Gaston scopre la maledizione che accompagna il capitano e il suo fedelissimo falco. In passato il vescovo, scoperto l'amore tra Navarre e la bellissima Isabeau (Pfeiffer), decide di vendicare la sua rancorosa gelosia con un'incantesimo che li separi per sempre. Un lupo di notte e un falco di giorno, Navarre e Isabeau vivono il loro amore tra l'alba e il tramonto quando i loro corpi subiscono la malefica trasformazione. Proprio la luce è l'elemento dominante  del film di Donner. Come un'instancabile narratrice disegna Isabeau come una figura cerniera tra la notte e il giorno, tra la natura animale del falco e la spiritualità delle tenebre. La coppia Donner-Storaro accetta la sfida e costruisce l'intera opera filmica sulla cerniera tra l'alba e il tramonto delineando con notevole maestria le complesse scene che racchiudono la spiritualità dello scontro tra luce-buio. Così il finale dell' eclissi  in cui lo scontro tra il capitano Navarre e le forze del vescovo segna la conclusione delle sue gesta di cavaliere errante amplifica l'abbraccio conclusivo dei due, ormai singole entità unite più di prima nel sentimento. Il disegno di un bagliore che entra dal rosone infranto dell' abbazia è il luogo dove la luce si riconferma unica autrice; è lei, parafrasando Storaro, a "scrivere" la storia, ultima a scomparire persino nella progressiva dissolvenza ai titoli di coda.

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LADYHAWK di Richard Donner
con  Matthew Broderick, Rutger Hauer, Michelle Pfeiffer, John Wood, Leo McKern, Ken Hutchinson
USA 1985, 121'
Sabato 24 dicembre 14:10 Canale 5

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