FILM IN TV: "Wall Street" di Oliver Stone

Il tentativo di Stone è quello di caratterizzare la storia come una sorta di nuovo viaggio all'inferno del protagonista Charlie Sheen, reduce da "Platoon", che dopo il Vietnam viene scaraventato nella giungla dell'alta finanza, con un magnifico cattivo pluripremiato Michael Douglas nei panni del mefistofelico Gekko. Sabato 1° aprile ore 24:45 Rete 4.

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Fa uno strano effetto da "archeologia anni Ottanta" rivedere oggi, quasi venti anni dopo, questo film che Oliver Stone realizzò nel 1987. Stone veniva dal grosso successo e dagli Oscar ricevuti per Platoon e questo suo lanciarsi senza inibizioni di sorta alla descrizione meticolosa e spietata del mondo della borsa e dei broker non solo rientrava nell'ambito della sua critica ideologica al sistema americano, ma era anche un omaggio, esplicito, al padre, agente di borsa per una vita. L'effetto archeologia è accentuato da quell'apertura, sui titoli, proprio sulle Twin Towers, all'epoca, e oggi possiamo dirlo, nel pieno clou della loro funzione di simbolo e bastione del capitalismo americano. E un po' tutto Wall Street – che pure ci appare così dannatamente rétro nel suo sforzo tecnologico pre-internet (e questo ci apre spiragli di riflessione su quanto Internet ha già modificato la storia dell'umanità…), pre-cellulari, pre-personal computer portatili, ecc…. – sembra voler celebrare una sorta di canto del cigno del capitalismo rampante, che in quegli anni vedeva il liberismo reaganiano trionfare. Ma l'utopia ideologica di Oliver Stone, che caratterizza i suoi film da sempre, con alterne fortune estetiche, questa volta più che una profezia sembra aver completamente preso un abbaglio, e il mondo della finanza (e il capitalismo nel suo complesso) nell'era Internet si è reso ancor più immateriale ed astratto di allora. Stone si sforza con la sua macchina da presa sempre in movimento e il suo montaggio esageratamente frenetico di movimentare l'isterico mondo dei broker, ma il risultato, ahinoi, rimane di una noia mortale, ed è forse vero che per un cinema spettacolare e così bisognoso di effetti e movimento come quello di Stone l'ambiente borsistico rimane troppo statico e in qualche modo, opprimente. Il tentativo è quello di caratterizzare la storia come una sorta di nuovo viaggio all'inferno del protagonista Charlie Sheen, reduce appunto da Platoon, che dopo il Vietnam viene scaraventato nella giungla dell'alta finanza, con un magnifico cattivo pluripremiato Michael Douglas nei panni del mefistofelico Gekko, che instraderà il giovane Bud sulla via della perdizione. Pieno di battute tipiche della Hollywood liberal ("Sarai mica un ingenuo da credere di vivere in una democrazia? E' il libero mercato!" esclama Gekko a un sorpreso Bud) il film di Stone prende decisamente le parti dell'America qualunque, quella che lavora e produce fuori dalle lotte di squali della borsa di New York. E la figura del padre di Bud, un Martin Sheen perfetto nel ruolo "doppio" di padre dell'attore e del protagonista del film, diventa per Stone il simbolo di un'altra America, quella che "costruisce invece di vivere sulle compravendite degli altri", come recita nel finale.

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WALL STREET di Oliver Stone
con Charlie Sheen, Michael Douglas, Martin Sheen, Daryl Hannah
USA 1987, 121'
sabato 1° aprile ore 24:45 Rete 4.

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