FILM IN TV: "Stregata dalla luna" di Norman Jewison

“Stregata dalla luna” fonda le proprie fortune sugli stereotipi, offrendo un puro segno di commedia, uno spettacolo patinato e divertente, grazie ad una robusta scrittura che riesce a coprirne i difetti. Sabato 22 aprile ore 21 La 7.

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Cosa apprezzarono i giurati degli oscar 1988 in un film come Stregata dalla luna (Moonstruck) quando consegnarono le statuette per la migliore sceneggiatura (John Patrick Shanley) e quella per la migliore attrice protagonista e per la migliore non protagonista? Forse si sono fatti catturare dal fascino seduttivo di Cher o dalla grazia leggera di Olympia Dukakis, dal faccione di bambinone di Nicolas Cage? O più semplicemente dalla robusta scrittura che riesce a coprire anche i difetti di questo film con cui, nel 1987, Norman Jewison, si prende una pausa dal suo cinema liberal per girare, nell'ambiente degli italo-americani, questa scanzonata commedia sulla storia di una sfortunata vedova e del suo nuovo matrimonio?

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Il film, in realtà, era già stato selezionato, con un buon (inatteso) esito, anche al Festival di Berlino di quell'anno, dove, in verità, i più accorti, da un cineasta come il canadese Jewison, si attendevano qualcosa di più anche all'interno di un dichiarato stereotipo della commedia.


È proprio sugli stereotipi che il film fonda le proprie fortune e sull'uso talora magistrale di questi, paradossalmente, i suoi momenti più esilaranti, segno di un grande mestiere e di una capacità di truccare le carte per fare apparire ciò che non è, narcotizzando lo spettatore, annullando il suo senso critico sotto una coltre di riuscite situazioni comiche. Il tutto però nei limiti di un uso calibrato e ponderato del mestiere, senza invenzioni e senza la luminosa voglia del rischio.


Eccessi e difetti degli italo-americani, iperboli sulla loro vera o presunta mafiosità, tradotta da un'attenzione alla caratterizzazione dei personaggi, a volte eccessiva, che trascolora nella maniera, nell'insistenza di alcuni tratti che, alla lunga, tendono a scoprire il gioco di una evidente eccessiva voglia d'apparire.


Pregi e difetti di un film che ripaga di tanto dei suoi cento minuti di durata, ma che non può, per genetica incapacità, offrire altro che un puro segno di commedia, spettacolo patinato e divertente, ma che non graffia e non lascia segni, confezionato da chi conosce bene le regole dello spettacolo e della forza di un cinema in cui l'eccessivo sta nel seminare i buoni sentimenti.


Un'ultima annotazione va fatta per Vincent Gardenia, padre e padrone della famiglia Castorini. Una presenza carismatica in quel cinema di carattere che tanto ha arricchito i sogni degli spettatori. Qui Gardenia gioca con il suo fisico incarnando, in una ambiguità sfumata ben più brillante e molto meno accademica degli altri coprotagonisti, un'impronta d'attore alla quale ci aveva abituato e per la quale sarà difficile dimenticarlo.


 


Stregata dalla luna di Norman Jewison (USA 1987)
con Nicolas Cage, Cher, Danny Aiello, Olympia Dukakis
sabato 22 aprile ore 21 La 7

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