FILM IN TV: "La grande guerra" di Mario Monicelli

Primo piano e sfondo. Il tipo ideale e il tipo umano. L'assurdo visto dagli occhi codardi di Sordi è l'assurdo della realtà – infinitesima o mondiale – che la dilatazione operata da Monicelli veicola a colpi di tempi e semplicità. Giovedì 3 maggio alle 21.05 su Rete4

--------------------------------------------------------------
CORSO COMUNICAZIONE DIGITALE PER IL CINEMA DALL'11 APRILE

--------------------------------------------------------------

Cosa da uomini, la guerra. Lo annunciano già i particolari dei titoli di testa. Lì per caso, tratteggiati abilmente dai dialoghi di Age e Scarpelli – felice sintesi di teatro e naturalismo – spaesati non meno dell'asino che li accompagna in una scena, gli italianissimi Oreste Jacovacci e Giovanni Busacca si ritrovano uniti 'dal sacro dovere'. Primo piano e sfondo. Il tipo ideale del soldato e il tipo umano reale. Monicelli è abbastanza vicino da catturare l'anima/volto dei protagonisti, abbastanza lontano da non perdere mai di vista lo sfondo collettivo, dove la collisione dei dialetti fa da contraltare ad un'assurdità che non ha troppo bisogno di essere inventata né costruita. "Ma dove siamo?!" è la domanda che punteggia a più riprese la pellicola: comicità di gag, di parola, di fenomenologia del vivente e tristezza, sgomento, impotenza. Tragedia e commedia si rincorrono lunghe le linee di fuga di treni, file, corse notturne, di chiacchiere oziose sul cinema e la vita, racconti di amori vissuti e dive sognate. Guerra e gioco, indistintamente. Un equilibrato alternarsi di humor – funzionante dopo quasi cinquant'anni – e brutalità. La brutalità delle scene di battaglia, così reale di violenza lontana dall'esasperazione, per questo realmente toccante, è punteggiata dall'umanità di Alberto Sordi e Vittorio Gassman, che continuamente rimbalza dai due all'intero battaglione, particolare e insieme, dialettica che è la chiave di volta del film, fin dal carrello iniziale che mostra la fila dei soldati per poi ritrarre il primo incontro tra i due protagonisti. E la brutalità della morte. Che è un attimo, il respiro di un'inquadratura. Da quella della spia austriaca, davanti alla quale sfilano indistintamente i soldati italiani, a quella per una scarpa incastrata, o per un messaggio su cioccolata e grappa: l'assurdo visto dagli occhi codardi di Sordi è l'assurdo della realtà – infinitesima o mondiale – che la dilatazione operata da Monicelli veicola a colpi di tempi e semplicità. La trincea diventa rifugio, la stalla il posto più comodo per dormire. La grande guerra vira lentamente nella tragedia finale: da una finestra, prima la prossima vittima, poi il carnefice guardano la morte in diretta. Paura e coraggio si fondono nella sfida del volto di Gassman e nel tremore del corpo di Sordi, sfumano nelle carrellate sulle macerie umane. Leone d'oro alla XX Mostra del Cinema di Venezia, ex-aequo con Il generale della Rovere di Rossellini.

--------------------------------------------------------------
#SENTIERISELVAGGI21ST N.17: Cover Story THE BEAR

--------------------------------------------------------------

Titolo originale: id.


Regia: Mario Monicelli


Interpreti: Alberto Sordi, Vittorio Gassman, Silvana Mangano, Mario Valdemarin, Folco Lulli, Ferruccio Amendola, Tiberio Murgia, Romolo Valli, Bernard Blier, Elsa Vazzoler


Origine: Italia, 1959


Durata: 135'


Giovedì 4 maggio ore 21.05 Rete4

--------------------------------------------------------------
CORSO ONLINE SCRIVERE E PRESENTARE UN DOCUMENTARIO, DAL 22 APRILE

--------------------------------------------------------------

    ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI SENTIERI SELVAGGI

    Le news, le recensioni, i corsi di cinema, la riviste, i libri, gli eventi e tutte le nostre iniziative