"I tempi che cambiano", di André Téchiné

Sono i tempi mutanti ad incidere nel cinema di Techine, colonizzando da sotto la superficie ogni gesto, ogni parola, ogni sentimento da esperire.

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Come nel precedente Lontano del 2001 Techiné si serve di Tangeri come terra di mezzo, frontiera di cuori e coscienze, luogo di un'inquieta sospensione tra presente e passato. Se lì era anche vista come porta verso l'Europa qui è la vecchia Europa che contamina il mondo arabo. Un mondo che è capace di uscire, aprirsi e tornare ma anche di stentare nel trovare un proprio equilibrio se non in una sofferta e continua ricerca di rimozione e rilancio. Il segno dei tempi che cambiano è dato dal nuovo centro audiovisivo (ancora un'apertura, ancora un simbolismo forzato che non tarda a meticciarsi con altri discorsi) che Antoine (Depardieu) è lì per sovrintendere. In realtà il suo vero obiettivo è ritrovare il grande amore di trent'anni prima, quella Cécile (Deneuve) che conduce, pur coadiuvata da un'assistente madrelingua, un programma notturno di dediche radiofoniche. La sua è una missione apparentemente disperata in quanto lei è ormai è sposata e resta insensibile alle determinate avancès di Antoine, che in questo lungo periodo è rimasto ossessionato dall'amor fou provato allora quando lei promise di amarlo per sempre. Impossibile non riecheggiare il truffautiano La signora della porta accanto per la medesima dimensione di utopia passionale. Qui l'eros viene giocato tutto di testa mentre thanatos si affaccia per giocare la sua partita nel finale e Cécile capirà l'importanza del ruolo di Antoine andando oltre una semplice notte riparatrice. Ma chi si aspetta pieghe melodrammatiche resterà deluso. I protagonisti sono infatti vieppiù decentrati ed emergono le figure del figlio bisessuale di Cécile, anima sperduta in un mondo familiare, e di Nadia/Aicha, paradigma dualistico di un mondo al bivio. Sono quindi i tempi mutanti ad incidere e, mentre sembrano rimanere sullo sfondo come in mille altre operazioni similari, colonizzano da sotto la superficie ogni gesto, ogni parola, ogni sentimento da esperire. Se I tempi che cambiano non può essere definito polpettone paraistituzionale all'europea ciò lo si deve essenzialmente alla consueta generosità di Techiné. Il regista francese non esita infatti a raccogliere questa messe di personaggi-simbolo a forte rischio di stereotipo ma che sanno prendere vita dai fattori esterni che ne giustificano e ne alimentano l'esistenza.

Titolo originale: Les temps qui changent
Regia: André Techiné
Interpreti: Catherine Deneuve, Gerard Depardieu, Gilbert Melki, Malik Zidi, Lubna Azabal
Distribuzione: Mikado
Durata: 98'
Origine: Francia, 2005

 

 

 

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