"Vai e vivrai", di Rade Mihaileanu

Un cinema dell'imperativo categorico quello del rumeno Mihaileanu. Fotogrammi invasi in ogni piccola parte dalla straripante trilogia generazionale di due popoli uniti da un'unica fede ma distanti dal colore della pelle. Una teoria della fuga per la vita che si infrange contro la retorica dell'immagine filmica.

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Che dire di un cinema che vorrebbe essere modello umanitario e storiografico ma che per troppa solerzia o didascalia rimane incagliato nei bassi fondali di un racconto dai toni profeticamente epici?… Radu Mihaileanu è un regista che in passato ha infranto il tabù del viaggio verso l'olocausto, ottenendo un successo internazionale con il suo Train de Vie. Un film raccontato con una certa autonomia espressiva e visiva, costruito passo dopo passo con una singolare vena di irriverente apologo antinazista. La fuga degli Ebrei, il loro modo particolare di affrontare le difficoltà e di battersi sempre e comunque contro il destino avverso. Temi ricorrenti in un viscerale bisogno di parlare dell'uomo e dei propri limiti di essere umano. Come del resto accade in questo Va e Vivrai, in cui un ragazzino etiope (non un ebreo etiope come lo sono i Falasha protagonisti del film) cerca la salvezza fingendosi ebreo per poter essere trasportato in terra santa e salvato dalla carestia africana. Così avviene e il piccolo Schlomo, abbandonata la madre nel campo profughi, inizierà la sua nuova vita adottato da una famiglia progressista di Tel Aviv. Adolescenza, amori, contrasti insanabili con il suo non essere ebreo ma sentirsi tale, la guerra, il ritorno nel campo profughi da dottore e l'incontro finale con la madre naturale. Un film che cerca di tradurre una triplice dimensione esistenziale, esitando però in molti punti. Radu Mihaileanu non si sottrae alle prove che l'attendono portando sullo schermo in ordine d'apparizione: una cronaca tragica come la morte di molti Falasha durante il viaggio verso il Sudan, porta d'ingresso per Israele; l'emarginazione di chi si sente diverso in un paese nato per accogliere chi era perseguitato; l'inserimento nella società ebraica e la presa di coscienza dell'(non)essere uno di loro ma con la volontà di lottare per il proprio popolo. Tutto molto interessante se non fosse che la regia di Mihaileanu non sa distribuire le energie, non riuscendo a incanalare tutto il magma creato da una vita in perenne lotta per la sopravvivenza nella creazione di un'autentica visione. Forse era necessaria meno enfasi e un pizzico in più di poesia.

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Titolo Originale: Va, vi et deviens


Regia: Radu Mihaileanu


Interpreti:Yael Abecassis, Roschdy Zem, Mosche Agazai, Mosche Abebe, Sirak Sabahat,


Distribuzione:Medusa


Durata: 140'


Origine: Belgio/Francia/Israele/Italia, 2005

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