Shane Black, all'esordio dietro la m.d.p., è uno di quei sceneggiatori dalla sconfinata visualità, immerso nel caso/caos della commedia, del fatto fortuito, dell'evento iniziale che si traduce nella necessità dell'azione, dell'evoluzione e della mutazione. Con Richard Donner, in Arma Letale, probabilmente ha rimodellato quel genere cinematografico della commistione tra commedia e film d'azione che non si lasciano mai, dove scena, personaggi e dialoghi esplodono e si rigenerano all'unisono, senza soluzione di continuità. Die Hard – Trappola di cristallo, L'ultimo boyscout, Spy, sono i suoi ricordi di scrittura conservati in un mondo costruito a "cassetti", come nei romanzi di Chandler, o in quei polizieschi per ragazzi degli anni '60/'70, iniziatici viaggi di eros e violenza, di baci e pallottole. C'è una voce over che ci accompagna, è quella di un ladruncolo sprovveduto (Robert Downey JR.) che, per sfuggire alla polizia, per caso si ritrova in un'audizione per un film poliziesco e trova l'attimo per interpretare se stesso e per impressionare il responsabile del casting. Comincia la festa, in una atmosfera da "carnevale sfiorito", in una Los Angeles che sembra la copertina di quel romanzo pulp, dai colori desaturati, dalle ruvide mescolanze noir, sentimentali e di suspense. Titoli come Detective's Story di Jack Smight o Senza un attimo di tregua di John Boorman, riemergono intrecciati tra l'assurda irriverenza dialogica e anime disegnate con il "distacco" del tocco, inquadrando attraverso le braccia piegate di qualcuno che sta fumando oppure facendo vedere, oltre una lampada, qualcuno nascosto nell'ombra, oppure tenendo vivi apparenti punti morti, "cul de sac" della visione. Per caso il ladruncolo rischia di diventare un attore ma, se vuole superare il provino, prima deve imparare come si diventa detective privati e come si risolvono veri casi di omicidio grazie all'aiuto di uno del mestiere (Val Kilmer). In più, nella città popolata da perdenti e malati di successo, rincontra l'amore della sua gioventù (Michelle Monaghan), aspirante attrice invischiata in un misterioso fatto di sangue. Il romanzo della vita respinge la trama unica, i personaggi positivi, l'universalità dei temi ma, si ri(av)volge al "distacco", strapazzando la realtà, mantenendo alte le capacità riflessive, pur lasciando un' intercapedine, uno spazio mentale in cui è possibile valutare il contenuto ideologico. Chi dirige è il ladruncolo che gioca con la narrazione, blocca, riavvolge, rimonta la storia: non è più l'ingenuo sognatore di magie da bambini ma, un deciso decostruttore di ogni idea morale al cinema. La romantica violenza è una satirica, sarcastica, ironica, caricaturale faccia della finzione che cresce e ti prende (e arma) la mano: cinema "irresponsabile", ricco di associazioni e connotazioni e perversamente avverso a vedere precisate tali connotazioni. Un "pastiche" autoparodico e autoreferenziale di opere precedenti: irresponsabile nel senso che prova a resistere allegramente anche a questo tipo di analisi "amichevole", di cui si fa beffe. 

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Titolo Originale: Id.

Regia: Shane Black

Interpreti: Robert Downey J.R, Val Kilmer, Michelle Monaghan, Deanna Dozier, Joel Michaely, Corbin Bernsen

Distribuzione: Warner Bros. Italia

Durata: 102'

Origine: Usa, 2005

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