L’enfant – Una storia d’amore, di Jean-Pierre e Luc Dardenne

Ne "L'enfant" i Dardenne interrompono la linearità dei movimenti, frantumando ogni sicurezza, per filmare quei sentieri ondulati e intrecciati di gesti e di sguardi, che disegnano i percorsi emotivi dell'esistenza. Gesti e sguardi che affermano l'intenzione di uscire dalla propria solitudine e di riaprirsi alla vita, alla sua seminale fertilità.

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Ci sono sentimenti che anneghiamo nel lago del cuore, in profondità, dove il sangue è più scuro e nessuno sguardo indiscreto può penetrare. Luoghi intimi, in cui fredde luci parlano ai nostri sguardi interiori bruciati dall'oscura, amara dolcezza di attese sfibranti o di assenze incolmabili. Sono i dialoghi con quegli istanti vissuti che, sebbene lontani, continuano a farci dibattere tra la notte e il giorno, la veglia e il sonno, l'erranza e la sosta, il perdersi e il ritrovarsi; istanti che continuano ad accadere attraverso i nostri occhi e a rispuntare dentro i nostri corpi, comunicandoci talvolta un senso di solitudine e di inadeguatezza, di precarietà e di inquietudine di fronte alla vita di tutti i giorni. Storie intime, familiari, storie taciute di smarrimenti e di mancanze, di percorsi devianti e paralleli riguardo alla cercata linearità prospettica del vivere. E' un'inciampare continuo, nelle nostre passeggiate solitarie, nel turbinio delle emozioni che ci espongono alla vita. Sono quei momenti che introducono alla dimensione intima della sofferenza e della comprensione. Forse all'abbandono (paterno) e al vuoto di uno sguardo in cui non potersi riflettere più come amore (filiale). Sono le tracce, che ripercorriamo ossessivamente, di corpi lontani e solo sfiorati in un confronto estenuante con noi stessi. Il seme di un pensiero che non ha alcuna semplicità, volto a nutrire, com'è, un disordine del desiderio e un abbandono all'infinito nero della malinconia, al tormento profondo dell'animo in cui si brucia con maggiore intensità. Tra la vita e la profondità del nostro animo talvolta si posiziona il cinema con tutta la sua dirompente intensità. Un cinema che chiede, ancora una volta, di mettere in gioco la nostra vita. E' il caso della storia semplice e dolente di Bruno (Jeremie Renier), un giovane ventenne, e di Sonia (Deborah Francois), una ragazza di diciassette anni. Sonia mette al mondo un bambino; ma Bruno unicamente preoccupato dei suoi traffici ha difficoltà ad accettare la nuova situazione.

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Con questo film i cineasti belgi, Jean-Pierre e Luc Dardenne hanno vinto la Palma d'oro al 58° Festival di Cannes, sei anni dopo quella vinta con Rosetta (1999). L'enfant – Una storia d'amore è una penetrante meditazione sulla paternità e sul frutto nato dal seme dell'uomo. Una storia intima, una deriva dell'animo che lascia emergere lentamente la verità dispersa delle cose. Una riflessione sulla paternità assente, sull'abbandono dei figli alla vita, sulla solitudine dei padri, sul loro desiderio/bisogno di essere perdonati, per aver messo al mondo dei figli, senza poterli riscattare. Ancora una volta la macchina da presa dei Dardenne cattura la varietà dei rumori, di cui sono pieni gli ambienti, e si addossa in maniera epidermica ai visi, ai corpi dei personaggi, cogliendone i respiri, i fremiti, i sussulti, gli slanci, gli attimi di stanchezza e di estrema tensione; quella tensione essenziale alla quale i corpi sono sottoposti dalle continue traiettorie tracciate (un esempio di questo lavoro sul corpo, dei due cineasti, è la sequenza nella quale Bruno e il suo piccolo complice, dopo un furto, sono costretti, per sfuggire alla polizia, ad immergersi nelle fredde acque di un fiume). Ne L'enfant, come nei precedenti film, i Dardenne interrompono, quasi con violenza, la linearità dei movimenti, frantumando ogni chiusura, ogni sicurezza, per filmare quei sentieri ondulati e intrecciati di gesti e di sguardi, che disegnano i percorsi emotivi dell'esistenza. Gesti e sguardi che affermano l'intenzione di uscire dalla propria solitudine e di riaprirsi alla vita, alla sua seminale fertilità.

Titolo originale: Id.
Regia: Jean-Pierre e Luc Dardenne
Interpreti: Jérémie Renier, Déborah Francois, Jérémie Segard, Fabrizio Rongione, Olivier Gourmet
Distribuzione: BIM
Durata: 95'
Origine: Belgio/Francia, 2005

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