"La neve nel cuore", di Thomas Bezucha

Una commedia dalle venature drammatiche che scivola via indolore e piuttosto freddamente tra disagi e diversità, roccaforti familiari e solitudini dei singoli, nevrosi divertenti e momenti spassosi e che trova nell'emulazione del cinema di Capra e Altman un obiettivo irraggiungibile.

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Natale e famiglia. Un accoppiamento amato/odiato da tutto il globo presente fin dai titoli di testa con credits impressi su cartoline natalizie. A parte l'evidente ritardo nel presentarsi in sala La neve nel cuore (e l'infelice titolo italiano non aiuta…) è uno di quei film dei quali è difficile parlare veramente male quanto arduo sdilinquirsi in apprezzamenti plateali. "Film limbici" potremmo definirli in cui, come in questo caso, la commedia trapassa nel dramma (che qui ha il suo nocciolo nel "cancer-film") e viceversa senza una permamente fluidità. L'esordio di Thomas Bezucha dietro la m.d.p. dopo anni spesi nel ruolo di sceneggiatore, in cui Everett (Dermot Mulroney) trascina la fidanzata perfettina Julie (Sarah Jessica Parker) in occasione del Natale da New York nell'innevato New England per farle conoscere la propria famiglia, è un cinema del "sentire" che a volte suona "sordo" (come nella ricattatoria scena della madre-chioccia/virago, interpretata dalla Keaton, che difende il figlio sordo e gay), che corre più volte il rischio di ridursi a quel "cinema-cartolina" che sarebbe salutare evitare come un vestito viola ad una prima teatrale. Il film di Bezucha scivola via indolore e piuttosto freddamente tra disagi e diversità, roccaforti familiari e solitudini dei singoli, nevrosi divertenti (il tic della protagonista di schiarirsi la voce) e momenti spassosi e trova nell'emulazione del cinema di Capra e Altman un obiettivo irraggiungibile. Nonostante questo e buchi di sceneggiatura come il quasi istantaneo deragliamento amoroso del protagonista per la sorella della fidanzata, è innegabile che la pellicola sia servita con un certo mestiere da un cast piuttosto affiatato sul versante psicologico e dell'intrattenimento, all'interno del quale la Parker sperimenta nuovi percorsi recitativi capaci di allontanarla dal (seppur capitale) ruolo intrappolante della Carrie Bradshaw nella serie tv "Sex and the city", a cominciare dalla scelta del guardaroba ingessato e minimalista dello stilista Narciso Rodriguez, con un'interpretazione volutamente nervosa e contratta che appena viene abbandonata per esigenze di copione fa riemergere la deliziosa spontaneità comica di Sarah/Carrie, senza dimenticare un finale a lungo (e saggiamente) rimandato che si cristallizza emozionalmente in quei breve attimi nei quali le immagini della litigiosa figlia Amy (Rachel McAdams) e del fidanzato si allontanano, riflesse nel vetro che protegge una foto in b/n della Keaton giovane e incinta di lei.

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Titolo originale: The Family Stone


Regia: Thomas Bezucha


Interpreti: Sarah Jessica Parker, Dermot Mulroney, Diane Keaton, Rachel McAdams, Luke Wilson, Claire Danes


Distribuzione: 20th Century Fox Italia


Durata: 104'


Origine: Usa, 2005


 

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