"The Libertine", di Laurence Dunmore
Quelle del film sono immagini che non mostrano cinema, ma che insistono invece nel decantare quanto sia bello e appassionante il teatro, con duetti lunghissimi e ben oltre il limite della noia. Dunmore va giù pesante con i primi piani senza però riuscire mai ad appassionare e coinvolgere veramente.
Il lungometraggio di Laurence Dunmore si apre con piano fisso che vede Johnny Depp volgere lo sguardo verso la mdp ed iniziare una sorta di monologo-prologo rivolto allo spettatore per poi sparire poco dopo nell'oscurità. Ecco, una sequenza, la prima, ci fa subito capire da che parte andrà a parare il film: andrà ad aggrapparsi inesorabilmente e tristemente su Johhny Depp, sulle sue qualità – invero indiscutibili – attoriali e trasformiste, lasciando andare alla deriva un lavoro che poteva rivelarsi di ben altro spessore cinematografico.
Depp interpreta la parte del Conte di Rochester, autore teatrale, amante del buon vino e delle belle donne, che scandalizzò con i suoi comportamenti l'Inghilterra di re Carlo II (John Malkovich).
Immagini che non mostrano cinema, ma che insistono invece nel decantare quanto sia bello e appassionante il teatro, con duetti lunghissimi e ben oltre il limite della noia tra il depravato conte (che però non si lascia mai andare ad atti impuri) e la bella attrice Elizabeth Barry (Samantha Morton). Non bastano le interpretazioni di Depp e della Morton (uno dei volti femminili più espressivi che il cinema ci abbia mai regalato) per salvare questo film.
Titolo originale: id.
Regia: Laurence Dunmore
Interpreti: Johnny Depp, Samantha Morton, John Malkovich, Paul Ritter.
Distribuzione: Mediafilm
Durata: 114'