"The Libertine", di Laurence Dunmore

Quelle del film sono immagini che non mostrano cinema, ma che insistono invece nel decantare quanto sia bello e appassionante il teatro, con duetti lunghissimi e ben oltre il limite della noia. Dunmore va giù pesante con i primi piani senza però riuscire mai ad appassionare e coinvolgere veramente.

--------------------------------------------------------------
CORSO COMUNICAZIONE DIGITALE PER IL CINEMA DALL'11 APRILE

--------------------------------------------------------------

Il lungometraggio di Laurence Dunmore si apre con piano fisso che vede Johnny Depp volgere lo sguardo verso la mdp ed iniziare una sorta di monologo-prologo rivolto allo spettatore per poi sparire poco dopo nell'oscurità. Ecco, una sequenza, la prima, ci fa subito capire da che parte andrà a parare il film: andrà ad aggrapparsi inesorabilmente e tristemente su Johhny Depp, sulle sue qualità – invero indiscutibili – attoriali e trasformiste, lasciando andare alla deriva un lavoro che poteva rivelarsi di ben altro spessore cinematografico.

--------------------------------------------------------------
#SENTIERISELVAGGI21ST N.17: Cover Story THE BEAR

--------------------------------------------------------------

Depp interpreta la parte del Conte di Rochester, autore teatrale, amante del buon vino e delle belle donne, che scandalizzò con i suoi comportamenti l'Inghilterra di re Carlo II (John Malkovich).


Immagini che non mostrano cinema, ma che insistono invece nel decantare quanto sia bello e appassionante il teatro, con duetti lunghissimi e ben oltre il limite della noia tra il depravato conte (che però non si lascia mai andare ad atti impuri) e la bella attrice Elizabeth Barry (Samantha Morton). Non bastano le interpretazioni di Depp e della Morton (uno dei volti femminili più espressivi che il cinema ci abbia mai regalato) per salvare questo film.

Dunmore va giù pesante con i primi piani, i monologhi e le squallide taverne londinesi, senza però riuscire mai ad appassionare e coinvolgere veramente. Il suo "libertino" è privo del fuoco e della carne passionale rinchiusi in un delirio misticheggiante che invece l'incompreso Philip Kaufman immetteva in ogni inquadratura nel bellissimo Quills – La penna dello scandalo. In sostanza The Libertine è troppo parlato, troppo cerebrale, si ripiega su se stesso, implodendo e lasciando lo sguardo senza punti di riferimento. La fotografia di Alexander Melman è sgranata, i colori sono di un grigio perenne, avvolti nella nebbia ed illuminati saltuariamente dalla luce naturale delle candele. Ma questo sembra più uno stratagemma per sopperire alla mancanza di idee e soprattutto di coraggio da parte del regista inglese, che non vuole sporcarsi le mani, lasciando tutto nelle spalle degli attori il compito di portare – o meglio – trascinare il film in territori che nulla hanno a che fare con il cinema che più ci piace ed amiamo. Territori della piattezza visiva ed emozionale.

Titolo originale: id.


Regia: Laurence Dunmore


Interpreti: Johnny Depp, Samantha Morton, John Malkovich, Paul Ritter.


Distribuzione: Mediafilm


Durata: 114'


Origine: USA, 2004

--------------------------------------------------------------
CORSO ONLINE SCRIVERE E PRESENTARE UN DOCUMENTARIO, DAL 22 APRILE

--------------------------------------------------------------

    ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI SENTIERI SELVAGGI

    Le news, le recensioni, i corsi di cinema, la riviste, i libri, gli eventi e tutte le nostre iniziative