"La guerra di Mario" di Antonio Capuano

Nel film il grigio dei palazzi di cui certa edilizia economica e popolare ha riempito i sobborghi delle città produce materialisticamentele esistenze violente e senza luce di ragazzi destinati alla strada. Il blu del mare che di vede dalla collina di Posillipo rende sensibili ai colori dell'arte, apre 'orizzonti' fisici e culturali.

--------------------------------------------------------------
CORSO COMUNICAZIONE DIGITALE PER IL CINEMA DALL'11 APRILE

--------------------------------------------------------------

Due madri ed un solo figlio, Mario. Una madre naturale, l'altra adottiva: due mondi in una sola città, Napoli. Nessun padre, però. La maternità è un affare di donne e quelle del sud sono notoriamente società matriarcali. Così gli uomini latitano, scappano, e lasciano la scena a chi di norma si considera debole: le donne e i bambini. A chi è costretto. per sopravvivere, a combattere ogni giorno la propria guerra.

--------------------------------------------------------------
#SENTIERISELVAGGI21ST N.17: Cover Story THE BEAR

--------------------------------------------------------------

 Il proletariato, quello vero, fatto di gente che ha come unica proprietà i figli, e la borghesia illuminata della cultura e dell'università, si scontrano in questo film in modo autentico e radicale. Cercano un incontro impossibile e forse per nulla auspicabile. Parlano lingue diverse, guardano il mondo da prospettive distinte eppure non troppo lontane: qualche decina di chilometri, quelli che dividono la periferia napoletana dai quartieri ricchi della città 'bene'. Finestre che si aprono a viste così differenti da determinare e scrivere esistenze opposte. Il grigio dei palazzi di cui certa edilizia economica e popolare ha riempito i sobborghi delle città produce materialisticamente le esistenze violente e senza luce di ragazzi destinati alla strada. Il blu del mare che di vede dalla collina di Posillipo rende sensibili ai colori dell'arte, apre 'orizzonti' fisici e culturali.


 Una città è fatta di periferie e zone residenziali, ma anche di strade e stazioni della metropolitana, propriamente dei non-luoghi dove avvengono scambi ed incontri. Mario è esattamente quel non-luogo. La sua è l'esperienza di un passaggio, il transito da una vita fatta di soprusi e violenze a una di certezze e agi. Chi viaggia non può né deve dimenticare, in vista della sua meta, il punto da cui è partito. Così Mario porta con sé il proprio fardello di ricordi ed esperienze vissute, lo custodisce per impedire che un mondo benpensante, ma altrettanto crudele, se ne impossessi. La lotta di Mario è quella di Giulia (Valeria Golino) che lo accoglie nella sua casa e nella sua vita senza tentare di alterare abitudini ed equilibri precedenti. È quello che la legge cieca e borghese non comprende: che preservare, come avrebbe detto Pasolini, 'le vite violente' dei figli del sottoproletariato urbano, significa difendere la parte ancora pulsante e creativa di una società in via di putrefazione.    

Regia: Antonio Capuano


Interpreti: Valeria Golino, Marco Greco, Andrea Rienzi, Anita Caprioli, Rosaria De Cicco, Antonio Pennarella


Durata: 100'


Distribuzione:  Medusa


Origine: Italia, 2005

--------------------------------------------------------------
CORSO ONLINE SCRIVERE E PRESENTARE UN DOCUMENTARIO, DAL 22 APRILE

--------------------------------------------------------------

    ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI SENTIERI SELVAGGI

    Le news, le recensioni, i corsi di cinema, la riviste, i libri, gli eventi e tutte le nostre iniziative