LIBRI DI CINEMA – "The Fincher Network – Fenomenologia di David Fincher"

I nove saggi che compongono The Fincher Network sono nove fertili punti di vista sul “fenomeno” David Fincher all’interno della cinematografia americana anni ’90 prima (la riflessione sulla violenza, il postmoderno, il nuovo concetto di genere) e post 11 settembre poi (il panico, il senso di colpa, la paranoia) avviando anche una interessante riflessione sul nuovo concetto di autorialità e sui segni della nostra contemporaneità insiti nel cinema di uno dei registi più celebrati degli ultimi vent'anni. Da Edizioni Bietti

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The Fincher NetworkThe Fincher Network – Fenomenologia di David Fincher

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a cura di Roberto Donati e Marcello Gagliani Caputo

Bietti Editore

pp. 112 – € 14,00

Fenomenologia di David Fincher: obiettivo dichiarato di questo snello e interessante volume di saggi. La fenomenologia di uno dei più importanti e celebrati registi degli ultimi vent’anni e la sua non così scontata collocazione nel panorama hollywoodiano odierno. Un libro che intende sin da subito sfuggire ai classici percorsi monografici, offrendo punti di vista diversi e diversificati con l’obiettivo di tracciare un ideale e sfumato perimetro ad un percorso autoriale che diventerà sempre più strutturato nel corso degli anni. È una operazione intelligente, quindi, questa di The Fincher Network, proprio perché sposta il centro d’attenzione dalla mera analisi sui film alla ricerca di prospettive e percorsi nascosti negli stessi. I nove saggi (tutti di critici e studiosi) sono nove fertili punti di vista sul “fenomeno” David Fincher nella cinematografia americana anni ’90 prima (la riflessione sulla violenza, il postmoderno, il nuovo concetto di genere) e post 11 settembre poi (il panico, il senso di colpa, la paranoia) mettendone in luce le tematiche forti che continueranno a palesarsi: il gioco e il meccanismo come doppio del cinema; la tenebra e l’oscurità come spazio prediletto di un Reale perturbante; la paura come sentimento cardine spesso rintracciabile nelle comunità. Il tutto però sempre all’interno di un meccanismo produttivo “classico” che faccia ammantare di nuova linfa il concetto di “autore”: «Fincher lavora all’interno dei meccanismi della narrazione hollywoodiana, all’interno delle pratiche dell’immagine spettacolare, per rivelarne, lentamente, film dopo film, lo spazio vuoto che in esse si nasconde, o che, per meglio dire, le sostiene» scrive Daniele Dottorini.

Si tenta pertanto una riflessione sul cinema come nuova macchina spettacolare/spettatoriale (le differenze tra il thriller classico e Seven prima e Zodiac poi mettono in luce come poche questa dinamica) che tende in maniera perturbante all’immateriale e al riflesso. David Fincher come paradigma di una nuova forma di autorialità che ingloba il vecchio (il classico) e si pone come nuovo (i segni nell'immagine della nostra contemporaneità). Insomma, questo libro si pone da un lato come utile punto di partenza per approcciare il cinema di David Fincher da ottiche privilegiate e dall’altro come prisma di punti di vista che affonda analiticamente le strutture forti del cinema contemporaneo. Certamente non è un libro che ha l’ambizione di essere esaustivo a 360 gradi e certamente la sua concezione snella e secca inibisce un po' gli impeti analitici, ma è comunque un testo che sa ottimamente cogliere l’importanza della complessa figura di David Fincher nel panorama cultural/mediatico/cinematografico odierno.

INDICE


– Prefazione di Mario Sesti
– Una minima introduzione: David Fincher regista. Di M. Gagliani Caputo e R. Donati
– Labirinti psichici: immedesimazione, disumanizzazione, gioco e voyeurismo nel cinema di David Fincher. Di Francesco Del Grosso
– Le stanze del panico. Il mondo come complotto nel cinema di David Fincher. Di Roy Menarini.
– Il curioso caso dell'autore scomparso. Di Daniele Dottorini.
– Fincher e le donne. Di Marcello Gagliani Caputo.
– Da Seven a Zodiac: congelare il thriller. Di Claudio Bartolini.
– Per una fenomenologia del senso di colpa. Un caso peculiare nel cinema di David Fincher. Di Roberto Donati.
– La dimensione oscura. Il rapporto spazio-tenebra nel cinema di David Fincher. Di Andrea Fontana.
– Alien 3 : la prima volta di Fincher. Di Giuseppe Cozzolino e Fabio Maiello.
– Stanze, case, panico: i due David nella casa degli Uscher. Di Danilo Arona.
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