LIBRI DI CINEMA – "Alejandro Amenabar. L'ultimo spettacolo"

luca lombardini alejandro amenabarLuca Lombardini confeziona, per Sovera Edizioni, una monografia completa e dettagliata sul cinema di Alejandro Amenabar. Una filmografia che si confronta con i generi più disparati, dal thriller, all'horror, sino al peplum moderno, riletti con uno sguardo profondo in bilico tra la razionalità e l'irrazionalità.L'autore lo definisce un magico pifferaio che abbindola, incuriosisce, seduce e poi defalca”.

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Alejandro Amenabar. L'ultimo spettacolo

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di Luca Lombardini


Edizioni Sovera


pp. 135 – Euro 16,00

 

 

È logico che abbia fatto io questo tipo di film sugli esseri umani e la morte. È qualcosa da sempre presente nel mio cinema. Sono interessato alle persone e a ciò che dà un senso all'esistenza o a quello che la toglie: la morte”. Luca Lombardini realizza per Sovera Edizioni un illuminante saggio sulla poetica di Alejandro Amenabar, analizzandone il linguaggio filmico e passando in rassegna le opere del regista cileno, ma spagnolo di adozione. Un viaggio attraverso la poliedrica filmografia di un autore che si mette sempre in discussione, cambiando registro e genere in ogni sua opera. Lombardini definisce efficacemente il regista come “un magico pifferaio che abbindola, incuriosisce, seduce e poi defalca”.

 

Il testo si apre prendendo in esame il primo lavoro di Amenabar, “Tesis”, un thriller che rimesta le mani nel lercio, con un'ottima costruzione della tensione e della suspense, ma che riesce ad andare oltre. Il fulcro di “Tesis” è il filmare la morte, tema sempre presente nella cinematografia del regista, basti pensare ad opere come “The Others”, “Il mare dentro” o “Agorà”. La prima opera del cileno è una riflessione sugli snuff movies e sullo spirito voyeuristico innato nell'animo umano, una ricerca che conduce con un modus operandi classico, lavorando per sottrazione ed esprimendosi con linguaggi cinematografici tradizionali, quasi hitchcockiani. Lombardini prende spunto da “Tesis” per estendere la sua analisi al cinema estremo, quello che si spinge oltre il limite dello sguardo umano, dedicando alcune pagine di approfondimento all’argomento snuff movies, leggenda metropolitana che da un lato solletica la natura più oscura dello spettatore e dall'altro coinvolge l'ambizione artistica di filmare “l'infilmabile”.

Se, in “Tesis”, Amenabar inseguiva l'illusione della rappresentazione della realtà attraverso i paradigmi della finzione, “Apri gli occhi” proietta lo spettatore verso i lato irrazionali e visionari del reale, conducendolo tra le dinamiche del sogno, luogo dell'immaginario. Addentrandosi ben al di là del confine che delimita il comprensibile dall'ineffabile, si arriva a “The Others”, che Lombardini definisce come l'opera più personale del regista, per la materia trattata, e fondamentale per la filmografia di Amenabar, che gli ha consentito la consacrazione hollywoodiana. La terza opera di Amenabar è una rilettura dell'horror gotico in chiave “pirandelliana”, pervasa da una continua e spasmodica tensione tra ciò che è e ciò che sembra, mette in scena il rapporto osmotico tra la vita e la non vita, con la morte che aleggia e vigila come presenza costante.

 

Procedendo in modo cronologico attraverso la cinematografia di Amenebar, Lombardini affronta in maniera estremamente dettagliata ed illuminante le ultime due opere del cineasta, “Il mare dentro” e “Agorà”, apparentemente distanti dai film precedenti, ma nelle quali è in realtà ancora dominante la tematica più cara all'autore, che sorregge tutta la sua archittettura filmica, la morte ed i suoi modi di manifestarsi. Ne “Il mare dentro”, il regista torna ad interrogarsi sulla “non vita”, e per la prima volta “come progetto finalizzato ad evidenziare, se non una coscienza politica, almeno un profondo ardore ideologico, capace di consentire al film di sollevare tematiche e perorare cause che vanno ben oltre l'appartenere ad una specifica fede religiosa”. In “Agorà”, ultimo lavoro dell'autore, viene messa in luce la capacità distruttiva di qualsiasi fanatismo religioso, e la protagonista, Ipazia, è il prototipo di orgoglioso ed indipendente femminismo, pronta ad affrontare senza timore la morte per sostenere e portare avanti le sue idee.

 

Il volume di Luca Lombardini è una preziosa monografia che analizza dettagliatamente tutta la cinematografia del regista Alejandro Amenabar, approfondendo i dettagli tecnici e storici, ed impreziosendo ogni singolo capitolo con interessanti digressioni inerenti a ciascun film trattato. È un testo denso che offre una lettura scorrevole, ma con un lessico curato minuziosamente, sublima sia l'appassionato del cineasta cileno, che chi si approccia per la prima volta alla sua cinematografia. Un'opera curata e completa che si chiude con un'interessante intervista all'attore Antonio Noriega, che ha lavorato diverse volte con Amenabar.

 

 

Indice

 

Introduzione

 

Storie di fantasmi cileni

 

Capitolo primo:

Parental Advisory Explicit Content

Ti ho vista morire: Tesis

Vero come la finzione: Snuff movies

 

Capitolo secondo:

Do you like Hitchcock?

Dietro la maschera: Apri gli Occhi e Vanilla Sky

Hai paura del buio? The Others

I vivi e i morti: Giro di vite legge The Others

 

Capitolo terzo:

The beginning of the end

Al cuore Ramòn, al cuore: Mare dentro

L'arte della guerra: Agorà

Star system

 

Capitolo quarto:

Post scriptum

Personaggi in cerca d'autore, una formula matematica

 

Postfazione:

L'uomo di Santander L’autore e l'attore. Intervista ad Antonio Noriega

 

Bibliografia

 

Sitografia

 

Filmografia

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