LIBRI DI CINEMA – "Hitchcock – L'incredibile storia di Psycho"

Hitchcock L'incredibile storia di PsychoL'aspetto più interessante del volume, al di là dell'analisi tecnica e dei tanti e interessanti retroscena sulla lavorazione di un classico, è proprio questa sua “personalità multipla”, degna dello stesso Norman Bates: un po' semplice making of, un po' tentativo di ridare finalmente a Hitchcock ciò che gli spetta, un po' opera di demistificazione sull'autore. Edizioni Il Castoro

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Hitchcock L'incredibile storia di PsychoHitchcock – L'incredibile storia di Psycho

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di Stephen Rebello

Edizioni Il Castoro, gennaio 2013

pp 320, 16,00 euro

 

Oggi che il suo nome è storicizzato e “intoccabile”, può comunque destare scalpore il fatto che persino un genio come Alfred Hitchcock, al culmine della sua carriera, abbia avuto i suoi bravi problemi con le politiche degli Studios: ipotesi ancora più incredibile se poi tale periodo finisce con il coincidere addirittura con la fine degli anni Cinquanta/primi Sessanta – ovvero il momento in cui il nostro sfornava forse i suoi massimi capolavori, girando in sequenza La donna che visse due volte, Intrigo internazionale, Psycho e Gli uccelli. O forse magari la cosa non stupirà affatto, perché si è visto il film di Sacha Gervasi, che ha portato in superficie non solo il coacervo di contrastanti emozioni che guidava il geniale regista inglese, ma anche i rapporti tesi con produttori e censori. Proprio l'arrivo nelle sale (poche, per la verità) del film sopracitato ha favorito la ristampa del libro di Stephen Rebello, originariamente distribuito con il titolo “Come Hitchcock ha realizzato Psycho” e oggi diventato, semplicemente, “Hitchcock” (sottotitolo: “L'incredibile storia di Pyscho”).

 

D'altronde, non solo una fascetta in copertina ricorda che il libro è la base da cui Gervasi è partito per realizzare la sua pellicola, ma lo stesso Stephen Rebello, autore del volume, nell'introduzione scritta ex-novo rievoca i meeting in casa Fox per portare sullo schermo una storia che di incredibile ha sicuramente soprattutto il presupposto che abbiamo enunciato in apertura. Ovvero che Psycho fu un film voluto da Hitchcock contro tutto e contro tutti. Rebello fornisce una contestualizzazione storica dell'opera in rapporto alla carriera di “Hitch” e al cambiamento dei gusti del pubblico d'epoca. Chi possiede una certa dimestichezza con la saggistica americana non troverà inusuale la prosa molto scorrevole e capace di immergere la precisa documentazione d'epoca in un racconto cronachistico mai arido, né tantomeno eccessivamente “romantico” nella ricostruzione del periodo.

 

Visto il doveroso confronto che l'uscita impone con la pellicola di Gervasi, precisiamo che in questo caso il personaggio di Alma Reville (moglie e collega di Hitch) non risulta così invasivo come sullo schermo e, anzi, persino lo stesso Hitchcock non è il protagonista assoluto della narrazione, che si prende il tempo necessario a introdurre anche i vari comprimari, come lo scrittore Robert Bloch (autore del romanzo di partenza), lo sceneggiatore Joseph Stefano, il musicista Bernard Herrman e il titolista Saul Bass: e quando il Re del brivido si appropria definitivamente della ribalta, lo spettro dell'apparato aleggia sempre in controluce, tanto da colpire duro nel finale, quando si discute la frustrazione del regista per non aver mai ricevuto un sacrosanto Oscar per la regia (sì, ci sperò anche per Psycho).

 

Ecco, l'aspetto più interessante del volume, al di là dell'analisi tecnica e dei tanti e interessanti retroscena sulla lavorazione di un classico, è proprio questa sua “personalità multipla”, degna dello stesso protagonista: un po' semplice making of, un po' tentativo di ridare finalmente a Hitchcock ciò che gli spetta, un po' opera di demistificazione, con tanto di immancabile (e apparentemente alquanto pretestuoso) strascico sulla presunta “cannibalizzazione” che il film ebbe rispetto agli ultimi anni di carriera di Hitchcock, immancabilmente ridimensionati e quasi considerati di declino, di fronte all'ingombrante successo ottenuto con Norman e sua madre. Ma questi – insieme al consueto vezzo di tentare a ogni costo di ridurre l'importanza del regista di fronte a quella della squadra – è un'altra abitudine tipica della saggistica d'oltreoceano.

 

Da segnalare infine un inserto fotografico di 8 pagine, purtroppo un po' svilite dal bianconero e dalla carta ruvida, e, in chiusura, un ricco elenco di biografie dedicate a tutte le personalità coinvolte nella lavorazione.

 

 

Indice

 

Prefazione

L'ORRIBILE VERITÀ – Le atrocità di Ed Gein

IL ROMANZO – Il vostro affezionato Robert Bloch

IL REGISTA – Il problema Alfred

L'ACCORDO – Le manovre di Hitchcock

LE SCENEGGIATURE – Scrivere è ri-scrivere

PREPRODUZIONE – Lo studio

– Il cast tecnico

– Il cast

– Scenografia

– Guardaroba

– Trucco

– Hitchcock contro i censori: primo round

SI GIRA – La produzione #9401. Il “film di trenta giorni” di Hitchcock

– Un set diviso

– Il regista e le sue innovazioni

– Niente foto, prego

– Hitchcock si diverte

– Saul Bass e le grida nella doccia

– Arbogast e “Mamma”

– Lotta finale

POSTPRODUZIONE – Rifacimenti, cavilli e indecisione

– La voce della madre

– Le prime proiezioni

– Suoni e musica

– Titoli

– Hitchcock affronta un'altra proiezione

– Il regista contro i censori: secondo round)

PUBBLICITÀ – Istruzioni per l'uso di Psycho

L'USCITA – Psycho conquista il mondo

– Hitchcock e gli Oscar: “Sempre una damigella?”

ULTIMI FUOCHI E LE CONSEGUENZE

CAST, DOPO PSYCHO E FILMOGRAFIA

– Cast & Credit

– Dopo Psycho

– Filmografia

NOTA SULLE FONTI

NOTA BIBLIOGRAFICA

 

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