LIBRI DI CINEMA – "Alla ricerca del corpo perduto", di Alessandro Cappabianca

alla ricerca del corpo perdutoDubitativo e rapido nei propri attraversamenti da una frontiera all’altra delle arti, Alla ricerca del corpo perduto di Alessandro Cappabianca si sviluppa, fedele agli intenti di un'anatomia anti-dogmatica, come recherche sul divenire dei corpi e sullo spostamento del limite – fluttuante – tra reale e virtuale, in ricognizione tra le lande metamorfiche del corpo cinematografico con tutte le possibili variazioni dell’avatar. Ed. Bulzoni

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Alla ricerca del corpo perduto, di Alessandro Cappabianca: copertinaAlla ricerca del corpo perduto. Perversioni e metamorfosi del cinema
Alessandro Cappabianca
Bulzoni editore
Finito di stampare a maggio 2012
Pagine 161 con illustrazioni

 

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L’orizzonte della tecnologia ha cucito pelli nuove e intercambiabili sui corpi recitanti, dotandoli di protesi mediali o contaminandoli con organi insospettati: i sensori su Jim Carrey per A Christmas Carol di Robert Zemeckis in motion capture, o i caschi con telecamerine che permettono al Jake Sully\Sam Worthington di Avatar di diventare un Na’vi nel film di James Cameron. Nel saggio Alla ricerca del corpo perduto, Alessandro Cappabianca, architetto e critico cinematografico da anni nel direttivo di Filmcritica, ha provato ad orientarsi entro questa mutevole geografia del corpo, in cui materiale e digitale confondono i rispettivi confini, così come volto e maschera, corpo fisico e corpo cinematografico. Tutto il dinamismo di questa mappatura si condensa in quella che l’autore definisce una “parola-valigia”, ossia imagemotion, ad indicare la contaminazione o ibridazione d’immagini reali e virtuali.

Ricco d’interrogativi, problematico, ma soprattutto appassionatamente esplorativo, il saggio di Cappabianca sembra fare della contaminazione stessa una ragione di metodo, oltre che di contenuti: lo si avverte nel continuo trapassare da citazioni cinematografiche ad altre afferenti i diversi campi dell’arte, del teatro e della letteratura. Quella dell’identità dei corpi, difatti, non è prospettata come una questione circoscrivibile al cinema recente, con l’avanzata del virtuale e delle tecnologie integrative di ripresa ed animazione: dall’analisi emerge piuttosto che il corpo è modificabile, e pertanto “riscrivibile”, entro ogni prodotto artificiale, sia esso un testo, un’immagine o una performance.

Nel capitolo introduttivo, che titola proprio Il corpo in questione, si legge nell’incipit: “Il corpo come corpo-fantasma: nel cinema, dove si evidenzia la separazione tra film e set, ma anche altrove, perfino nel teatro, dove sembrerebbe imporsi il dominio della presenza” (pag. 11). Sicché, non solo sono ricorrenti i riferimenti ad Antonin Artaud ed al suo concetto di corpo senza organi, o a Carmelo Bene ed ai suoi monologhi sull’io scenico “già compromesso dal partner importuno che gli è dentro” (p. 19), bensì trovano spazio estesi segmenti saggistici sul teatro, e segnatamente su quello di Pierre Klossowski, come nel capitolo I simulacri, ove pure il cinema fa capolino: ora da dialogante, ora prendendosi la scena nelle pagine su Hitchcock, Dalì, Buñuel.

L’altrove in cui Cappabianca si muove in ricognizione, però, è anche quello già accennato delle altre arti. Esemplare è il capitolo che esamina una delle possibili metamorfosi\identità del corpo, L’automa e la bambola: dalla prime battute riservate alla vicenda del pittore Oskar Kokoschka, si passa alla “bambola letteraria” del racconto Der Sandmann di Hoffmann, per poi piombare di nuovo sul set cinematografico con la versione filmica del ’51 diretta da Powell e Pressburger, The Tales of Hoffmann. Similmente, il corpo è smontato e ricomposto non solo nella dissezione dei diversi domini artistici, ma anche nella plasticità analitica delle forme “omologanti” che può assumere, così come dei materiali che possono raccontarlo: l’automa, il manichino, la bambola; la statua di cera, l’ombra, la non-materia elettronica.

Dubitativo e rapido nei propri attraversamenti da una frontiera all’altra delle arti, Alla ricerca del corpo perduto di Alessandro Cappabianca si sviluppa, fedele agli intenti di un'anatomia anti-dogmatica, come recherche sul divenire dei corpi e sullo spostamento del limite – fluttuante – tra reale e virtuale, in ricognizione tra le lande metamorfiche del corpo cinematografico con tutte le possibili variazioni dell’avatar.

INDICE

Introduzione. Il corpo in questione   p. 11
Capitolo I. Il sesso del fantasma   p. 19
Capitolo II. L'automa e la bambola   p. 31
Capitolo III. Figure di cera. Bambole di carne   p. 43
Capitolo IV. Simulacri   p. 51
Capitolo V. La bambola perversa   p. 75
Capitolo VI. Statue animate. Corpi d'ombra   p. 79
Capitolo VII. Automi di luce   p. 91
Capitolo VIII. Il corpo doppio del comico   p. 95
Capitolo IX. Del corpo in divenire   p. 105
Capitolo X. E altri divenire   p. 109
Capitolo XI. L'al-di-là della jouissance   p. 121
Capitolo XII. Il Dentro e il Fuori   p. 125
Capitolo XIII. Oltre il corpo   p. 135
Inserto fotografico   p. 135
 

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