DVD – "In nome del Papa Re", di Luigi Magni

I momenti migliori del film di Magni restano gli irresistibili duetti tra Monsignor Manfredi e il suo caustico Perpetuo Carlo Bagno, dove il regista riesce meglio nel suo intento di descrivere il conflitto di classe. Delude il DVD della Medusa.

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Anno: 1977

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Durata: 107'


Distribuzione: Medusa Home Entertainment


Genere: Storico


Cast: Nino Manfredi, Danilo Mattei, Carmen Scarpitta, Carlo Bagno, Giovannella Grifeo, Salvo Randone, Rosalino Cellamare


Regia: Luigi Magni


Formato DVD/video: 1.85:1 16/9


Audio: Dolby Digital Mono italiano


Sottotitoli: italiano, italiano per non udenti


Extra: Trailer del film


 


IL FILM


 


Il vero precedente di In nome del Papa Re nella carriera di Luigi Magni, più che il noto Nell'anno del Signore…, potrebbe essere quella Tosca che il regista portò sul grande schermo nel '73 con Gassman, Proietti e la Vitti impegnati in una versione in romanesco del libretto di Sardou dove Tosca e Cavaradossi venivano arrestati dai gendarmi papali per aver nascosto in casa il patriota evaso Angelotti. Già lì si faceva strada in Magni l'idea di 'romanzo popolare' – e dalla parte del popolo – con questa trama però alla fin fine 'da operetta' che differenzia In nome del Papa Re dalla struttura in qualche modo 'corale' di Nell'anno del Signore… – Monsignor Nino Manfredi, Giudice della Sacra Consulta, non sa di avere un figlio ormai 19enne che fa il rivoluzionario nella Roma Papalina scrivendo "Viva l'Italia, A morte il Papa Re" sui muri e mettendo bombe nelle caserme degli zuavi, e quando viene a conoscenza della sua paternità cerca di tirare fuori il giovane dai suoi guai con la giustizia. Salta subito agli occhi nell'opera il tentativo di apologo sul presente burrascoso del 1977 italiano, così come Nell'anno del Signore… non può essere letto senza gli opportuni riferimenti alla nostra situazione in quel 1969 in cui il film fu prodotto – e si vorrebbe che le 'frecciate' di Magni contro i potenti e a favore delle nuove generazioni che si ribellano all'ordine delle cose fossero attuali e urgenti ancora ai nostri giorni, quando di nuovo giovani di tutto il mondo manifestano (anche in modo non pacifico) la loro insofferenza nei riguardi delle autorità globalizzate e globalizzanti. Eppure proprio l'idea di cinema messa in scena da Luigi Magni risulta terribilmente datata, proprio oggi e probabilmente anche allora, quando il film fu realizzato (nonostante i quattro Nastri d'Argento e i tre David vinti da In nome del Papa Re): e i momenti migliori del film di Magni restano alla fine gli irresistibili duetti tra Monsignor Manfredi e il suo caustico Perpetuo Serafino (Carlo Bagno), con cui divide la casa e la camera da letto ("siamo vecchi, abbiamo il sonno leggero e frammentario, almeno così la notte ci teniamo compagnia…"), e dove Magni riesce meglio nel suo intento di descrivere il conflitto di classe. Proprio il monologo iniziale di Nino Manfredi che detta al suo Perpetuo una lettera di dimissioni da giudice al Papa, rappresenta appieno lo stile di Magni, la concezione teatrale o da 'sceneggiato televisivo' per cui la Storia deve essere raccontata dai dialoghi dei personaggi, ma rimane fuori dalle immagini (la dettatura di Manfredi si interrompe quando l'eco di uno scoppio non troppo lontano di una bomba lo fa sobbalzare mentre apre una finestra) – e gli scorci di Roma sembrano tanti fondali dipinti, inerti riempitivi delle inquadrature. Oppure ci stiamo facendo ingannare dall'insensibile pulizia dell'immagine digitale che ci ha spiazzato quando abbiamo inserito il disco di In nome del Papa Re nel lettore dvd? Che fine ha fatto quella fragranza, quell'alone di storicità che avevano le immagini del film di Magni in ognuno dei suoi innumerevoli passaggi in televisione? Possibile che l'implacabilità dei pixel del nuovo formato abbia contribuito in maniera così spietata a rendere In nome del Papa Re, almeno ai nostri occhi di appassionati delle domeniche mattina o pomeriggio passate a rivedere questo e altri film ogni volta che venivano replicati dalle emittenti nazionali e locali, così terribilmente più finto?

Il DVD


 


Davvero insufficiente allora l'edizione in dvd di In nome del Papa Re realizzata dalla Medusa Home Entertainment. Il passaggio al formato digitale ha reso come detto le immagini del film di Luigi Magni significativamente più piatte (qualcosa in più poteva essere fatta sui colori e sulle ombre), e oltre alla pecca della sostanziale mancanza di extra, fatta eccezione per il trailer del film, il dvd è penalizzato da un pessimo audio esclusivamente in mono davvero molto fastidioso. Per la riproposta in questo formato di uno dei film più noti di uno degli attori più amati da pubblico e critica del nostro cinema italiano, era lecito aspettarsi ben altro. 


 


 


 


 


 

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