DVD – "…e tu vivrai nel terrore. L'Aldilà", di Lucio Fulci

Un classico imperdibile per gli appassionati dell'horror italiano, anche perché comprende uno straordinario commento tecnico. Da No Shame Films

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TITOLO INTERNAZIONALE: The Beyond

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REGIA: Lucio Fulci


INTERPRETI: Katherine MacColl, David Warbeck, Sarah Keller, Veronica Lazar, Antoine St. John, Michele Mirabella


DURATA: 86'


ORIGINE: Italia 1981


DISTRIBUZIONE: No Shame Films


FORMATO VIDEO: widescreen


AUDIO: Dolby Digital 5.1, ita, ing


SOTTOTITOLI: italiano


EXTRA: commenti audio di David Warbeck e Catriona (Katherine) MacColl e di Sergio Salvati e Paolo Albiero; trailers internazionale, tedesco e riedizione USA; galleria fotografica; galleria poster; intervista a Lucio Fulci sul set di Demonia (1991), versione a colori del prologo per il mercato tedesco.


 

IL FILM

L'Aldilà, assieme a Suspiria ed a La casa dalle finestre che ridono, è uno dei migliori horror italiani. Il merito va non tanto alla produzione che ha annacquato la storia aggiungendo, per il mercato straniero la scena spuria degli zombi nell'ospedale (all'epoca andavano di moda e occorreva infilarli dappertutto) quanto all'abilità recistica di saper costruire dei mirabolanti effetti shockanti all'interno di una storia realmente inquietante e della fotografia che si lascia ammirare per la maestria delle luci e dei colori. Non è un caso che Catriona MacColl, proprio all'inizio del film nel suo commento al DVD, sentenzi: "Chi poteva immaginare che sarebbe diventato così famoso mentre lo facevamo?". E Paolo Albiero nella sua parte di commento rimarca i difetti degli effetti speciali (ad es.: nella scena in cui il personaggio interpretato da Michele Mirabella viene ucciso dai ragni è evidente la differenza tra ragni veri e ragni finti) ma allo stesso tempo ne sottolinea l'indubbia efficacia nell'economia narrativa del film che sopperisce alle ristrettezze economiche con una maestria tecnica che raramente si riscontra negli analoghi digitali odierni. La storia è quella di Liza (Katherine MacColl) che eredita un albergo a New Orleans (location reale degli esterni) ignara che in esso si apra una delle sette porte dell'Inferno. Cinquant'anni prima al suo interno era stato barbaramente trucidato (catene usate come fruste, crocifissione e uccisione finale con la calce viva) un pittore maledetto che ritraeva nelle sue tele spettrali ed inquietanti paesaggi. Lo spettro di quel pittore torna a vendicarsi mentre Liza ristruttura la sua proprietà in un crescendo d'orrore e di splatter fino all'indimenticabile finale in cui la protagonista si trova prigioniera per sempre nell'Aldilà.


IL DVD

Buone le immagini ed il sonoro senza essere eccezionali. Discorso a parte per gli extra. Le gallerie di immagini non sono niente di particolare e anche l'intervista a Fulci (in inglese) è solo una curiosità dato che il regista si limita sostanzialmente a dire che sta bene e che continua a fare film. Il commento audio dei due protagonisti del film è minimamente interessante, dato che è come se rivedessero per la prima volta il film, meravigliandosi loro stessi della sua riuscita. Se ci si fermasse qui il giudizio sarebbe certamente negativo, ma a salvare il tutto c'è il commento audio di Sergio Salviati, direttore della fotografia di L'Aldilà e di Paolo Albiero, coautore del libro Il terrorista dei generi (Un Mondo A Parte) dedicato al cinema di Lucio Fulci. Questo commento è estremamente illuminante, sia riguardo alla storia del film, sia da un punto di vista prettamente tecnico (fotografia, montaggio, scelte registiche, ecc.) riuscendo a tutti gli effetti un apprezzabile ed istruttivo saggio sul film e sul suo regista. Presente infine il prologo per il mercato tedesco che si differenzia per la presenza della colorazione a differenza di quello internazionale in bianco e nero virato seppia. Proprio nel commento di Salviati ed Albiero ci viene spiegato che la scena venne girata a colori e poi successivamente virata in seppia per sottolineare l'atmosfera, mentre venne conservata la versione a colori perché c'erano mercati – come quello tedesco – che non gradivano il bianco e nero. In questo modo è possibile però notare la genialità del regista che optando per una soluzione apparentemente meno appetibile è riuscito a sviare da alcune imprecisazioni (americani con cappelli non proprio americani) e ad applicare a qualla parte del film una sorta di pellicola polverosa quasi da cinegiornale rendendola realistica.

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