DVD – "Cofanetto Kim Ki-duk – 3 DVD (L'Isola, Bad Guy, Address Unknown) + Booklet" di Kim Ki-Duk

Raro Video celebra con acume l'estro autoriale del coreano Kim Ki-Duk, di cui ripropone in una intelaiatura a forma di trilogia tre capolavori: L'isola, Bad Guy e Address Unknwon; con un esplicativo booklet a corredo. La discreta qualità dei dischi e il valore intrinseco delle opere contribuiscono a fare di questo cofanetto un acquisto doveroso

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SEOM – L'ISOLA

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Titolo originale: Seom


Anno: 2000


Durata: 85'


Distribuzione: Raro Video


Genere: drammatico


Cast: Suh Yung, Kim Yoosuk, Park Sung-hee, Jo Jae-heon


Regia: Kim Ki-duk


Formato DVD/video: Widescreen 1.85:1 


Audio: coreano


Sottotitoli: italiano, inglese


Extra: Dietro le quinte; intervista ad Andrea Bellavita


 


NAPPUN NAMJA – BAD GUY


Titolo originale: Nappun Mamja


Anno: 2001


Durata: 100'


Distribuzione: Raro Video


Genere: drammatico


Cast: Jo Jae-hyeon, Seo Won, Kim Yun-tae, Choi Duek-mun, Choi Yoon-young


Regia: Kim Ki-duk


Formato DVD/video: Widescreen 1.85:1 


Audio: coreano, italiano


Sottotitoli: italiano, inglese


Extra: intervista a Kim Ki-duk; dietro le quinte; intervista ad Andrea Bellavita; trailer


 


SUCHWIIN PULMYEONG – ADDRESS UNKNOWN


Titolo originale: Suchwiin pulmyeong


Anno: 2001


Durata: 117'


Distribuzione: Raro Video


Genere: drammatico


Cast: Yang Dong-kun, Ban Min-jung, Kim Young-min, Bang Eun-jin, Myeong Gye-nam


Regia: Kim Ki-duk


Formato DVD/video: Widescreen 1.85:1


Audio: coreano


Sottotitoli: italiano, inglese


Extra: intervista a Kim Ki-duk; intervista ad Andrea Bellavita

IL FILM


Kim Ki-duk è ormai un profeta anche fuori patria. I topoi del suo cinema si sviluppano spesso su un substrato morboso: la prostituzione appena accennata (Birdcage Inn, 1998) e lo sfruttamento della donna (Bad Guy, 2002), che da vittima si trasforma in carnefice (Seom – L'isola, 2000), e poi torna paradossalmente a far valere, ancora minorenne, il proprio presupposto di autoritario predominio genitale (La samaritana, 2004). Durante lo svolgersi crudele di L'isola la padrona di casa si (di)mostra come una sorta di «dominatrix» rurale, che affitta case galleggianti in cambio della possibilità di controllare le sue prede. Le fanno da contraltare i pesci, e le vittime, che, presi all'amo, sono scuoiati con sadico piacere e subito dopo ripescati, in un ciclo di afflizione apparentemente infinito. A tal punto Kim è artefice di un cinema forte, da non possedere la vocazione al compromesso, né stilistico né tattico. Crudo da un lato ma dolce dall'altro, rispettoso del magico universo femminile: l'occhio della regia accarrezza le protagoniste e le accompagna in maniera parziale, tifando evidentemente per loro, anche quando, a priori, ne ha ingloriosamente decretato la condanna. Kim ne elogia il corpo, di cui è cultore, come oggetto di ancestrale devozione, contenitore di anime in pena ma mai dome. Fa eco, come completamento ideale di questa dialettica tra incomunicabilità e repressione dei sentimenti, Bad Guy, dove la violenza non prevede catarsi o redenzione, piuttosto l'accettazione di un destino di sofferenza che porta una ragazza di buona famiglia ad acconsentire, gradualmente, di prostituirsi in un girone infernale cui scoprirà di appartenere a tutti gli effetti. Da un lato l'urlo afono dello sfruttatore, dall'altro la consapevolezza che la degrazione fisica rende – paradossalmente? – più belli, più affascinanti; anche se le ferite interne continuano a sanguinare copiosamente. Address Unknown, 2001, presentato a Venezia, è nonostante la cornice collettiva un film più politico, ma contiene ad ogni modo episodi di disagio umano (e animale: i cani soppressi brutalmente), stavolta non solo muliebre. Un patchwork di sguardi, dal ciuffo sull'occhio (cieco) dell'inquietante studentessa Eun-ok, al duro cipiglio di un ragazzino codardo che impara a non piegarsi di fronte a nessuno. Ma c'è anche, di rimando, la ragion di stato della guerra di Corea vissuta dai veri reduci: i figli illegittimi, che uccidono cani per mantenersi; le donne stuprate e tradite; gli affetti abbandonati al loro destino o talmente repressi da impazzire per la mancanza di logica e di spiegazioni (la stessa follia del successivo The Coast Guard); le vittime ferite in battaglia pur essendo in tempo di pace. Non c'è tregua che regga, lo spasimo e la voglia di fuga riemergono là dove una nazione brucia ancora e le sue cicatrici aperte, che fanno male, ne testimoniano l'orgoglio residuo. Il cofanetto, con le sue tre perle di saggezza, rende partecipe chiunque di una spaccatura sociale che colpisce, e al tempo stesso rincuora, tanto lo spettatore quanto l'animo nobile un regista tanto tormentato.

IL DVD


Raro Video si fa per l'ennesima volta portatrice di un progetto in sé e per sé assolutamente encomiabile e da sostenere: con questo cofanetto a tre dischi perora infatti la causa del miglior cinema sudcoreano, quello che a cavallo tra vecchio e nuovo millennio fece voltare molte teste. A fronte di una cura maniacale per i dettagli e della dedizione alla propria causa, come testimoniano il packaging ricco di personalità e il booklet esaustivo sul regista e il suo cinema, fa talvolta pecca la resa qualitativa dei dischi, probabilmente a causa di master originali non perfetti. Nulla per cui sconsigliare l'acquisto, al contrario si tratta di un'aggiunta preziosa per la propria videoteca, però resta un po' di rammarico se pensiamo alla ricchezza delle edizioni uscite a Seoul, da cui si poteva localizzare parecchio materiale. I punti deboli sono evidenti soprattutto nel transfer di Address Unknown: colori ovattati e poco brillanti, artefatti e pixel principalmente nelle scene buie. Il bitrate video è comunque di buon livello, e si aggira tra i 4 e i 5 Mbps in ogni disco. Il quadro è anamorfico, le pellicole integrali e presentate nella ratio 1.85:1 corretta. Ottima la resa audio: le tracce coreane sono tutte in uno splendido e avvolgente Dolby Digital 5.1 a 448 Kb/s. Visto l'effetto sminuente del doppiaggio italiano (l'unico spezzone è in Dolby Digital 2.0 a 224 Kb/s) su Bad Guy, probabilmente recuperato dall'edizione passata su satellite, dove la traduzione toglie sostanza ai dialoghi, è certo un bene che gli altri due film siano stati presentati nella sola lingua madre, con la possibilità di aggiungere i sottotitoli in italiano e in inglese. Merita un discorso a parte il comparto extra: tutti e tre i dischi, operazione curiosa, presentano la medesimo intervista ad Andrea Bellavita, che disserta su Kim Ki-Duk con competenza. Lo stesso critico si concede poi, per ciascun dvd, con un saggio specifico sul titolo racchiuso nel supporto. I dischi singoli si differenziano poco l'uno dall'altro: in Address Unknown, contenuto speciale di maggior rilievo, è inclusa una breve intervista sottotitolata a Kim, che parla del film e dei suoi risvolti politico-sociali; in The Isle uno speciale dietro le quinte tanto grezzo e improvvisato quanto piacevole; in Bad Guy il trailer e un making of strutturato come un videoclip musicale, con lo score originale in sottofondo.



 


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