DVD – "J'irai comme un cheval fou – I will walk like a crazy horse", di Fernando Arrabal

Sfidando irriverentemente la pudicizia dell'occhio dello spettatore, Arrabal descrive il progressivo abbandono mentale di un universo inquinato dall'omologazione e dallo strumento repressivo costituito dal concetto della "colpa". Un ottimo dvd edito dalla Raro Video

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Titolo originale: id.

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Anno: 1973


Durata: 90'


Distribuzione: Minerva/Raro Video


Genere: drammatico


Cast: George Shannon; Hachemi Marzouk; Emmanuelle Riva; Marco Perrin; François Chatelet; Gerard Borlant; Jean Chalon; Raoul Curet


Regia: Fernando Arrabal


Formato DVD/Video: 16/9


Audio: francese Dolby Digital 2.0


Sottotitoli: italiano


Extra: intervista a Fernando Arrabal; intervista a Marco Dotti; galleria fotografica

IL FILM


Il secondo lungometraggio del fondatore del Movimento Panico insieme a Topor e Jodorowsky è un film sregolato e follemente ludico, in cui Arrabal abdica coscientemente alla ricerca della coerenza per regalare alla visione un'esperienza puramente istintuale ed emotiva. Continuando a rievocare, come già in Viva la muerte, ma anche in tanta parte della sua opera, il ricordo non esorcizzabile di un'infanzia negata e dolorosa, segnata dalla perdita della figura del padre, tradito dalla madre e da essa cancellato e consegnato al regime di Franco, in J'irai comme un cheval fou Arrabal si nasconde dietro il volto di George Shannon, Aden Rey nella finzione della storia, un giovane agiato e di successo, che, ricercato dalla polizia dopo aver ucciso la madre, fugge nel deserto dove incontra Marvel, un piccolo uomo non contaminato dalle sovrastrutture aberranti imposte dalla società civilizzata e dotato di un fascino magico. Il progressivo abbandono mentale di un universo inquinato dall'omologazione e dallo strumento repressivo costituito dal concetto della "colpa", per approdare nella libertà del mondo fantastico e mistico del sogno di cui Marvel è sovrano, avviene solo dopo che il protagonista percorre all'inverso i passi compiuti nella sua fuga. In una ridefinizione e svuotamento del complesso edipico, Arrabal assegna esplicitamente alla figura materna il ruolo di castratrice, l'eliminazione della madre segna dunque il processo inverso di liberazione dall'imposizione delle norme culturali entro cui è intrappolato Aden, fino alla conclusiva dissoluzione della coscienza e del soggetto corrotto dall'etica collettiva entro il desiderio istintuale ed antecedente ad ogni costrizione repressiva, avvenuta grazie all'atto di cannibalismo che proietta il corpo liberato del protagonista all'interno del sogno di Marvel. Solo leggermente adombrato dalla patina del tempo, J'irai comme un cheval fou, servendosi di un simbolismo allo stesso momento spietato, grottesco e brutale, s'insinua, giocando con la pudicizia dell'occhio dello spettatore, nel territorio dissacrante della satira provocatoria sulla società moderna, dove l'uomo in quanto individuo è destinato ad essere intossicato dalle scorie della civilizzazione, fagocitato dall'anonimità impersonale della massa, cancellato e violentato dall'etica e dalla cultura sociale ed in grado di dare alla solo luce corpi senza possibilità di vita, privati della loro stessa carne. L'atto di folle trasgressione operato da Arrabal, come corsa sregolata proiettata verso un altrove inteso come luogo mentale antecedente alla costruzione deviata dell'io, non rimane chiusa nell'incubo dell'impotenza, ma restituisce all'essere umano la sua forma originaria di essenza irriducibile, imprevedibile ed incontrollabile nell'affermazione della sua singolarità.

IL DVD


Dopo Viva la muerte la Raro Video continua nell'importante riscoperta dell'opera cinematografica di Arrabal, portando sul mercato il suo secondo lungometraggio in un'edizione molto ben curata e corredata di un'interessante sezione di contenuti speciali. Considerando gli oltre trent'anni che segnano la pellicola, il video di J'irai comme un cheval fou è di ottima qualità, i colori sono densi e vividi, i dettagli ben definiti. Ottimo anche l'audio, in versione originale con sottotitoli opzionabili in italiano, che non sembra affatto risentire dell'usura del tempo. Il film è suddiviso in 18 scene. Negli extra, oltre alla galleria fotografica, che conta 14 scatti, è contenuta l'interessante lettura di Marco Dotti, critico letterario, il quale sviluppa l'inversione arrabaliana del complesso edipico ed approfondisce la rappresentazione del labirinto come luogo in cui perdersi fino a negarsi, per poi riuscire a riappropriarsi del proprio essere. Sempre nei contenuti speciali è anche inserita una lunga intervista ad Arrabal, il quale ripercorre, a partire dai ricordi di Melilla, la sua città natale, gli episodi che hanno segnato la sua esistenza e contribuito alla sua formazione artistica, si sofferma sulla nascita del Movimento Panico, parla del suo impegno cinematografico, analizza il suo rapporto con Topor, Jodorowsky, Houellebecq, Kundera, Pasolini, Beckett.

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