DVD – "Napoletani a Milano", di Eduardo De Filippo

Grande merito va riconosciuto alla Ripley's Home Video, che produce questo Napoletani a Milano per l'home video, film letteralmente dimenticato del 1953 e prima opera di Eduardo De Filippo per il cinema. Erede e debitore del primo neorealismo, il film tocca anche corde e sentimenti dell'oggi

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Titolo: Napoletani a Milano

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Anno: 1953


Durata: 97'


Produzione: Ripley's Home Video;


Genere: Commedia;


Cast: Eduardo De Filippo, Anna Maria Ferrero, Luigi Russo, Frank Latimore, Michele Malaspina, Vittorio Sanipoli, Eugenio Maggi;


Regia: Eduardo De Filippo;


Formato DVD/Video: 1,33:1;


Formato audio: Dolby digital 1.0 mono;


Sottotitoli: Italiano per non udenti;


Extra: Intervista con Antonio Ghirelli e scene scelte.

Il Film


Sceneggiano Age, Scarpelli e De Filippo (Eduardo) che pure dirige, questo film letteralmente dimenticato del 1953, questo Napoletani a Milano che ha rapporti così stretti con il presente che, un tempo che pare davvero circolare, non solo non ha cancellato, ma ha addirittura accentuato. La napoletanità e la milanesità messi su un ring a confrontarsi dentro una storia dai risvolti operaisti. Non paia esagerato, vedere per credere. È questa la particolare magia di questo film, dal finale forse troppo buonista, ma comprensibile considerando gli assunti iniziali.


In un quartiere napoletano una società milanese vuole realizzare un'industria. I locali si oppongono con a capo don Salvatore (Eduardo). Un crollo durante i lavori e la morte di cinque persone fa venire in mente ai napoletani un'idea. Arrivano a Milano e scopriranno una nuova realtà.


Erede e debitore del primo neorealismo, dal quale mutua il forte afflato solidale dello Zavattini di Miracolo a Milano (virtù di coincidenze topografiche!), il film attraverso l'esaltazione delle qualità umane, riafferma le proprie premesse. Una generale simpatia verso i suoi personaggi in cui non vi è traccia di cattiveria e una fiducia nel futuro dettata dalla forza dei protagonisti, dalla loro estrema umanità, che consente di superare anche i problemi più gravi attraverso quella che oggi chiameremmo rete di solidarietà. Un film che tocca corde e sentimenti dell'oggi. Sarà banale dirlo, ma la capacità di certo cinema, soprattutto quello di seconda fila, di anticipare temi e questioni appare sconcertante. Napoletani a Milano appartiene a questa categoria. Un film capace di interpretare i termini della questione nord-sud in rapporto con le istanze più difensive dei privilegi (tutto quello che oggi qualcuno chiama Padania). E seppure il suo senso finale possa risultare troppo addolcito da un afflato di buonismo, ciò non ne intacca i risultati, laddove il film incalza gli ambivalenti luoghi comuni, ne smonta i presupposti, realizzando, infine, una ideale unica, grande città italiana che da nord a sud soffre e vive, muore e rinasce, ma solo grazie a quella buona fede che ne guida le azioni.


Per altro verso, uno dei rari film, che seppure senza pretese e in tempi non sospetti, guarda dritto all'irrisolto rapporto tra parti contrapposte all'interno di una fabbrica. Il rischio della perdita del posto di lavoro e la ulteriore solidale iniziativa operaia, contrapposta ad una volontà di smantellamento, ci riconduce all'oggi con straordinaria e impensabile capacità anticipatrice.


Ed è per questo che ci piace ricordare la figura di don Salvatore che, alla testa dei suoi "amministrati", marcia, come nel Quarto Stato di Pellizza da Volpedo, contro un mondo che cambia, ma dove il progresso non si vede. Ma questo non era Pasolini? Magie del cinema.

Il DVD


Per quanto si è detto grande merito va riconosciuto alla RHV (Ripley's Home Video) che produce  il film nel formato home video. La buona qualità della pellicola ha permesso un ottimo riversamento in digitale e pertanto risulta molto buona la qualità dell'immagine nel formato 4/3, così come l'audio per quanto non supportato dalla stereofonia. Il film può essere visto con i sottotitoli, ma solo in italiano.


Ridotti al minimo i contenuti extra che propongono, oltre alla selezione delle sequenze, il trailer originale e un breve e piacevole intervento dell'intellettuale napoletano Antonio Ghirelli che, come precisano i titoli finali dell'intervista, curata da Tatti Sanguineti, è anche autore di un volume su Totò e che quindi conosce bene il cinema e il teatro napoletano. Brevi, ma originali tratti sulla figura di Eduardo regista, lo scozzese come lo chiamava Fellini, sottolineando così la sua estraneità al mezzo.

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