DVD – "Le fatiche di Ercole", di Pietro Francisci

Peplum doc con l’icona intramontabile, il muscolare Steve Reeves. Produzione di grande mestiere di Piero Francisci, Mario Bava, Flavio Mogherini. Ed è l'artigianato la vera cifra stilistica del film, perchè il supporto di Bava risulta imprescindibile  per un giudizio sull'opera. Edita Passworld.

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Regia: Pietro Francisci
Soggetto e sceneggiatura: Ennio De Concini, Gaio Fratini, Pietro Francisci, ispirato a “Le Argonautiche” di Apollonio Rodio
Fotografia ed effetti speciali: Mario Bava
Montaggio: Mario Serandrei
Musiche: Enzo Masetti
Scenografia: Flavio Mogherini
Costumi: Giulio Coltellacci
Produzione: O.S.C.A.R. FILM, GALATEA Production, Federico Teti
Interpreti: Steve Reeves, Sylva Koscina, Fabrizio Mioni, Ivo Garrani, Arturo Dominici, Mimmo Palmara, Lydia Alfonsi, Gina Rovere, Luciana Paoluzzi, Lilli Granado, Gianna Maria Canale.
Durata: 102’
Origine: Italia, 1957
Distribuzione video: Passworld
Formato video: 2.35:1
Audio: italiano e inglese mono; sottotitoli italiani

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IL FILM
Steve Reeves se ne è andato sette anni fa, nel maggio 2000, eppure è una di quelle icone che rimangono intatte, il tempo non le intacca. Attore che ha recitato con tutto il corpo. Eppure attore che dopo il film di Francisci cercò di liberarsi del ruolo di Ercole. Il suo più famoso rifiuto fu comunque il personaggio di Per un pugno di dollari di Sergio Leone, interpretato poi da Clint Eastwood.
Le fatiche di Ercole è il film che rilancia negli anni cinquanta il genere peplum, genere per eccellenza italiano, ma con budget ridicoli e scenografie e allestimenti del set del tutto artigianali. Sono certo lontani i tempi di Cabiria e Pastrone. Ma siamo anche dopo la seconda guerra mondiale, che qualche strascico l’ha pur lasciato nell’industria cinematografica nazionale. Che può inorgoglirsi per i film neorealistici, ma certo non è in grado di produrre kolossal. Ed è l’artigianato la vera cifra del film di Francisci, perché il supporto di Mario Bava risulta imprescindibile per un giudizio sull’opera. Bava non solo è stato direttore della fotografia, ma ha curato gli effetti speciali, tra i quali il più sorprendente ci sembra il drago che difende il vello d’oro dall’attacco di Giasone. Certo poi si sono utilizzate l’accelerazione dei fotogrammi ed il ralenti per rendere al meglio la scena che è comunque efficace e da molti paragonata ai vari Godzilla. L’apporto di Bava si rileva soprattutto nella scelta caratteristica delle luci, con soluzioni cromatiche laddove prevalgono il blu il viola il rosso che creano atmosfere gotiche un po’ eccezionali e straordinarie per il genere peplum. La narrazione sente molto l’influenza dell’Ulisse (1953) di Mario Camerini, anche se nessuno l’ha mai detto forse, ma le sequenze nell’isola delle amazzoni sembrano ripercorrere le imprese di Ulisse dalla maga Circe. Le scenografie sono identiche, soprattutto le navi scosse dalla tempesta sono le medesime del film di Camerini. Tutte queste similitudini non devono sorprendere più di tanto perché nell’Ulisse di Camerini c’erano lo stesso sceneggiatore Ennio De Concini, e lo scenografo Flavio Mogherini.

Il DVD

L’edizione basica della Passworld è accettabile. La qualità video, pur non presentando difetti, non è certo il risultato di un restauro. Il master utilizzato presenta, da quel che possiamo intuire, tutti i segni del tempo: bassa risoluzione, incertezza cromatica. Per cui si gioca a capire dove iniziano i segni poco performanti e gli effetti speciali di Bava. Si tratta di sfumature volute o di abbassamenti nella qualità di resa cromatica? 
Ciononostante, proprio le scelte delle luci e dei colori il dvd consente di apprezzare appieno soprattutto nella seconda parte che ci appare meglio contrastata. L’audio è quello che è. Mono e senza una vera dinamica per rendere meno goffo l’ascolto di alcuni effetti speciali acustici ridotti al minimo. Le voci sono sempre in primissimo piano. Non si rilevano grandi differenze tra la traccia italiana e quella inglese, a parte le inflessioni diverse degli attori e la variazione di alcuni timbri, minime, laddove probabilmente il doppiaggio non è stato neanche effettuato. Peccato per la mancanza dei contenuti speciali, avrebbero sicuramente potuto approfondire il contesto culturale delle produzioni cinematografiche dell’epoca.

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