Titolo originale: One Hour with You

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#SENTIERISELVAGGI21ST N.17: Cover Story THE BEAR

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THE OTHER SIDE OF GENIUS. IL CINEMA DI ORSON WELLES – LA MONOGRAFIA

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Anno: 1932

Durata: 75’

Distribuzione: Cecchi Gori

Genere: Commedia

Cast: Maurice Chevalier, Jeanette MacDonald, Charles Ruggles, Geneviève Tobin

Regia: Ernst Lubitsch, George Cukor

Formato DVD/video: 1.33:1

Audio: Dolby Digital 2.0 in Inglese

Sottotitoli: Italiano, Italiano per non udenti

Extra: Conversazione con Paolo Poli; Vieri Razzini: sul film; Galleria fotografica; Biografia del regista e degli attori principali; Menu interattivi e animati; Accesso diretto a 16 scene

IL FILM

A Parigi il ménage familiare di due coniugi innamoratissimi è turbato dalla tentazione, rappresentata da un’amica di scuola della moglie, provocante seduttrice. Il marito, giovane e affascinante dottore, sembra resistere alle lusinghe dell’adulterio per poi cedere, in una situazione equivoca, alle provocazioni; salvo alla fine riconquistare la fiducia dell’amata, che a sua volta ha tradito. Per Lubitsch l’elemento portante di Un’ora d’amore è la passione, analizzata con leggerezza. La commedia prevede il netto sorpasso delle convenzioni, in un periodo precedente alle chiusure del Codice Hays, e la sfacciataggine di un didascalismo osé che si fa beffe del senso comune del pudore. Remake autoreferenziale di Matrimonio in quattro (1924, dello stesso Lubitsch), ugualmente ispirato dalla piéce teatrale Nur ein Traum, 1909, di Lothar Schmidt, vede la collaborazione come regista d’appoggio di George Cukor, altro veterano della commedia romantica. Le ossessioni e le emozioni dei protagonisti sono il vero sale quotidiano, a condire i dialoghi arguti, equilibrati meravigliosamente, e le gag al peperoncino. «Mia moglie era bruna. Ora è diventata una bugiarda», dice il professore che stanco della fedifraga Mitzi, ovviamente tinta biondo platino, desidera solo il divorzio. Chevalier e Jeanette MacDonald, scoperti in coppia dal regista, si lanciano in duetti musicali da favola, e i loro corpi parlano e cantano quanto le loro ugole dorate. E’ la Hollywood più splendente, quella dove gli incastri e le magie della sceneggiatura del fedele Samson Raphaelson sembrano sempre perfetti. Gli spazi, gli ambienti, gli oggetti sono il terzo incomodo, che prendono vita per parlare faccia a faccia al pubblico, proprio come fa lo smagliante chansonnier rivolgendosi direttamente alla macchina da presa, sia quando conversa con i suoi ammiratori sia quando intona i propri dubbi morali su arie sbarazzine. Breve, rapido e conciso, come le sensazioni forti che decanta, il film è un tripudio di sorprese e invenzioni sceniche, garanzia di uno stile accurato ma al tempo stesso disilluso, di un linguaggio messo a punto nel minimo dettaglio e di una costruzione minuziosa che rende pregevole la messinscena dai titoli di testa fino all’ultimo fotogramma, passando per gli svariati, sempre accattivanti, numeri musicali. Nient’altro che un piccolo soave capolavoro, accorato e imperdibile.

IL DVD

Flamingo Video in collaborazione con Cecchi Gori porta sugli scaffali un disco di grande qualità. L’immagine è praticamente perfetta, e nonostante qualche lieve sgranatura le scale di grigio del bianco e nero sono lucide e brillanti, rendendo giustizia alla splendida fotografia di Victor Milner. Il formato originale, in quattro terzi a 1.33:1, non è certamente fatto per un televisore di nuova generazione, ma il quadro ampio e chiaro ripaga lo spettatore con una visione di prim’ordine. Solo una traccia audio è presente nel dvd, il doppiaggio originale in inglese, grazie al quale è possibile apprezzare la cadenza alla francese di Chevalier e l’abilità canora della MacDonald, entrambi molto particolari e da valutare al meglio senza l’intermediazione di una traduzione nostrana. Validi i sottotitoli, che scorrono lentamente per una lettura facile e immediata. L’audio bicanale è integro e coinvolgente, sempre pulito e piacevole all’udito. Meglio ancora, se possibile, la sezione extra, seppure non particolarmente ricca. Il contributo di Vieri Razzini, «sul film», è come sempre accade in questa collana di classici da riscoprire lucido e competente. In un quarto d’ora abbondante si addentra nei meandri di Lubitsch, svelandone la soave maestria nella commedia musicale. Al pari, l’intervento di Paolo Poli, seppur leggermente più eccentrico nei toni, dimostra la stessa identica passione e la capacità di sviscerare, con preparazione, la filmografia dell'autore tedesco e il suo stile. Le schede bio-filmografiche di regista e attori sono di routine, meglio allora la galleria fotografica che sfrutta la colonna sonora vivace per una presentazione che lascia il segno. Deliziosi sia l'artwork del dvd che i menu statici di transizione tra le schermate. Chiude la rassegna dei titoli che Vieri Razzini ha scelto per la collana video da lui patrocinata: anche se presentata in maniera statica costituisce una videoteca di lusso che ogni vero cinefilo dovrebbe provare a completare.

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