DVD – "Mogli pericolose", di Luigi Comencini


Il cinema di Luigi Comencini, che potrebbe erroneamente esser scambiato per populista, in realtà è il cinema di un grande osservatore della specie umana. Mogli pericolose è un film scoppiettante, sui riti delle coppie: gelosie, prove d'amore; i ruoli maschili e femminili sono tratteggiati con insuperabile bravura grazie a una scrittura che ha un senso dell'umorismo oggi assente e un cast di attori da brividi. Da Medusa Home Entertainment

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Anno: 1958
Durata:
92’
Distribuzione: Medusa Home Entertainment
Genere: commedia
Cast: Sylva Koscina , Renato Salvatori, Dorian Gray, Franco Fabrizi, Mario Carotenuto, Giorgia Moll, Nino Taranto, Pupella Maggio, Pina Renzi, Maria Pia Casilio, Bruno Carotenuto, Yvette Masson, Vittoria Crispo, Nando Bruno, Antonio D'Alessio
Regia: Luigi Comencini

Formato DVD/Video: 1.33:1
Audio: italiano Dolby Digital 2.0, Italiano Dolby Digital 5.1
Sottotitoli: italiano per non udenti
Extra: commento di Tullio Kezich, presentazione, filmografia Luigi Comencini, cast artistico, cast tecnico

 

IL FILM
A partire dal suo secondo lungometraggio, L'imperatore di Capri, con Totò, Luigi Comencini aveva quella statura da intellettuale illuminato sì da potersi dedicare a qualsiasi progetto, anche quelli snobbati dai falsi intellettuali e dai critici. È cosa nota che di fronte ai film di Totò i giovani militanti della critica storcevano il naso. Il cinema di Comencini, che potrebbe erroneamente esser scambiato per populista, in realtà è il cinema di un grande osservatore della specie umana. Comencini con Mogli pericolose gira un film assolutamente scoppiettante sui riti delle coppie, tra gelosie, prove d'amore, e soprattutto ruoli maschili e femminili che sono tratteggiati con insuperabile bravura grazie all'ausilio di una scrittura che ha un senso dell'umorismo oggi completamente assente e poi un cast di attori che fa venire i brividi. Tanto per citare i più importanti: Pupella Maggio, Mario Carotenuto, Nino Taranto. Basterebbero questi tre giganti per far tacere per sempre i recensori che hanno liquidato Mogli pericolose come film “alimentare”, ammesso che questa parola abbia ancora il senso che gli si attribuiva quasi mezzo secolo fa. Oggi si usa il più tiepido “commerciale”. Se i tempi cambiano, è vero che rivalutare Mogli pericolose non è un'operazione oziosa. Sia perché lo merita, e Tullio Kezich si scusa pubblicamente nel commento al film, laddove il riscontro più forte che si tratta di un'opera eccellente sta non soltanto nella prova del cast di attori, ma anche nel lavoro eccellente di mestieranti, professionisti che hanno scritto la storia del cinema italiano. Neanche gli storici più attenti se ne erano accorti, ma oggi si sta facendo molto per fare luce sui capitoli oscuri, dimenticati della storia cinematografica. E sono molti. Da segnalare quanto siano argute le gag contenute nel film e quanto infine sia corale la messa in scena nella quale filtrano in maniera straordinaria gli sfondi dell'epoca. E peraltro Mogli pericolose insieme a Mariti in città (1957) e Le sorprese dell'amore (1959) è un momento importante nella filmografia di Comencini, giacché, come suggerisce Giorgio Gosetti, nella monografia edita da La Nuova Italia “in questi tre film vengono allo scoperto i riferimenti letterari e teatrali dell'autore e si compie quella mediazione tra materia grezza tratta dalla realtà e costruzione meccanica secondo schemi culturali, che salda il cinema italiano degli anni cinquanta con quello del decennio successivo”. Quindi, come ribadito sopra, momento importante del cinema italiano, probabilmente fondante della commedia all'italiana degli anni sessanta, della quale il cinema di Comencini fa parte insieme ai due mostri sacri Dino Risi e Mario Monicelli. E inoltre, la costruzione delle storie fa preciso riferimento ai film ad episodi e non è certo un caso che lo sketch dell'ascensore con Franco Fabrizi sarà ancora messo in scena in una versione non meno originale con Alberto Sordi e Stefania Sandrelli da Comencini nel film ad episodi Quelle strane occasioni (1976).

 

 

 

IL DVD

Ottima la qualità tecnica del disco curato da Medusa Home Entertainment. Si godono appieno i contrasti cromatici del bianco e nero della fotografia di Armando Nannuzzi e non si segnalano artefatti, grazie ad un master digitale ineccepibile. La colonna sonora si presenta pulita e chiara ed è fruibile sia nella versione mono sia in quella 5.1, sostanzialmente identiche: nella seconda i rumori di scena hanno una maggiore profondità. Buona la quantità di extra. In effetti, il lungo (36') commento da parte di Tullio Kezich, a cura di Silvia d'Amico, Gioia Magrini e Roberto Meddi, non solo fa acquisire alla parte di contenuti speciali il massimo dei voti, ma si rivela pienamente opportuno per la rivalutazione del film di cui si diceva. Questa nuova prospettiva affiora chiaramente durante la disamina attenta di Kezich che riguarda in primo luogo il parco attori. Apprezzabile è anche la presentazione e non il trailer, forse per marcare il fatto che il termine anglosassone non era ancora appannaggio di tutti. Affascinante la grafica dei menu a cura di Square S.r.l.

 

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