HOME CINEMA – Time and Tide di Tsui Hark

Esce in VHS uno degli ultimi lavori del cineasta hongkonghese, un "neo noir" che non rinuncia ad uno struggente e disperato romanticismo

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(Time and Tide)
REGIA: Tsui Hark
INTERPRETI: Nicholas Tse, Wu Bai, Anthony Wong, Candy Lo, Cathy Chui
DURATA: 112'
ORIGINE: Hong Kong/Cina, 2000
DISTRIBUZIONE: Columbia Home Video
FORMATO: VHS, Noleggio
NOTE: Inedito in sala
Corpi trasformati in “cartoon” impazziti che “schizzano” letteralmente attraverso le inquadrature. Con "Time and Tide" Tsui Hark torna a produzione ed ambientazione hongkonghesi, riavvicinandosi alla straordinaria vitalità del suo cinema meglio riuscito – quello realizzato a cavallo tra fine anni Settanta e metà Ottanta – e surclassando, in un colpo solo, i tanti specialisti hollywoodiani di “action-movies” che appaiono irrimediabilmente “sciapiti” rispetto a quelli dello “Spielberg d'Oriente”. Lo “Tsui Hark Touch”, dunque, è ancora intatto, con vertiginose sequenze d'azione “tirate” ben oltre i limiti del virtuosismo estremo, punti di vista che si frazionano e precipitano costantemente in un gorgo senza fondo (come se cadessero dalle sommità dei grattacieli di una Hong Kong dalla struttura sempre più verticale), ma anche un'ardita – e riuscita – commistione tra generi cinematografici differenti e lo struggente e disperato romanticismo che da sempre caratterizza il miglior cinema proveniente dall'ex-colonia britannica.
Non conta quasi per nulla la trama di "Time and Tide" che, sui sensi dello spettatore, ottiene lo stesso effetto che una miriade di schegge di vetro rotte da proiettili impazziti ha sui corpi dei personaggi: li investe, cioè, con violenza da tutte le direzioni, li graffia, ferisce. Ma, al tempo stesso, li (ci) fa sentire più vivi. E proprio la vitalità che “illumina” lo schermo – con i colori al neon delle notti hongkonghesi, ma anche grazie alle intersezioni pericolose tra i corpi dei protagonisti Nicholas Tse ed Anthony Wong – dà al più recente film di Tsui Hark un originalissimo luccichio, che si mescola all'irresistibile patina noir della narrazione. Il “Neo-noir” di Hong Kong – e non solo – passa, dunque, inevitabilmente (fortunatamente) attraverso il cinema rinato di Tsui Hark.

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