DVD – Il sogno di Ferdinando Briguglio (2dvd)

il sogno di ferdinando briguglioPreziosa operazione di recupero, l’uscita in dvd di Anni difficili e Quel fantasma di mio marito curata dalla Medusa Home Entertainment, rende finalmente giustizia a due film importanti e dimenticati. Un regalo della "Briguglio Film”, che nel secondo dopoguerra li produsse. Eccellenti i contenuti extra, così come la qualità audio e video.

--------------------------------------------------------------
CORSO COMUNICAZIONE DIGITALE PER IL CINEMA DALL'11 APRILE

--------------------------------------------------------------

--------------------------------------------------------------
#SENTIERISELVAGGI21ST N.17: Cover Story THE BEAR

--------------------------------------------------------------

--------------------------------------------------------------
THE OTHER SIDE OF GENIUS. IL CINEMA DI ORSON WELLES – LA MONOGRAFIA

--------------------------------------------------------------
il sogno di ferdinando briguglioTitolo originale: Anni Difficili – Quel fantasma di mio marito
Anno:
1948 – 1950
Durata:
113' – 95'
Distribuzione:
Medusa Home Entertainment
Genere:
Commedia
Cast:
Umberto Spadaro, Ave Ninchi, Massimo Girotti, Delia Scala, Milly Vitale, Walter Chiari, Jole Fierro, Katia Suffi, Leo Garavaglia, Cesare Bettarini, Enzo Biliotti, Medy Saint Michel, Ernesto Almirante
Regia:
Luigi Zampa – Camillo Mastrocinque
Formato DVD/Video: 1.33:1
Audio:
italiano 1.0 Dolby Digital AC-3
Sottotitoli:
italiano per non udenti, inglese, francese, tedesco 
Contenuti extra: “…di nuovo Anni Difficili…” documentario di Tatti Sanguineti; “Brancati e la censura” intervista ad Aristotele Malatino; “Il restauro” di Matteo Pavesi e Davide Pozzi; “La Briguglio Film” intervista a Pietro Briguglio; Presentazione; Sinossi

             

 

I FILM

"Anni Difficili"
, di Luigi Zampa

1935. Modica, profonda provincia siciliana. L’onesto impiegato Aldo Piscitello si trova, dopo la riapertura delle iscrizioni al Partito Fascista, davanti ad una scelta amara: iscriversi al Fascio, come tutti i dipendenti pubblici o essere licenziato in tronco. L’istintivo, profondo buonsenso anti-fascista che l’uomo è riuscito a non tradire per più di un decennio, lo porta a chiedere consiglio ai suoi concittadini illuminati, che non hanno abbastanza coraggio per aiutarlo. Spinto dalla moglie mussoliniana che sogna un futuro radioso per la sua famiglia sotto la guida del Duce, Aldo si iscrive al Partito, ritrovandosi goffamente costretto a raduni ed esercizi ginnici, e soprattutto scoprendo con sommo sgomento di aver raggiunto per “meriti” di anzianità il rango di “squadrista”, tra le urla eccitate della moglie. La piccola Italia remota del Ventennio è tutta nel piccolo mondo di Piscitello: la moglie matriarca di regime, la figlia trascinata dalle derive dannunziane, il furbo barone-podestà padrone di casa. I toni da commedia di costume precipitano nella constatazione amara della realtà storica quando l’Italia entra in Guerra. E quando il figlio maggiore dei Piscitello, Giovanni, valente ufficiale dell’Esercito intimamente anti-fascista, muore ucciso da due soldati tedeschi. E’ questo il prezzo più alto che Aldo paga, come dice lui stesso nel mestissimo anni difficili di luigi zampafinale; ed è il prezzo che pagano gli Italiani che non hanno capito e anche quelli che non si sono opposti quando avrebbero dovuto.
Anni difficili nasce dalla collaborazione  tra Luigi Zampa e Vitaliano Brancati, autore della sceneggiatura. A pochi anni dalla fine della Seconda Guerra Mondiale e dall’inizio della ricostruzione questi due intellettuali non schierati e per questo “difficili” riescono a rendere in immagini e parole il ritratto doloroso e comico di un Paese che è scivolato dall’epoca liberale ad un regime totalitario con la tragica inconsapevolezza dell’esaltazione. Sembra che nulla sfugga al loro sguardo sinceramente morale. In primo luogo l’amoralità del gattopardiano “tutto cambia per restare uguale”; e la Sicilia mai come in questo caso diventa sciascianamente metafora del malcostume nazionale. I fascisti della piccola città, il podestà-barone che tutto può e che tutto deve pur di salvare il suo prestigio e conservare intatto il suo potere: tutti pronti ad abbandonare il fez e a dichiararsi anti-fascisti all’arrivo degli Alleati. E’ così che le Società, con tutto il marcio che le incancrenisce dentro, possono fare finta di cambiare pelle per restare intatte. Anni difficili è un film bellissimo. C’è dentro, e si vede in ogni fotogramma, l’amore incondizionato che i suoi due grandi autori hanno avuto per il loro Paese. E c’è la disperazione profonda, celata appena sotto il velo perturbante dell’ironia, per le sue sorti sciagurate. C’è il sapore amaro che ha la consapevolezza di una bugia accettata, quella su un passato che non è  finito nel 1945, ma si è solo imposto un altro nome. La scelta degli attori è  perfetta. Umberto Spadaro dà un’interpretazione che va ben oltre le ristrettezze del prototipo, e riesce ad essere commovente senza sbavature o pathos. Ave Ninchi è la mastodontica massaia di regime, e Massimo Girotti è fermo e riluttante come il suo Giovanni deve essere. E’ un incredibile peccato  che il film sia, o sia stato, almeno fino ad oggi, così trascurato. Così come troppa poca cura si è avuta nei confronti di Brancati e soprattutto di Zampa, al quale solo l’ultima edizione del Festival del Cinema di Roma si è decisa a dedicare una retrospettiva.

 

"Quel fantasma di mio marito", di Camillo Mastrocinque

Gianni Alberti, laureato in Agraria, fa il giornalista per caso e con poca convinzione. E’ sposato con Vivia, creatrice di moda concreta e ambiziosa, che sta per realizzare le sue aspirazioni aprendo una casa di creazioni. Gianni fallisce per l’ennesima volta al lavoro, lasciandosi sfuggire quasi volontariamente uno “scoop”. Viene così licenziato dal direttore, che è furioso ed esasperato. Per Gianni è quasi una liberazione, ma Vivia non la pensa allo stesso modo e si dà da fare per far riassumere Gianni al giornale, sfruttando una serie di conoscenze nell’ambiente. Il direttore si convince e riassume Gianni, anzi fa di più: lo nomina inviato e lo manda in Palestina. Vivia è entusiasta almeno quanto Gianni è spaesato: a lui non va per niente di partire e vorrebbe solo restare a casa e fare un bambino con Vivia, mentre lei già sogna per il marito una carriera favolosa. Fa di più: architetta un piano per trasformare Gianni in un eroe di guerra. Dovrà fingersi morto in un agguato. Quando la notizia avrà fatto il giro del mondo e lui sarà diventato un martire del giornalismo, riapparirà dal nulla.
Gianni parte per la Palestina e mette in pratica il piano della moglie. Ma qualcosa va storto. Quando Vivia apprende dai giornali della morte riesce ad apparire addolorata, pregustando in cuor suo la gioia della fama che verrà. La sua convinzione crolla però davanti al fantasma di Gianni, che le rivela di essere realmente morto. Vivia è disperata e ha un crollo nervoso. Passa un po’ di tempo e Gianni, walter chari quel fantasma di mio marito camillo mastrocinqueredivivo grazie ad un’improbabile fattucchiera arabo-partenopea, si palesa in carne ed ossa davanti agli occhi di Vivia. Lei dapprima crede che sia di nuovo il fantasma, poi capisce che è davvero lui. La coppia è di nuovo unita e ormai le ambizioni carrieriste passano in secondo piano. La sequenza finale ci mostra Gianni e Vivia immersi nel verde della campagna, con una bambina appena nata.
Secondo regalo di Pietro Briguglio, figlio di Ferdinando, Quel fantasma di mio marito è una commedia elegante e anomala per il panorama italiano. Camillo Mastrocinque, regista commerciale importantissimo nel dopoguerra, tanto per intenderci basta un solo titolo: Totò Peppino e la Malafemmina, dirige con intelligenza e grazia questo film strambo sin dal titolo. Si discosta molto Mastrocinque dalla comicità italiana, così come dalla stessa struttura della commedia nostrana. In Quel fantasma di mio marito non c’è quasi traccia di regionalismi, dialetti (ironia sottile: la presenza del dialetto, napoletano naturalmente, è relegata al territorio straniero, alla Palestina, il Paese lontano dove non ci si immaginerebbe mai di trovarlo), non ci sono doppi sensi, allusioni. E non c’è miseria, fatica, ricostruzione. Scelta assolutamente controcorrente per un film italiano del 1950.
Le gag non sono perfette. Talvolta nel tentativo di americaneggiare  non funzionano come vorrebbero. Eppure è proprio questa piccola pretesa, questo tentativo di emulare le gesta della commedia sofisticata americana che fa di Quel fantasma di mio marito un film raro e prezioso. Unico nel suo (non) genere.
E per niente “vuoto” come vorrebbe/ dovrebbe sembrare. L’ attacco all’ambizione carrierista è feroce, seppur subliminale. Ed è una scelta, un’intuizione lungimirante da parte di Mastrocinque, che dimostra di aver visto qualcosa che i suoi contemporanei, troppo occupati sulla strada del populismo, non avevano visto. Tutto sommato neanche la sequenza finale, zuccherosamente idilliaca, riesce a celare del tutto le speranze rampantiste di Vivia, “colpevole” di essere in anticipo di circa trent’anni sulla società.
Rimane, proprio come in certe commedie americane, un po’ d’amaro in bocca, che si fa sentire proprio perché sepolto da troppo zucchero. La sensazione che attraverso lo schema della scomposizione e ricomposizione finale, del lieto fine e del “così doveva andare”, le commedie ci dicano sempre molto di più di quello che apparentemente vogliono dire. Che nascondano una serie messaggi subliminali sui cambiamenti, sul mondo che tra breve non sarà più lo stesso. Questo succede in Quel fantasma di mio marito. Mastrocinque è bravissimo, e dirige con classe un gruppo di attori perfettamente a loro agio. Tra tutti spicca un Walter Chiari eccezionale.

IL DVD

L’edizione distribuita dalla Medusa Home Entertainment è straordinaria. Anni Difficili, insieme a Quel Fantasma di mio marito del 1950 sono i due film della Briguglio contenuti in questo prezioso cofanetto. Anche grazie al recente restauro, il dvd ha un’ottima resa fotografica. La qualità dell’audio è altrettanto notevole.
Ma quello che è più entusiasmante è l’abbondanza di contenuti speciali, tutti estremamente preziosi.
Si comincia con il documentario di Tatti Sanguineti “…..di nuovo Anni Difficili..”, dovizioso excursus storico, attraverso gli interventi di quel fantasma di mio marito walter chiari camillo mastrocinqueGoffredo Fofi, Turi Vasile, Giulio Andreotti e Anna Proclemer, sul percorso di Anni Difficili. Incredibilmente appoggiato da Andreotti contro il parere di molti alti funzionari che si riconoscevano nei personaggi negativi e che per questo avevano creato difficoltà  dopo la prima proiezione alla IX edizione del Festival di Venezia. Le carte del Ministero di Grazia e Giustizia, lette da Sanguineti e commentate dallo stesso Andreotti ritenevano il film “offensivo per il popolo italiano”.
Segue “Brancati e la censura”, intervista ad Aristotele Malatino che mette in luce il carattere indipendente dello scrittore siciliano, i problemi che ebbe all’ indomani della pubblicazione del romanzo “La governante” e la sua influenza su Leonardo Sciascia.
“Il restauro” di Matteo Pavesi e Davide Pozzi ci fa entrare nella Cineteca di Bologna per capire il processo che ha portato al recupero e al restauro in digitale di questo film straordinario.
Infine “La Briguglio Film”, un’intervista a Pietro Briguglio in cui il figlio di Ferdinando, produttore e distributore di Anni Difficili e  Quel fantasma di mio marito, racconta il percorso che portò il padre, fino ad allora importante capitano d’industria, ad investire nel film dopo un illuminante incontro con Brancati.
Finalmente un recupero che rende un po’ di giustizia ad un’opera troppo a lungo sottovalutata. Questa coraggiosa edizione potrebbe, con un po’ di fortuna, riportare alla luce Anni difficili. E i suoi due autori. Stessa speranza per Quel fantasma di mio marito.

--------------------------------------------------------------
CORSO ONLINE SCRIVERE E PRESENTARE UN DOCUMENTARIO, DAL 22 APRILE

--------------------------------------------------------------

    ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI SENTIERI SELVAGGI

    Le news, le recensioni, i corsi di cinema, la riviste, i libri, gli eventi e tutte le nostre iniziative


    Array