DVD – “I cannibali”, di Liliana Cavani

I cannibali dvd

Lontano da una collocazione spazio-temporale immediatamente riconoscibile, sebbene la rivolta e la conseguente repressione siano ovviamente avvicinabili agli avvenimenti del ’68, l’adattamento della tragedia di Sofocle pensato dalla Cavani esaspera il contrasto tra l’Individuo e lo Stato e ne assolutizza i termini: l’Antigone che decide di dare sepoltura ai cadaveri dei contestatori resta una vittima, mentre lo Stato, governato non dalla crudeltà di un Creonte ma dalle disumane leggi della società capitalistica, è e rimane tiranno. Da Minerva/RaroVideo

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I cannibali dvdAnno: 1969
Durata: 95’
Distribuzione: Minerva/RaroVideo
Genere: drammatico
Cast: Pierre Clementi, Britt Ekland, Tomas Milian, Francesco Leonetti, Delia Boccardo, Marino Masè
Regia: Liliana Cavani
Formato DVD/video: 2.35:1
Audio: italiano mono
Sottotitoli:
Extra: intervista a Liliana Cavani, trailer

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IL FILM
I cannibali nasce tutto da un’immagine, ispirata da Sofocle ma ripensata e sublimata da Liliana Cavani: le strade di una qualunque città moderna affollate dei cadaveri di una ribellione giovanile, mentre un’umanità distaccata e I cannibalifrettolosa si muove noncurante tra di essi. Lontano da una collocazione spazio-temporale immediatamente riconoscibile, sebbene la rivolta e la conseguente repressione siano ovviamente avvicinabili agli avvenimenti del ’68, l’adattamento della tragedia di Sofocle pensato dalla Cavani esaspera il contrasto tra l’Individuo e lo Stato e ne assolutizza i termini: l’Antigone che decide di dare sepoltura ai cadaveri dei contestatori resta una vittima, mentre lo Stato, governato non dalla crudeltà di un Creonte ma dalle disumane leggi della società capitalistica, è e rimane tiranno. Il tentativo di aprire una breccia nella violenza istituzionalizzata, che paralizza l’individuo in alienanti ruoli comportamentali, nasce da un credo interiore che prescinde dall’ideologia e dal pensiero e può fare a meno della parola, esplicitato nel simbolismo fin troppo evidente dello “straniero” Tiresia che parla una lingua sconosciuta e si esprime essenzialmente nel gesto e nel corpo. La sua estraneità s’innesta su quella di Antigone, sfociando nel risveglio di un sentire umano antico e perduto, che si offre muto e nudo alla reazione del Potere. L’architettura stessa della città, con le sue vie tentacolari costantemente sorvegliate, i quartier generali, le prigioni, i manicomi, è filmata come una proiezione della morsa dello Stato di polizia che si chiude fatalmente sui due ribelli e sul loro tentativo di ripristinare uno stato di Natura non normalizzato o politicamente plasmabile. I cannibali che aspirano a una purezza primitiva finiscono fagocitati da un sistema che si nutre del sangue dei ribelli perché, come asseriscono gli ambigui plutocrati che tentano di suggestionare Antigone, ogni potere ha un senso solo se c’è qualcuno che vuole rovesciarlo, e qualora non disponesse di un nemico reale, ne creerebbe uno immaginario contro cui combattere per riaffermare se stesso. Mentre il silenzio di Tiresia rappresenta il suo rifiuto di contestare il Potere su un piano dialettico per non esserne assorbito, egualmente destabilizzante è il volontario annichilimento di Emone, che si abbandona a uno stato animalesco estraneo a qualunque posizione. E se ricorrere alla parola significa già esporsi al compromesso, è sul piano dello sguardo che si svolge la battaglia etica e politica. A fronte di uno Stato che reprime attraverso la sorveglianza visiva, costringendo alla visione insostenibile dei corpi senza vita lungo le strade e rendendo i cittadini parte attiva del sistema di controllo, lo sguardo empatico di Antigone e Tiresia che “vedono” i fratelli morti è l’atto eversivo per eccellenza perché spezza la simbiosi tra il potere politico da un lato e la cecità dei sudditi e il sadismo voyeuristico della classe dominante dall’altro. La riflessione sullo stretto legame tra visione e potere diviene ovviamente riflessione sul cinema come strumento potenzialmente duplice di controllo e di propaganda o di dissenso ed emancipazione.
 
 
 
I cannibali menù dvdIL DVD
Ottima edizione quella proposta dalla Minerva/RaroVideo per il terzo lungometraggio di Liliana Cavani, completa di un booklet con la presentazione di Bruno Di Marino, note biografiche sulla regista e una selezione di interventi critici sul film da parte di Alberto Moravia, Ciriaco Tiso e Gaetana Marrone. Al di là della qualità delle immagini e dell’audio, più che buona, l’edizione si segnala per una sezione extra che comprende oltre al trailer una lunga intervista alla regista. La Cavani, tra le altre cose, spiega il contesto in cui è nato il film, scritto con Italo Moscati, e le assonanze con opere dello stesso periodo. Pur nascendo dal medesimo clima post-sessantottesco, la regista ritiene il suo film molto lontano da pellicole come Dillinger è morto e Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto, e semmai avvicinabile a Easy Rider per la stessa istanza di liberazione di cui vuole farsi portatore.
 
 
 
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