DVD – “The company men”, di John Wells

John Wells viene dalla televisione e sa bene come certi volti funzionino da soli, basta piazzarli davanti alla macchina da presa e non essere insistenti con il proprio sguardo: anche autore dello script, aspira chiaramente al cinema etico e civile dei grandi narratori popolari d'America, i cantori d'una fiera quotidianità di valori comunitariamente condivisi. Hai gioco facile quando nel cast c'è tutta l'eredità del Cinema Americano, da Tommy Lee Jones a Ben Affleck passando per Kevin Costner. Gran film recuperato in home video da 01 Distribution

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Titolo originale: id.
Anno: 2010
Durata: 109’
Distribuzione: Rai Cinema – 01 Distribution
Genere: Drammatico
Cast: Ben Affleck, Kevin Costner, Tommy Lee Jones, Maria Bello, Chris Cooper, Craig T. Nelson, Rosemarie DeWitt
Regia: John Wells
Formato DVD/video: 1,85:01 
Audio: italiano, Dolby Digital 5.1 – inglese, Dolby Digital 5.1
Sottotitoli: Italiano per non udenti
Extra: Trailer

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IL FILM

Dentro The Company Men si respira l'aria inconfondibile e corroborante del Cinema Americano, la stessa che senti subito soffiare tra le inquadrature per esempio del capolavoro di Todd Phillips Parto col folle: la consapevolezza che in ogni istante di questi film vada riproducendosi un'eredità d'immaginario in un rinnovamento che si ribadisce costante, e presente.
John Wells viene dalla televisione e sa bene come certi volti funzionino da soli, basta piazzarli davanti alla macchina da presa e non essere insistenti con il proprio sguardo, anche quando alla fotografia c'è il raggelante Roger Deakins, odioso come al solito ma qui impotente davanti alla forza significante di “semplici” primi piani.
Il caso più eclatante è ovviamente quello di Tommy Lee Jones, qui per la terza volta illuminato da Deakins (dopo Nella valle di Elah e Non è un paese per vecchi), e che anche stavolta se ne rimane immobile, attraversando il film con questo suo personaggio dolente di dirigente d'altri tempi che rimpiange il lavoro sporco sul campo, tra gli operai nei cantieri, e che sembra l'unico ad avere ancora a cuore le sorti degli uomini che lavorano per lui, messo in soffitta come un reperto d'antiquariato senza valore.

Tommy Lee Jones non ha bisogno di muovere un muscolo: per troncare la storia d'amore con Maria Bello, gli basta ascoltare la domanda di lei “Ci vediamo martedì prossimo?” e rispondere, impassibile: “No.” 
Ben Affleck deve faticare un po' di più per stare al passo, ma è un po' il debito (d'aria) di tutta la sua generazione d'attori: e anzi è proprio questo fiatone che ne rende strepitosi la figura e il cinema da regista – oramai identificatosi nel volto della gente di Boston, Affleck qui racconta col suo ruolo della rieducazione di un ricco manager che all'improvviso deve riconsiderare tutte le priorità della propria esistenza, e ritornare all'essenza delle cose e degli affetti: da un salario di 120.000 dollari al mese con cui mantenere moglie e i due figli, finirà a fare il carpentiere pagato a giornata per la ditta dell'odiato cognato, ma proprio frequentando la vita dei lavoratori, gente semplice, riscoprirà il senso dell'amicizia e della solidarietà.
E' la classica morale americana (grazie a dio), e infatti Wells, anche autore dello script, aspira chiaramente al cinema etico e civile dei grandi narratori popolari d'America, i cantori d'una fiera quotidianità di valori comunitariamente condivisi. Ed è dritto da questa tradizione che proviene Kevin Costner, in un carattere che gli è palesemente cucito addosso: il cognato Jack ama le bottiglie di birra e la radio sintonizzata sui classici anni '70 sul posto di lavoro, il tacchino del ringraziamento e i barbecue della domenica, e allo stesso modo disprezza profondamente il marito della sorella, colletto bianco che guadagna 120 volte in più dei propri operai (“ma credi che abbia faticato 120 volte di più di quei ragazzi che fissano i bulloni tutto il giorno?”); eppure non ci pensa su neppure un attimo, prima di venire incontro ad Affleck quando questo viene licenziato, e a offrirgli di lavorare al suo cantiere. Nel giorno di paga, Ben si ritrova 200 dollari in più sul compenso pattuito: “avrò sbagliato i calcoli”, dice Costner sputando per terra l'ultimo goccio di birra e montando sul suo pick up.
Non è banalmente un “cinema d'attori”, quello di The Company Men: è un cinema di uomini.

IL DVD

Nessun contributo extra per la scarna ma qualitativamente ottima edizione dell'ennesimo meritevole film ignorato dalla distribuzione in sala nostrana. Forse l'extra del film stesso è Chris Cooper, sulla carta il quarto ritratto su cui si basa la struttura dell'opera di Wells, ma il cui personaggio, nonostante una performance maiuscola dell'attore, pare destinato ad una lenta dissolvenza all'interno della vicenda, sino a quella saracinesca del garage tirata giù a tenere lontano lo spettatore dal momento più intimo e definitivo di tutta una vita.
L'appunto più grave è per la traduzione e l'adattamento dei sottotitoli in italiano (il consiglio è ovviamente quello di gustarsi un film del genere in versione originale), decisamente sbadati e ben poco precisi, con qualche conseguente fastidio.

 
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