DVD – "Monica e il desiderio", di Ingmar Bergman

Monica e il desiderioIngmar Bergman dirige Monica e il desiderio con una maestria minimale tale da tinteggiare d’estetica una linea narrativa semplice ridotta quasi a canovaccio. Il romanticismo di superficie tende presto ad un sottotesto amaro. Il dvd, nella collana Bergman Collection distribuita da Bim e 01 è un piccolo gioiello di nicchia per la versione originale tagliata, integrata direttamente nella visione già sottotitolata in italiano

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Monica e il desiderioTitolo originale: Sommaren Med Monika
Anno:
1952
Durata:
92’
Distribuzione:
01 Distribution/Bim Distribuzione
Genere:
Drammatico
Cast:
Andres Andelius, Harriet Andersson, Wiktor Andersson, Renee Bjorling, Astrid Bodin, Tor Borong, Naemi Briese, Ernst Brunman, Bengt Brunskog, Gosta Eriksson, Lars Ekborg, Bengt Eklund, Carl Axel Elfving, Mona Geijer Falkner, Åke Fridell, Sigge Fürst, Gosta Gustafsson, Åke Grönberg, John Harryson, Nils Hultgren
Regia:
Ingmar Bergman
Formato DVD/video:
1,33:1
Audio:
italiano e svedese 2.0 Mono Dolby Digital
Sottotitoli:
italiano
Extra:
Bergman e la censura. Il caso Monica e il desiderio

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IL FILM
Monica e il desiderioMonica e Harry sono due ragazzi normalissimi, nulla di speciale li distingue, se non un avido desiderio di gioventù e spensieratezza. Le responsabilità non fanno per loro, non ancora. Proletari invischiati nel grigiore di una quotidianità che annichilisce, i due sognano evasione di gioia su lande deserte dove appagare appieno il loro slancio erotico. Lei, delusa da una famiglia numerosa, che non le concede tregua né riposo, con un padre spesso abbandonato a irruenze alcoliche, vede in Harry l’unico appiglio valido per una vita di passione da fotoromanzo. Entrambi commessi, decidono di dare un calcio a esistenze dimesse. Qualche vestito, un po’ di soldi e le luci della città vengono abbandonate per un isolotto ai confini del mondo. Il silenzio e le leggere increspature dell’acqua rivolgono un ghigno di soddisfazione ai rumori tetri di una società che offre squallore e alienazione. Ingmar Bergman dirige Monica e il desiderio con una maestria minimale tale da tinteggiare d’estetica una linea narrativa semplice ridotta quasi a canovaccio. Il romanticismo di superficie tende presto ad un sottotesto amaro,come un’ indelebile smorfia di dolore che si dipinge sul paesaggio umano del volto dei due ragazzi. Il naturalismo tinto di nero aleggia sull’intera pellicola, lasciando uno spiraglio immacolato nel cuore soleggiato, ma arido, roccioso e impervio della costa. Tuttavia, il languore di una leggerezza tutta da vivere si infrange contro lo scoglio reale di un’imminente gravidanza, un cappio che si stringe attorno al collo dei protagonisti fino a tirare a fondo la loro intera storia d’amore. Si torna sul motoscafo e dell’isola resta solo una bianca scia che fende l’azzurro.
Litigi, scenate e gelosie tornano in pompa magna, chiuse tra quelle stesse pareti che per un attimo sembravano trasparenti. Monica non vuole sacrificarsi al lavoro, al ruolo di madre e alla monogamia. È ancora troppo giovane e la porta Monica e il desideriole si chiude alle spalle, ma quel volto di folle bramosia è ora rigato di lucida tristezza. La parentesi illusoria abbandona anche lo sguardo di Harry, votato allo studio e a una responsabilità che non può più rifiutare. Lentamente la macchina da presa scivola dal corpo di Monica, lasciandola alla sua solitudine e alle sue manie, ai suoi sogni rotti e alle sue lacrime silenziose. L’obiettivo stringe ora su Harry, focalizzando il cambiamento che gli si imprime sulla fronte, quasi un solco che raggiunge gli angoli della bocca fino a quel riflesso di ricordo che si trasforma in un lampo d’accettazione improvviso. “Cineasta dell’istante”, Bergman dilata il tempo legando indissolubilmente natura e umano, due paesaggi che si riversano in un battito di ciglia, o meglio, si rivelano nell’infinito che c’è tra un’inquadratura e l’altra. Transizione tra adolescenza e maturità, Monica e il desiderio porta con sé tutta la lacerazione dell’inganno, la rappresentazione di un’inafferrabilità corrotta di cui resta solo un ultimo sguardo, congelato in un fotogramma specchiato.

 

 

IL DVD
Uscito in Italia nel 1961, il film traduce quell’ansia di tempeste emotive che Bergman desiderava provocare. Nonostante venga classificata come opera minore, il successo della pellicola si è espanso tanto da raggiungere diversi paesi, specialmente Francia e Stati Uniti, regalando all’autore ottimi risultati economici e confermandone la fama internazionale. In seguito a questo, il governo svedese ha deciso di approvare nel 1963 una riforma cinematografica che assicurasse la solidità economica al futuro del proprio cinema. Harriet Andersson, dopo 9 film, divenne una delle muse predilette di Bergman, insieme a Bibi Andersson e Liv Ulman. Monica e il desiderioI pareri di critica e pubblico hanno continuato ad essere contrastanti anche all’uscita del dvd, soprattutto riguardo al disinibito mostrarsi di una ragazza semplice e genuina, selvaggia ed egoista che non teme giudizi e rifugge etichette. Il dvd, nella collana Bergman Collection distribuita da 01 e Bim, non offre grandi caratteristiche, se non una masterizzazione audio 2.0 Mono Dolby Digital svedese e italiano con sottotitoli in italiano e una qualità video discreta, con formato 1,33:1. Si tratta comunque di un piccolo gioiello di nicchia per la versione originale tagliata, integrata direttamente nella visione già sottotitolata in italiano. La chicca, poi, sta nei contenuta extra che offrono un’esauriente delucidazione sulla storia della pellicola, compreso lo scandalo in cui è incappata, cui si aggiunge una breve analisi delle scene tagliate. Interessante anche il confronto tra la promozione in suolo americano, con l’uso di una locandina che sfrutta l’immagine disinibita di Monica e i tentativi di censura italiana.

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