"Princesas," di Fernando Leòn de Aranoa

Come già ne “I lunedì al sole”, Aranoa continua a inseguire un cinema in costante bilico tra la denuncia sociale e la poesia del quotidiano. Troppo frequentemente, però, l'apparato visivo sembra schiacciato da un razionalismo strutturale che ne disinnesca le potenzialità emotive.

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Princesas è la mappa di un incontro d'amore tra due donne. Racconta un'amicizia inaspettata, una complicità sbocciata all'improvviso che cambia i percorsi di una vita, moltiplicando eventualità, tracciando sentieri comuni. Caye e Zulema sono due prostitute. L'una è alla ricerca di un principe azzurro che la ami e che ogni giorno passi a prenderla "all'uscita dal lavoro", l'altra, domenicana, ha bisogno del permesso di soggiorno per sistemare le cose, rimanere a Madrid e magari un giorno rivedere il figlioletto che ha lasciato a casa. La loro vita scorre tra marciapiedi di periferia, squallide camere d'albergo, trilli telefonici interminabili e una vita privata in bilico tra la normalità e il rimpianto inconciliabile.

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Come già ne I lunedì al sole, Aranoa continua a inseguire un cinema in costante bilico tra la denuncia sociale e la poesia del quotidiano. E' quest'ultima componente che sembra interessarlo in particolar modo in Princesas. Il suo, infatti, non è tanto un film sul dramma della prostituzione, che viene comunque affrontato in modo diretto, soprattutto nel ritratto della realtà extracomunitaria, quanto un omaggio alla donna tout court (madre, puttana, amante), che Caye e Zulema, nella loro fragilità e diversità speculare, riescono a incarnare perfettamente. Innamorato delle sue eroine, Aranoa ne segue passo passo movimenti e sussulti, incollando loro una macchina da presa quasi sempre in movimento nel tentativo di  rubare loro ogni lacrime, ogni respiro, ogni divagazione verbale. Troppo frequentemente, però, l'apparato visivo sembra schiacciato da un razionalismo strutturale che ne disinnesca le potenzialità emotive.  


Chiariamo una cosa: Aranoa è un cineasta onesto e intelligente, per nulla ricattatorio. Il suo è un cinema impegnato, sincero, poco incline a facili estetismi o a soluzioni drammaturgiche d'effetto. Princesas confermerebbe queste qualità, se non fosse che paradossalmente finisce con il confermarle fin troppo dando una sensazione di distacco concettuale, come se Aranoa avesse pensato troppo al film, a come realizzarlo, alle sue sfumature psicologiche, al suo intimismo poetico. Per certi versi il suo è un cinema ancora troppo scritto e letterario. Un cinema in cui il linguaggio filmico arriva sempre in ritardo rispetto alla parola o ai corpi, dove l'immagine (con le sue continue oscillazioni e i dettagli insistiti) svolge ancora e solo una funzione di commento, limitandosi a confermare emozioni già presenti nell'impostazione progettuale.

Titolo Originale: id.


Regia: Fernando Leòn de Aranoa


Interpreti: Candela, Pena, Micaela Nevàrez, Mariana Corsero, llum Barrera, Violeta Pèrez


Distribuzione: Lucky Red


Durata: 114'


Origine: Spagna, 2005

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