"Complicità e sospetti" di Anthony Minghella

L'ultimo film di Minghella sembra allontanarsi dalla maestosità laccata del kolossal, ma in fondo prova a mantenerne della complessità, inseguendo una serie disparata di elementi e temi. Nel tentativo di tenere in equilibrio il tutto, lo sguardo appare freddo. Ma, finalmente, nella seconda parte, l'equilibrio si infrange e irrompe il vissuto

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Si ha una strana sensazione nel vedere Complicità e sospetti, l'ultimo film di Anthony Minghella. Soprattutto nella prima parte, si ha un'impressione netta di sbandamento. Come se il complesso della storia non trovasse il verso giusto e si perdesse in una serie infinite di piste discordanti. Da un lato il dramma familiare di Will Francis (Jude Law), giovane architetto di successo e della compagna svedese Liv (Robin Wright Penn), alle prese con i seri problemi psicologici della figlia adolescente Bea (Poppy Rogers). Dall'altro la pista poliziesca, con la serie di furti compiuti da una banda di immigrati serbo-bosniaci, con l'aiuto di un ragazzino acrobata (Rafi Gavron). Sullo sfondo la tragedia della guerra nell'ex Jugoslavia e dell'odio tra etnie diverse. Il risultato, la crisi della giovane coppia che porta al tradimento da parte dell'uomo con la madre del giovane ladro (Juliette Binoche). Solitudine, amore, disagio esistenziale, difficoltà d'integrazione: temi che s'inseguono in un film che si muove a tentoni tra l'indagine psicologica e l'azione. Anthony Minghella sembra allontanarsi dalla maestosità della dimensione kolossal de Il paziente inglese e Ritorno a Cold Mountain, ma in fondo prova a mantenerne la complessità, nell'ambizioso desiderio di dire sempre qualcosa "in più". Nel tentativo (disperato) di dare unità a una massa di elementi disparati, cerca un tono e un registro visivo che li possa accomunare. Il rischio è che, nell'ansia di tenere in equilibrio il tutto, si possa scegliere una via di mezzo inadeguata, una sorta di stile neutro che, pur non privilegiando un aspetto della storia a discapito un altro, non riesce a infondere profondità a nulla. Ecco, lo sguardo di Minghella appare incerto sul da farsi, e perciò freddo, piatto. Ma all'improvviso, qualcosa cambia, l'equilibrio si rompe, e fanno irruzione quei sentimenti fino ad allora costipati (non a caso il titolo originale del film è Breaking and Entering). Nel momento in cui si consuma il primo tradimento, nell'istante in cui si stringono i corpi di Jude Law e della Binoche, l'immagine si sfoca, quasi a perdere l'eccessiva lucidità iniziale, per sfumare nel groviglio delle emozioni, dei dubbi, delle solitudini, dei disperati ricatti. I personaggi finalmente acquistano uno spessore non convenzionale, e davanti a uno specchio marito e moglie possono rifletter(si) sul proprio passato, sugli errori e le distanze, sul futuro. Le immagini, grazie anche alla partitura musicale, tornano a svelare il riflesso nascosto delle cose. E, per un attimo, si è disposti a dimenticare il gelo iniziale.

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Titolo originale: Breaking and Entering


Regia: Anthony Minghella


Interpreti: Jude Law, Juliette Binoche, Robin Wright Penn, Rafi Gavron, Poppy Rogers, Vera Farmiga


Distribuzione: Buena Vista International Italia


Durata: 120'


Origine: USA, 2006

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