"Le colline hanno gli occhi 2", di Martin Weisz

Craven solo sceneggiatore e produttore, con i sottotesti che diventano testi e i fuoricampo che colonizzano le inquadrature. Siamo nel 2007, e il pubblico post-adolescenziale a cui il film è diretto pare abbia bisogno di tante didascalie: alla fine ci si trova di fronte un horror che non spaventa, ma che sfrutta con cinismo l'attualità statunitense

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Trent'anni dopo il film capostipite firmato da Wes Craven, le colline continuano ad avere tanti occhi. E bocche. Nel 1977, dopo l'esordio di qualche anno prima con L'ultima casa a sinistra, che già molti stomaci aveva disturbato, l'eccentrico autore dell'Ohio sostituiva l'incrollabile diritto alla felicità insito nella Costituzione Americana col fall-out radioattivo prodotto dagli esperimenti nucleari condotti dai militari nei deserti. Una sunshine family in vacanza se la vedeva con un'affamata deformity family, e tanti saluti al sogno americano senza menarla troppo con le questioni politiche. Ma gli anni Ottanta dovevano ancora arrivare: era tutta un'altra epoca. Nel 2007, naturalmente, l'aggiornamento alla realtà odierna comporta qualche correzione di rotta e qualche didascalia.
Innanzitutto Craven non dirige – aveva già passato la palla ad Alexandre Aja nel remake del 2006 – ma scrive e produce facendosi accompagnare, lanciandolo, dal figlio Jonathan. Ma, più di tutto, a fare la differenza sono i sottotesti che affiorano in superficie diventando testi, forse per un'incurabile (fondata?) sottovalutazione delle capacità di comprensione dello spettatore medio: col risultato che i testi a loro volta finiscono per evaporare nel nulla. Contemporaneamente i fuoricampo entrano prepotentemente nell'inquadratura – fotografica, narrativa, concettuale – invadendola e colonizzandola. Per cui a risvegliare gli appetiti dei mutanti, discendenti diretti dei cannibali del film capostipite, viene chiamato direttamente in causa un plotone della Guardia Nazionale in addestramento: un'accolita di ragazzi e ragazze poco più che adolescenti, incaricati durante le esercitazioni di soccorrere compagni in difficoltà.
L'ammiccamento al pubblico cui il film è destinato è tanto palese da creare sconforto: il militare pacifista, il rambo da cortile, la giovane mamma in crisi di nostalgia – tagliati con l'accetta più dalla regia anonima dell'ennesimo artigiano del videoclip che dalla furia cruenta dei loro deformi contralti – mirano a creare immedesimazione grezza più che sospensione dell'incredulità. In definitiva, ci si trova di fronte ad un film dell'orrore che non solo non spaventa, ma che sfrutta biecamente dolenti clichè dell'attualità statunitense.

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Titolo originale: The Hills Have Eyes II
Regia: Martin Weisz
Interpreti: Michael McMillian, Jessica Stroup, Jacob Vargas, Flex Alexander, Lee Thompson Young, Daniella Alonso
Distribuzione: Twentieth Century Fox
Durata: 1h 27'
Origine: USA, 2007

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