Già vincitore del Grand Prize Festival al World Premieres Film Festival nelle sue native filippine, l'ultimo film di Lav Diaz, Mula sa Kung Ano ang Noon (From what is before), sarà in concorso alla 67esima edizione di Locarno
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Già vincitore del
Grand Prize Festival al
World Premieres Film Festival nelle sue native filippine, l'ultimo film di
Lav Diaz,
Mula sa Kung Ano ang Noon (
From what is before), sarà in concorso alla 67esima edizione di
Locarno. Dopo il successo del precedente
Norte, the end of History, primo film a ricevere una, seppur minima, distribuzione in occidente, che ha segnato un ritorno del regista all'uso del colore (usato unicamente in alcuni film degli esordi, fra cui
Batang West Side, la cui edizione restaurata è stata presentata lo scorso anno sempre a Locarno), Diaz sembra tornare alla fissità monocromatica che ha caratterizzato la quasi totalità della sua filmografia. La durata invece, da alcuni film ormai, si va lievemente accorciando, dalle undici ore del capolavoro
Evolution of a Filipino Family alle sei ore di
Century of Birthing e
Florentina Hubaldo, CTE fino alle cinque ore e mezza di
From what is before. Il filo conduttore dell'intera carriera di Diaz è la rappresentazione della memoria insanguinata delle Filippine, che assume di volta in volta forme differenti, ma che scava nello stesso terreno di una Storia che rischia sempre di essere dimenticata. Il Nord evocato nel film precedente è il luogo dove è iniziato il fascismo, la dittatura di
Ferdinand Marcos la cui influenza, a detta di Diaz, non è mai morta. E l'ombra del dittatore si avverte anche nel nuovo film, ambientato nel 1972, poco prima che Marcos imponesse la legge marziale, che gettò le Filippine nel loro periodo più buio, soffocando ogni voce contraria con la forza dell'esercito. Come di consueto, il film segue la vita di alcuni contadini di un povero villaggio rurale in una regione remota, dove avvenimenti inquietanti si susseguono: vengono trovate mucche fatte a pezzi, un uomo agonizzante morire dissanguato sulla strada, le case vengono bruciate. Joselina è affetta da paralisi cerebrale e ha il potere di guarire i disturbi di alcuni abitanti del villaggio, i quali però pensano sia lei la causa delle loro sofferenze. Ancora una volta, diverse storie si intrecciano per comporre un'epica minore che funge da allegoria per la storia del popolo filippino. Nel cast sono presenti alcuni volti noti della filmografia di Lav Diaz, come la splendida
Hazel Orencio, già vista in devastanti prove attoriali in
Century of Birthing e
Florentina Hubaldo, CTE, che in questo film fa anche da assistente alla regia, e
Perry Dizon, collaboratore del regista da quasi una decina di anni. Il titolo, spiega lo stesso regista, deriva dalla formula latina
a priori, volendo con essa indicare la conoscenza concepita come verità senza il ricorso a giustificazioni o riscontri empirici. Lav Diaz è il primo regista filippino a partecipare al Concorso del Festival di Locarno.
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