TORINO 24 – "Broken Trail" di Walter Hill (Americana)

Prodotto e diretto per la televisione americana, "Broken Trail" è un vero e proprio saggio di storia del western. Ha il respiro e la bellezza della grande epopea, ma la consapevolezza nostalgica di un paradiso perduto

--------------------------------------------------------------
CORSO COMUNICAZIONE DIGITALE PER IL CINEMA DALL'11 APRILE

--------------------------------------------------------------

Una storia che sembra guardare all'Hawks de Il fiume rosso. Due cowboy, l'ormai anziano  Print Ritter (Robert Duvall) e suo nipote Tom (Thomas Haden Church) conducono dall'Oregon al Wyoming una mandria di cavalli. Ma, a ben guardare, si tratta di un percorso che da ovest porta ad est. Non solo geograficamente. Perché all'improvviso i due protagonisti s'imbattono in un laido trafficante e in cinque spaurite ragazze cinesi vendute come prostitute. Il fiume rosso si tinge di giallo. E i due uomini, a modo loro, diventano benefattori in un mondo anarchico e sbandato. Broken Trail, film prodotto e diretto per la TV americana, è il ritorno al western di Walter Hill. Un ritorno che ha il sapore e la magniloquenza della vecchia epopea. Se le originali trovate di sceneggiatura parlino apertamente del presente, Broken Trail rappresenta anche (se non soprattutto) una summa dei motivi tipici del genere (e dello spirito) americano per eccellenza. Il rapporto tra i vecchi e giovani, un senso "naturale" di giustizia che supplisce alla carenza di leggi "materiali", l'individualismo che sa aprirsi ad una solidarietà incondizionata, il sogno di un grande Paese aperto, democratico, multirazziale a dispetto delle dinamiche capitalistiche, dell'egoismo imperante. Il tutto sullo "sfondo" di un paesaggio maestoso (nonostante sia stato pensato per il piccolo schermo). Come in Ford, come in Mann vallate e montagne, e poi nuvole che si tingono di rosso, la neve d'agosto, la pioggia e il fango della fatica quotidiana di vivere.

--------------------------------------------------------------
#SENTIERISELVAGGI21ST N.17: Cover Story THE BEAR

--------------------------------------------------------------

E un senso della violenza al tempo stesso concreto e stilizzato, come in Peckinpah. O come in tutto il cinema di Hill, del resto. Un vero e proprio saggio di storia del western (e di storia americana). Con un magnifico Print Ritter a reincarnare l'eroe tipico. Pragmatico e coraggioso. Buono con i giusti e i deboli, spietato contro i nemici e i profittatori. Un vero e proprio padre che sa governare la sua "famiglia" impaurita con una saggezza antica, atavica. Nel momento in cui rende omaggio alla salma di Ye Fung, si erge al centro della scena come il dio fatto uomo, dispensando la sua parola a coloro che sono alla sua destra e alla sua sinistra. In God We Trust. God Bless America. Ma i tempi di The Wild Bunch , de I cancelli del cielo e de Gli spietati non sono passati invano. Del resto Walter Hill ha vissuto il western al suo crepuscolo. E sebbene non sia un pessimista radicale, sa perfettamente che l'epopea è finita. Il West, quella storia o quel mito, che gli hanno raccontato e in cui ha creduto è un "paradiso perduto". Print Ritter, condannato, per scelta o per destino, alla solitudine, è ormai vecchio. Come gli eroi di El Dorado. Dietro di lui le montagne e le nuvole, per sempre alle sue spalle. Lo attende ora l'immane fatica della "discesa". E' un bagno di nostalgia. Ma all'America di oggi fa bene ricordare i suoi bravi padri.

--------------------------------------------------------------
CORSO ONLINE SCRIVERE E PRESENTARE UN DOCUMENTARIO, DAL 22 APRILE

--------------------------------------------------------------

    ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI SENTIERI SELVAGGI

    Le news, le recensioni, i corsi di cinema, la riviste, i libri, gli eventi e tutte le nostre iniziative


    Array