TORINO 24 – "The Notorius Bettie Page" di Mary Harron (Americana)

Biopic della famosa pin-up degli anni '50, il film dell'Harron denuncia un approccio stilistico e uno sguardo "femminista" un po' scontati. Ma ha i suoi meriti nella descrizione di una società ipocrita e nella raffigurazione di un personaggio "scandalosamente" innocente

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Bettie Page è la più famosa pin-up degli anni '50, colei che per anni ha solleticato le fantasie erotiche di giovani e meno giovani, senza distinzione di ricchezza o classe sociale. Una vera e propria icona, paragonabile al marchio della Coca Cola o a Marilyn Monroe. La Harron prova ad andare dietro la superficie, dietro l'immagine, per raccontare una vita ed una persona. Imbastisce una struttura a flashback, che si apre sull'inchiesta governativa contro la pornografia del 1955, per poi scavare nella prima adolescenza di Bettie Page (Gretchen Mole), nel suo matrimonio fallito, nei suoi rapporti (per lo più fallimentari) con gli uomini. L'approccio stilistico è un po' scontato, addirittura furbo in certe ricostruzioni d'epoca assolutamente "tipiche", standardizzate, in quel gioco sulla fotografia, che dal bianco e nero si tinge di colori "anni '50" nelle scene di Miami Beach. Così come piuttosto scontata appare la raffigurazione di un mondo maschile corrotto e ipocrita, neanche tanto velatamente misogino. Più interessante, invece, l'idea che questa misoginia sessuofobica si rifletta sull'intera cultura americana dell'epoca (e non solo), a parole aperta ed avanzata, nei fatti chiusa in pregiudizi ideologico-religiosi e paure perverse. Gli uomini di Notorius Bettie Page sono per lo più meschini, abietti, privi di una qualsiasi virilità. E questo altro non significa che una Nazione senza midollo e spina dorsale, pronta a mandare al macello i propri figli in guerra e terrorizzata da fotografie bondage francamente ridicole. E in un contesto tanto meschino, la figura di Bettie Page emerge in modo naturale. Nonostante l'ambientazione noir, nonostante le doti fisiche, è tutto fuorché una femme fatale, una divoratrice di uomini. E' una donna semplice, che vive il rapporto con il proprio corpo in maniera immediata, pura. Un'innocenza originaria, in cui i principi religiosi non contrastano con la natura umana, ma la esaltano. Del resto, a chi, dopo la sua "conversione", le chiede del suo lavoro precedente, della sua fama "equivoca", risponde con semplicità: "Adamo ed Eva erano nudi nel Paradiso terrestre. E' quando hanno peccato che si sono messi i vestiti". La migliore risposta possibile ai troppi censori che governano il mondo.

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